I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
le ragioni non hanno mai certezze
in esse, ovunque si nasconde la voce prepotente
che noi chiamiamo dubbio
e non c'è nessuno che possa andare muto
al coro del sospetto
neppure col rosario
nessuno irriverente o santo, bigotto o senza fede
sapiente o senza ingegno
nessun frammento passeggero fra gli umani
può dire con certezza che la ragione è sua
sbiadendo nello specchio il suo riflesso
c'è nelle ragioni un luogo di penombra
che lascia insoddisfatti, ingenui e senza età,
sconfitti fra gli allori
neppure con le grida possiamo incoronarle
le inutili ragioni
poiché noi siamo il breve di fronte all'infinito
il vuoto traboccante dentro ai cesti
la sabbia che racconta la marea
parziali e sempre allievi, terreni da vangare
bendati e zoppicanti fra le fosse
con l'umiltà ferita
ché la coscienza fra tutte le minuzie che abitiamo
è l'unica fatica che ci ripaga il nome
e insieme alle illusioni
unisce tristemente i lupi con gli agnelli
a gloria dell'ignoto
Il respiro me la impone
Buia e intatta nonostante
Io la seguo come madre, quasi sposa
Rigorosa senza nebbie stagionali
Nel suo ventre sono specchio
E il riflesso che diramo
Mi accomuna col pensiero
Questa faccia e pure il corpo
Chiara e amata verità
La più grande conquista del tempo che ho vissuto è quella di riuscire ad accogliere il bene e il male in ogni circostanza, senza che il male scalfisca un mio solo respiro fino a sconfortare la fede che so. Si può vivere di stenti all’infinito ma il pianto non può durare all’infinito, la locazione che gli è scudo è nascosta dentro la veglia della forza e in questa si rinnova memoria e nutrimento perenne per l’umile sopravvivenza.