Voglio che sia Amore.
Non temo più riconoscermi in ciò che mi rende sofferente per l'ignoto.
Voglio ardere nelle fibre a me più care per restare oltre il Mistero, per divenire del carnato del sole, brivido che trabocca, gemma sul farsi roseo l'orizzonte.
Voglio essere dono sulle labbra calde del volto d'aurora; che sia stupore e meraviglia, gocciare di memoria ed essenza, in vergine letizia. Essere libera come foglia innamorata del vento. Voglio abbeverarmi ad Amore sino a straziarmi nelle membra trepide, sì da riprendermi la vita.
E che la sera abbia un tempo, dolce sia l'aria, pregno di germogli d'eterno abbraccio il sentire.
Voglio spingermi al confluire di sogno e realtà, là, precipitare nel grembo invocando una carezza, penetrando nelle cavità dell'esistere, essere dono di me.
Ascolto, accolgo lo zaffiro cielo, la scarlatta terra, voglio che Amore sia presente, ossa e viscere, fiamma a donare respiro alle pietre.
Voglio che sia Amore, sono pronta, null'altro bramo nell'emozione di mille soli attendo, trattengo il respiro con la tempesta nel cuore, nel mistero del possibile risveglio.
Prima, non sono mai esistita. Ora, non seguo piú stelle perdute e impossibili; adesso ho trovato pace, ho rinvenuto Amore. Ad esso tendo, in volteggio lieve e veloce, come farfalla.