I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
È utopia aspettarsi scuse da chi non sa andare oltre il proprio limitato di vista.
È utopia sperare, a volte, che certe cose possano cambiare.
Ci si affeziona fin troppo ai propri angoli e ci si inerpica su...
se solo si riuscisse a godere della dolcezza della rotondità, il mondo sarebbe certamente migliore.
Tutti pronti a scagliarsi contro Expo, i ragazzini (e non solo, sic!).
Tutti pronti a difendere chi brucia auto e spacca vetrine mettendo a ferro e a fuoco una città (e i suoi abitanti, colpevoli solo di abitarci).
Eppure, quegli stessi ragazzini sono quelli che bevono Coca Cola come fosse acqua, trascorrono il sabato pomeriggio al McDonalds, non possono fare a meno delle Converse, a San Valentino regalano Baci Perugina e tra un esercizio e l’altro di matematica sgranocchiano snack Nestlé, se non mangiano il Magnum godono solo a metà, in tempo di prova costume mangiano pane e Philadelphia, fanno i fighi bevendo Beck’s e Corona direttamente dalla bottiglia e hanno il mobiletto del bagno pieno di smalti Kiko.
E potrei continuare la lista per metri, ancora.
Carissimi giovani (e non solo, sic!) imparate a conoscere, prima di criticare.
Siate coerenti, prima di protestare.
E, soprattutto, imparate a vivere, prima di giustificare chi devasta.
Altrimenti tacete.
Perché le proteste, quella vere, quelle più credibili, passano attraverso le piccole scelte di ogni giorno.