I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Era una sera di inverno, la neve cadeva a fiotti regolari e consistenti e la gente non osava riversarsi per strada come era solita fare in altre occasioni. Le macchine ricoperte di neve sembrava volessero scomparire e gli alberi del viale ne sopportavano con fatica il peso. Era proprio la classica sera in cui rinchiudersi in casa!
Ma non tutti potevano avvalersi di questo privilegio. Nella fila di taxi vuoti, fermi davanti la stazione, ce n’era uno al cui interno sedeva Nicolas, ragazzo sui trent’anni circa, di cui non farò alcuna descrizione per il semplice motivo che il suo aspetto comune lo rendeva anonimo, una persona senza alcuna caratteristica particolare, né difetti né pregi estetici.
Se questo era il suo aspetto ancor più questa sua condizione si rifletteva nel suo carattere e lui, percependolo, non faceva altro che cercare di nascondere agli altri questo suo malessere. Credeva impossibile infatti che proprio lui non servisse a niente, perché era fermamente convinto che tutti al mondo servissero a qualcosa, anche lui, tassista anonimo, sia pure solo indirettamente, doveva essere in qualche modo utile agli altri.
Proprio mentre sconvolgeva la sua mente con queste riflessioni vide uscire dalla stazione un signore dall’aspetto autorevole, elegantemente vestito e ovviamente infreddolito. Si guardava intorno spaesato e il suo sguardo pareva invocasse aiuto.
Nicolas pensò bene allora che il signore avesse bisogno di un passaggio che solo lui avrebbe potuto dargli dal momento che era l’unico taxi che in quella tormenta era in funzione.
Scese allora dalla macchina e fece un gesto al signore gridando
-Taxi?-
Il signore sorrise e si avvicinò con fare rassicurato.
Come avrebbe fatto a tornare a casa questo signore senza di me? pensò Nicolas con un sussulto d’orgoglio che lo rendeva a dir poco euforico, lo sapevo io che tutti prima o poi risultano utili agli altri! Ma quel che più lo interessava era sentirselo dire.
-Buonasera- salutò Nicolas appena il signore entrò nel taxi, -brutto tempo eh?! Impegni lavorativi immagino…-
-Bè, siamo in inverno ed è giusto che ci sia questo tempo, in quanto al lavoro è grazie a questo che posso permettermi una bella casa e tutto ciò che c’è dentro, quindi...- rispose presuntuosamente il signore
-Sicuramente, ma pensi se fosse dovuto tornare a piedi- rispose Nicolas
-Non mi sarei comunque potuto lamentare visti i risultati!- disse il signore alludendo alla sua eleganza
-Si, si, d’accordo ma non vuole forse dirmi che io per lei sono come una manna dal cielo?-
-Esagerato, è il suo lavoro ed è così che si guadagna da vivere!-
Nicolas si fece allora paonazzo in volto e alzando la voce disse -E lei pensa quindi che il mio lavoro sia inutile? Che il suo sia più utile?-
-Bè, io lavoro nel sociale quindi sono sicuramente più utile di un qualunque tassista! Guardi la strada gentilmente…-.
Ma Nicolas era ormai troppo preso dal discorso, tanto da cominciare a distrarsi alla guida –Tutti siamo utili in questo mondo, seppur in modo diverso!-
-Ma la finisca e pensi a fare bene il suo lavoro piuttosto, siamo quasi arrivati a casa mia!Attentooo!!-.
Nicolas non si era avveduto del passante che stava attraversando frettolosamente la strada in quel momento e lo schianto che ne era seguito aveva fatto rotolare in terra il tizio, che ora giaceva privo di sensi accanto al suo borsone da cui erano caduti numerosi oggetti.
-Hai visto quanto sei utile maledetto idiota?- urlò il signore.
Scesi dalla macchina il signore si avvicinò al tizio riverso in terra e notò degli oggetti che attirarono la sua attenzione
-Ma questo è l’anello di mia moglie, questa la sua collana, e questi…mio Dio,quest’uomo ha appena rubato a casa mia!-.
Nicolas allora fece due passi indietro e avvicinatosi al suo taxi fissò l’uomo e con un ghigno di soddisfazione disse
-Ha visto, mio caro signore che tutti siamo utili in qualche modo?-.