I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
- Hai preparato il caffè?- chiese Lucia mentre si infilava il cappotto.
- Si, è nella moka- rispose Ramina- grazie sei un amore- fece Lucia.
Mentre Lucia sorseggiava il caffè dalla tazzina sfogliando il giornale Ramina lavava le tazze con l’infinita lentezza di cui lei sola era capace. E questo si sa, il tempo indiano viaggia su un altro tempo. Ramina era in Italia da oltre un anno ma non era ancora riuscita ad abituarsi né al clima, né ai ritmi tantomeno alla cucina. Accettava comunque di buon grado il cambiamento di vita che la sorte aveva scritto per lei dal momento che se non fosse stata lì probabilmente starebbe bruciando su una pira.
17 settembre 2008, sono Ramina, ho 14 anni vivo in una grande città del Rajasthan, Jaipur e come molte ragazze alle mia età sono promessa sposa.
Il faraonico giorno del mio matrimonio. Un sari rosa appartenuto alle spose della mia famiglia, la dote concordata, il banchetto nel tempietto di Bathamisir e il destino pronto.
La mia famiglia mi accompagna al tempio, mi avvicino al mio sposo che ha anche lui 14 anni come me e che ho visto solo due volte. La musica, il tavolo imbandito, i brindisi e poi a casa. A casa e la prima notte di nozze della quale tanto se ne parla fra noi promesse spose. La prima notte di nozze scivolata come la scena girata male di un film che non t’interessa vedere. La prima notte di nozze . Non ho provato nulla. Fastidio. Solitudine e sangue.
Dopo qualche mese abbiamo iniziato a parlarci. Dopo qualche mese ancora ero già incinta. E dopo , dopo, dopo lui morì per una brutta infezione ed io rimasi sola, incinta, ma soprattutto, disgrazia infinita, VEDOVA.
E in India una donna vedova non ha diritto di vivere. Dovrebbe bruciare sulla pira del marito.
Ma io non volevo bruciare sulla pira del marito ma vivere vivere vivere!!!