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Raccolta di testi in prosa di Pierfranco Bertello
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Omicidio d’epoca

Vittorino Castracapre era proprio contento.

Pagaiare sul Po in un caldo pomeriggio di ottobre guardandosi intorno era una di quelle sensazioni che andava provata.

I colori caldi dell’autunno  avvolgono il fiume in un rassicurante abbraccio e tutto sembra perfetto.

Le brutture del mondo sembrano d’improvviso sparire per lasciare spazio ad una nuova speranza.

Per Vittorino la canoa  più che uno sport era una forma di meditazione.

Mentre pagaiava tranquillo all’altezza del ponte Isabella sentì come una pecie di sibilo poi più nulla.

La sua testa si piegò velocemente di lato, la canoa si ribaltò ed il suo corpo senza vita prese a galleggiare dolcemente sul fiume.

Il Commissario  Geremia Prudente era nato cinquantasei anni prima a Rossiglione, comune  situato in valle Stura a nord/ovest di Genova. Lavorava a Torino da quasi vent’anni.

Si poteva definire un Piemontese o un Ligure di confine, anche se ormai si sentiva torinese al cento per cento. Era sposato da solo sette anni con una collega, la Dottoressa Maria Amelia Gastaldi più giovane di lui di cinque anni e Commissario ad Asti. Si erano conosciuti circa dieci anni prima, nel corso di una delicata indagine su un traffico di droga.

“Ispettore Astuto questa faccenda è molto delicata, aspettiamo il Questore”.

Annalisa Gransottana, Questore incaricato delle indagini, arrivò dopo alcuni minuti.

Il medico legale procedette ad un primo esame del corpo.

“Un colpo solo, secondo me M40. Sarò più preciso dopo l’autopsia”.

“Dottore mi scusi” interloquì il Commissario “Stiamo parlando di M40 ovvero il Remington 700 modello 40x utilizzato dai Marines durante la guerra del Vietnam?”

“Si Commissario, lo so che è strano ma secondo me si tratta di un M40 originale anni sessanta/settanta, il foro di ingresso e la susseguente devastazione della calotta cranica non lasciano dubbi è un omicidio firmato!”.

il Dottor Spiridione Scannabufali, oltre ad essere un validissimo medico legale, era un collezionista di armi nonché grande esperto nel settore.

La Dottoressa Gransottana chiese spiegazioni.

Scannabufali non se lo fece ripetere due volte ed iniziò la spiegazione.

“L'M40 è un fucile di precisione attualmente utilizzato dallo United States Marine Corps.

Il modello è basato sul Remington 700, al quale gli specialisti dell'armeria nella base del Corpo dei Marine di Quantico aggiungono componenti provenienti da diversi fornitori. Le armi di nuova introduzione vengono realizzate nello standard M40A3, mentre gli A1 vengono aggiornati ad A3 in occasione delle revisioni periodiche a cui sono sottoposti.

I fucili hanno comunque molte ulteriori sub varianti, consistenti in variazioni nel mirino telescopico o in personalizzazioni minori per i singoli utenti.

L'originale M40 era una versione coperta da segreto militare del Remington 700, realizzata comunque in serie presso la fabbrica e aveva un calcio in legno.

Durante la guerra del Vietnam i Marines decisero di standardizzare il fucile di precisione in dotazione.

Dopo aver esaminato diverse proposte, nel 1966, venne adottato il fucile Remington 700 modello 40x e gli venne data la designazione M40.

Nei primi anni settanta le armerie USMC della MCB di Quantico cominciarono a modificare gli originale M40 portandoli allo standard M40A1.

In questo processo, tra gli altri miglioramenti, sostituivano il calcio di legno originale, con uno in fibra di vetro e il cannocchiale originale Redfield 3-9x40 con l'Unertl MST-100 10x42.

Il «Diavolo di Ramadi», Chris Kyle è stato un tiratore scelto dei Navy Seal americani e durante la campagna in Iraq ha ucciso 255 guerriglieri anche se il Pentagono ne conferma «soltanto» 160. “

Il Commissario sapeva bene che chi aveva sparato con quel fucile doveva essere uno specialista.

Non tutti i comuni mortali sono in grado di utilizzare al meglio un fucile di quel tipo.

“Ispettore iniziamo le rilevazioni e vediamo di capire da dove ha sparato il cecchino.”

Chi poteva volere morto Castracapre?

La lista si poteva considerare letteralmente infinita.

Vittorino Casptracapre era stato uno dei Magistrati più “feroci” d’Italia. Aveva partecipato a tutte le indagini più importanti a cavallo tra gli anni sessanta e gli anni novanta, prima come Commissario poi come Questore ed infine come Magistrato.

Era andato in pensione a 64 anni nel duemila, aveva preso casa a Torino e si era dato da fare per condurre una normale esistenza da pensionato attivo.

Ultimamente aveva vinto tre medaglie d’oro alle recenti olimpiadi Senior.

Chi aveva covato così tanto rancore nei suoi confronti da ammazzarlo oggi, alla veneranda età di ottanta anni, mentre faceva la sua solita pagaiata sul Po?

“Certo Commissario che il Magistrato ottant’anni non li dimostrava proprio”

“Effettivamente Dottore quest’uomo era in grande forma. A prima vista gli si potevano dare non più di sessanta/sessantacinque anni”.

Le indagini della scientifica stabilirono che il luogo in cui si era posizionato il cecchino era ubicato in una villa della prima collina affacciata sul Po. La distanza in linea d’aria era di circa 1.300 metri.

La villa era di proprietà dell’Avvocato Michele Pecora ed era in ristrutturazione. In quel periodo i lavori erano fermi a causa di alcune irregolarità riscontrate dall’ufficio tecnico comunale cira il progetto di una variante strutturale. Il cecchino aveva potuto sistemarsi e sparare indisturbato.

“Un solo colpo ad un bersaglio in movimento da 1.300 metri, ragazzi che precisione e che mano deve avere costui.”.

Il Commissario decise che vi era una sola cosa da fare.

Il mattino seguente fece una veloce gita al cimitero di Chieri.

Chieri (Cher in piemontese, Carrea Potentia in Latino) è un comune facente parte della città metropolitana di Torino. È collocato tra la parte orientale della collina di Torino e le ultime propaggini del Monferrato, a circa 15 chilometri ad est dal capoluogo, (con cui ormai è unito come sobborgo urbano) a sud del Po.

Territorio dei Ligures ai tempi dell'Antica Roma, divenne famosa a livello europeo per la produzione del fustagno e la coltivazione del gualdo che imprimeva alle stoffe una caratteristica colorazione azzurra. A partire dall'Ottocento si specializzò decisamente nell'industria tessile, che divenne il "cuore" pulsante della sua economia arrivando ad impiegare oltre metà dei suoi abitanti.

Negli ultimi decenni il tessile ha subìto un drastico ridimensionamento e la città, con la dismissione delle fabbriche, ha conosciuto un notevole sviluppo residenziale, favorito anche dalla sua felice posizione geografica, che ne ha raddoppiato la popolazione e potenziato i servizi.

Chieri fu sede, tra il XV e il XX secolo, di una delle più fiorenti comunità ebraiche del Piemonte. A testimonianza della presenza ebraica a Chieri rimane, oltre a tre cimiteri, l'edificio del ghetto:

Arrivato in quel di Chieri si diresse al Cimitero comunale, nello specifico nella parte che ospita il Cimitero Ebraico.

Entrò e depose un mazzo di dalie blu sulla tomba di Aldo Levi e se ne tornò a Torino.

Passarono alcuni giorni in cui nulla accadde ed il Commissario si dedicò alle indagini di routine.

Nel frattempo non emergevano novità sul caso dell’omicidio di Vittorino Castracapre.

Una settimana dopo aver deposto i fiori sulla tomba a Chieri trovò sul vetro della sua auto la pubblicità dell’autolavaggio KappaErre di Velletri.

“Finalmente”.

Aprì la piccola borochure e vi lesse una serie di numeri “44-52-N; 7-34-E; 9,30Zulu” 

Virle Piemonte è un comune italiano di circa 1.200 abitanti della Città metropolitana di Torino, in Piemonte. Distante circa 30 chilometri da Torino, si estende sulla riva destra del torrente Lemina.

A Virle sono presenti alcuni castelli,  tra i quali quello dei marchesi  Romagnano.Il centro storico di Virle Piemonte presenta la struttura di un borgo fortificato, raccolto intorno alla parrocchia ed a due castelli, ancora oggi esistenti, per quanto la struttura originaria sia stata in parte alterata.

Il Castello Romagnano, le cui origini risalgono al Medioevo, è stato riedificato nel primo decennio del 1700, dal Marchese Francesco Romagnano sulle ceneri di un precedente castello distrutto a seguito dei tentativi di conquista della zona da parte delle truppe francesi.

Esso ha perso traccia delle sue funzioni difensive, essendosi trasformato in splendida residenza gentilizia per la famiglia marchionale. Conserva tuttavia le torri angolari ed un bel giardino cinto da mura.La prima presenza documentale dei Marchesi di Romagnano (Oliviero, Guidone ed Ardissone) risale all’anno 1163 a.d., in occasione della loro investitura da parte di Federico Barbarossa.

Il castello, nelle vestigia attuali, veniva utilizzato dai marchesi quale residenza estiva per le loro famiglie ed i loro ospiti, tra cui Massimo D’Azeglio che soggiornò più volte in Virle lasciando, in sue lettere, vari cenni di ringraziamento e stima sia all’ospitante (Marchese Cesare Romagnano) che alla popolazione locale.Il castello, su quattro piani fuori terra, sorge al centro del paese in posizione dominante, ed ha una conformazione a ferro di cavallo rovesciato, con le due ali laterali rivolte verso il centro abitato. Esso possiede ancora le torri angolari.

In asse con Via della Portassa, la cancellata d’ingresso principale, di pregevolissima fattura, si apre su un giardino a pianta trapezoidale. Lateralmente rispetto al giardino d’ingresso una porta che si apriva all’esterno permetteva ai marchesi di raggiungere la cappella di famiglia nell’adiacente chiesa di San Siro, lungo una sorta di galleria coperta, ora scomparsa.

All’esterno la facciata, intonacata in colore chiaro, è molto sobria, ritmata unicamente dalle aperture delle finestre, sia nell’affaccio su strada sia sul cortile interno, alcune delle quali sono dipinte a trompe d’oeil per non rompere il rigido schema geometrico. Mattoni a vista, invece, per i lati secondari verso i rustici ad ovest e il palazzo degli Asinari ad est.

La proprietà comprende oltre al castello, il giardino, il parco, le scuderie e le pertinenze. In un angolo del giardino viene conservato il rudere, supponiamo di una cappella votiva di piccolissime dimensioni, ma strutturata in modo proporzionato sullo schema delle chiese gotiche. 

Il Commissario entrò nella cappella votiva.

“Ciao Generale, pensavo fossi sparito per sempre visto il ritardo nella convocazione”

“Ciao e scusa il ritardo, ho avuto parecchio da fare ultimamente”

“Non voglio sapere cosa hai fatto, già mi bastano i miei di guai”

“E così hanno ammazzato il vecchio bastardo”

“Cosa ne sai ?”

“Giustizia è fatta”

“Mi stai dicendo che l’integerrimo Magistrato non era poi così integerrimo?”

“Si tratta di una vecchia storia risalente al 1960”.

Il Generale Kappa dei Servizi Segreti raccontò al Commissario che il 7 febbraio 1960 venne trovata morta Kate Marshall, giovane giornalista americana, corrispondente per il Il Washington Post il più diffuso e più antico giornale di Washington. Raggiunse fama internazionale nei primi anni settanta del Novecento grazie all'indagine sul caso Watergate condotta dai due suoi giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein, i quali giocarono un ruolo di primo piano nelle dimissioni del presidente Richard Nixon.

Per autorevolezza tra i quotidiani statunitensi, il Washington Post è generalmente considerato secondo solo al New York Times. Avendo sede nella capitale degli Stati Uniti, il Post mette in maggiore evidenza i fatti della politica nazionale, ma, a differenza del Times, si considera un quotidiano a carattere locale o regionale. Infatti il Post non ha un'edizione per la Costa occidentale degli Stati Uniti.

La signorina Marshall ai tempi era fidanzata con il Castracapre.

Fu lui il principale sospettato ma non vennero trovate prove a suo carico e l’indagine venne chiusa come omicidio irrisolto.

Dopo circa sei mesi ennesimo omicidio irrisolo, questa volta di Irina Valer'evna Šajchlislamova, alto funzionario dell’ambasciata Russa a Roma.

“Non mi dire che anche l’Irina era fidanzata con Vittorino"

“Esatto. E non fu l’ultima delle sue fidanzate ad essere trovata morta !”

“Ce ne fu una terza?”

“Si, l’Italianissima Amalia Delana, giovane e promettente giornalista televisiva”

“ E come si chiusero queste tre indagini? Sempre come omicidi irrisolti?”

“Il Vittorino aveva un padre al ministero dell’Interno e amicizie molto importanti anche in Vaticano. Venne montata la tesi del complotto. Ovvero si disse che, per stroncare la carriera di questo giovane e brillante super poliziotto, qualcuno gli ammazzava le fidanzate per gettare ombre su di lui.”

“Tesi plausibile, non trovi ?”

“Certo. Però, dopo questa terza morte, non ne avvennero altre e, attenzione, il nostro eroe  venne ricoverato per circa un anno in una struttura psichiatrica di altissimo livello, ufficialmente per curare la grave depressione dovuta ai tre omicidi. Io ho un’altra teoria.”

“Secondo te il nostro amico era un folle omicida e lo hanno curato per disintossicarlo dal suo terribile male ?”

“Più o meno si”

“Dove lo ricoverarono ?”

“In una clinica Inglese, Il Bethlem Royal Hospital”.

Il Bethlem Royal Hospital è un ospedale per la cura delle malattie mentali a Londra, nel Regno Unito e parte del South London and Maudsley NHS Foundation Trust. Anche se non più situato nella sede originale, è riconosciuto come la prima e più antica istituzione specializzata nella cura delle malattie mentali. È stato anche denominato St Mary Bethlehem, Bethlem Hospital, Bethlehem Hospital and Bedlam.

L'ospedale collabora con il King's College di Londra nell'ambito della ricerca psichiatrica. La parola inglese bedlam, che significa "baraonda", "confusione" deriva proprio dall'antico nome dell'ospedale dove un tempo sono stati commessi i peggiori errori nel trattamento delle malattie psichiatriche.

La madre di Charlie Chaplin fu una delle pazienti di questa struttura.

Il futuro attore comico nacque e visse un'infanzia difficile nella vicina Kennington.

Il Commissario chiese al Generale se si poteva avere la cartella clinica del defunto magistrato.

“Magari tramite i tuoi contatti con L’MI5 riusciamo ad avere qualche info in più”

“Ci posso provare.  Tieni presente che, pur se morto, il nostro Vittorino è considerato un eroe nazionale. Credo che sarà difficile trovare qualcosa che possa sporcare il suo stato di servizio. Non conviene. Comunque vedrò cosa mi riesce di ottenere. Gli Inglesi mi devono giusto un paio di favori !!!”.

Si era fatta l’ora di pranzo e i due decisero di mangiare qualcosa in zona.

“Visto che siamo a Virle che ne dici se andiamo alla Piola?”

Il Generale non se lo fece dire due volte.

“Sempre molto volentieri !!! Giovanni è un bell'oste e un gran bel paravento. Ci saluterà con un Est Est Est virato a bollicina. Lo sa che sono laziale! Comunque quel che seguirà sarà un torneo medievale di tome d'alpeggio, salami in purezza a km 0 e due Nebbioli che s'inseguono come Coppi e Bartali in salita sul Ventoux”.

Il pranzo fu come sempre molto piacevole.

Il Commissario uscì dal ristorante leggermente allegro, il Nebbiolo e la Grappa a fine pasto avevano fatto il loro effetto. Sperò di non essere fermato dai colleghi della stradale o dai Carabinieri in quanto il ritiro della patente sarebbe stato immediato.

Passarono una quindicina di giorni, solito tran tran, burocrazia, tre indagini relativamente facili e via discorrendo.

Un mattino, si trovò sul sedile dell’auto, perfettamente chiusa, una busta gialla.

Si fece una risata pensando alla vulnerabilità di un veicolo protetto dai più moderni sistemi elettronici.

Arrivò in ufficio e scoprì il contenuto del plico. Tutto fu chiaro, il caso dell’omicidio dell’ex Magistrato si poteva considerare risolto. Il problema adesso era cosa fare.

Le carte in suo possesso confermavano chiaramente che Vittorino Castracapre era l’autore dei tre omicidi.

La prima vittima, la giornalista americana aveva un fratello che nel 1960 aveva dieci anni.

Scott Marshall, anni 70, generale dei Marines in congedo era stato tiratore scelto ed aveva prestato servizio nelle ultime fasi della guerra in Vietnam.

La guerra ebbe fine il 30 aprile 1975 con la caduta di Saigon, il crollo del governo del Vietnam del Sud e la riunificazione politica di tutto il territorio vietnamita sotto la dirigenza comunista di Hanoi. Gli Stati Uniti subirono la prima vera sconfitta politico-militare della loro storia e dovettero accettare il totale fallimento dei loro obiettivi politici e diplomatici.

Chiamò l’ispettore Astuto.

“Ispettore, deve ricostruire i movimenti del Generale dei Marines in pensione  Scott Marshall, dobbiamo sapere cosa ha fatto costui negli ultimi sei mesi. Ah, mi raccomando, poco rumore, la questione è delicata”.

L’ispettore informò il suo capo che il Generale Marshall non si era ufficialmente mosso dagli U.S.A.

“Però Commissario, un certo Harold Pinter ha passato gli ultimi sei mesi in Italia. E’ rientrato negli Stati Uniti, con un volo da Roma, circa una settimana fa e, ovviamente è sparito nel nulla!!”

Chiaro, Pinter era Marshall.

Il Commissario chiamò il suo caro amico Jerry Scotti, italiano di Matelica e funzionario all’FBI.

“Vecchio lupo come stai? Cosa posso fare per te?”

“Ciao Jerry, verrei a trovarti, informalmente, devo farti leggere un documento”

“Sei sempre il benvenuto. Ti aspetto. Fammi sapere quando arrivi”.

Il Questore non ci credeva.

“Mi sta chiedendo quindici giorni di vacanza? Sta bene?”

“Si Dottoressa, non si preoccupi, devo fare un viaggetto”

“Ah, adesso ho capito. Mi farà sapere…. Spero”

“Tranquilla, quando torno le racconto tutto”

“Buone vacanze Commissario”.

Tre giorni dopo il Sig. Prudente e consorte prendevano un volo da Roma con destinazione Philadelphia.

L’amico Jerry venne a prenderli in aeroporto con la moglie Lara.

“Carissimi, siete ovviamente miei ospiti, la casa è grande ed i ragazzi sono al college. Ho preso una settimana di congedo così potrò farvi da cicerone”.

La moglie di Jerry, funzionario del comune di Philadelphia,  si era presa qualche giorno di vacanza per accompagnare gli amici Italiani alla scoperta della Città.

Philadelphia, informalmente detta anche Philly) è la quinta città per popolazione degli Stati Uniti d'America e la più importante dello stato della Pennsylvania.

Fondata nel 1682 dal quacchero William Penn, Filadelfia è una delle più antiche città degli Stati Uniti d'America, e fra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX fu la città più grande del Paese. In quell'epoca vi furono redatte la dichiarazione di Indipendenza (1776) e la costituzione statunitense.

Filadelfia sorge sulla riva occidentale del fiume Delaware, ed è attraversata da un suo affluente, lo Schuylkill; il centro storico della città è compreso fra questi due fiumi.

L’agente dell’F.B.I. lesse con estremo interesse il dossier ed ascoltò con molta attenzione il racconto del Commissario.

“Vuoi incontrare Marshall, suppongo.”

“Esatto”

“Se vuoi ci andiamo subito”

Arrivarono davanti ad una villetta bianca in un bel quartiere residenziale.

Suonarono alla porta e si presentarono.

Il Generale in pensione li ricevette in un bel salotto arredato con molto gusto.

Il commissario si trovò davanti un marcantonio di quasi due metri con spalle da giocatore di Football Americano ed un fisico che dimostrava non più di cinquanta anni.

“Adesso ho capito come un settantenne possa sparare con un M40 da più di mille metri e fare secco un cristiano. Questi qui sono esseri bionici !!!” Questo era il pensiero del Commissario.

L’inglese del poliziotto Italiano era decisamente molto buono, ricevette i complimenti del Generale, quello che lo soprese e che li ricevette in Italiano ed anche in un ottimo Italiano.

“Commissario, non perdiamo tempo, vuole arrestarmi? Ho fatto quello che dovevate fare voi cinquanta anni fa.”

“Quindi lei non nega?”

“Sono un soldato, avevo una missione, l’ho portata a termine con successo”

Il Commissario guardò Jerry.

“Direi che abbiamo finito. Penso che sarà molto divertente fare i turisti a Philadelphia pe runa settimana. Dopo porterò la mia signora a fare una settima di mare nello Yucatan e me ne tornerò in Italia molto abbronzato”.

Si congedò dal Generale che gli disse “Lei è un uomo che conosce la giustizia. E, come Lei ben sa, la legge e la giustizia spesso non sono la stessa cosa”.

Furono due settimane molto piacevoli.

Quando tornò in Italia per prima cosa chiese un incontro con il Questore.

Venne ricevuto in giornata.

Quando terminò il suo racconto la dottoressa Gransottana si trovò totalmente d’accordo con lui.

Chiuse il caso dell’omicidio dell’ex magistrato e si dedicò alla burocrazia rimasta in sospeso.

Verso le 16,00 chiamò la moglie al telefono.

“Ciao. Tra un’ora esco che ne dici se ceniamo al Cavallo Scosso questa sera?”

“Ottima idea, prenoto subito, che dici per le nove va bene?”

“Direi di si, sarò ad Asti più o meno per le sette, ci facciamo un giro di aperitivi e poi andiamo a cena”.

Terminò di sistemare la burocrazia in esubero, usci dall’ufficio, salì sull’auto e si diresse verso Asti.

Decise di fare la statale, tanto non aveva nessuna fretta.


Id: 3377 Data: 16/11/2016 10:32:54

*

Giorni difficili.

Erano giorni difficili all’antidroga di Torino.

Qualcuno aveva messo sul mercato una partita di eroina troppo pura e purtroppo vi erano state parecchie morti per overdose. Si trattava di capire perché.

Non conviene a chi gestisce lo spaccio fare un errore del genere, come ben si sa i tossici sono clienti da tenere in vita il più a lungo possibile anche se purtroppo il ricambio non manca mai.

Emanuele Vitrotti, a capo della sezione da cinque anni, mai si era trovato in una situazione così allarmante.

Gli informatori non avevano notizie utili a capire da dove arrivasse la partita mortale e l’eroina troppo pura continuava ad essere immessa sulla piazza con costanza e regolarità.

Non si trattava di un errore, si trattava di una strage!

Vitrotti, 56 anni, si era separato da circa un mese, la moglie non ne poteva veramente più di quella vita.

Lele non aveva orari e non aveva la possibilità di condurre un’esistenza normale.

“Hai sposato il tuo lavoro e quindi non hai più bisogno di me, sempre ammesso che tu ne abbia mai avuto bisogno….”.

La frase di Marisa non lasciava spazio a dubbi.

Lui amava intensamente quella santa donna che aveva sopportato in silenzio per  30 anni al “non presenza” del marito in qualunque occasione normale di una vita di coppia.

“Ha sopportato fin troppo ed ha ragione, sono uno stronzo egoista”.

La goccia che fece traboccare il vaso fu sicuramente il rifiuto di Lele all’offerta che gli fece suo cognato.

Ernesto Palladino, fratello di Marisa, era il Titolare della “C.E.I. (Componenti Elettronici  Industriali) S.p.A.” “

Era molto legato alla sorella ed al cognato.  Capiva perfettamente che i due si amavano molto e che quando in una relazione, anche se basata su un grande amore, s’interseca un interesse trasversale come la grande passione di Lele per il suo lavoro, poco a poco la relazione si sgretola.

Ad Agosto, durante i 15 giorni di vacanza che Lele era “obbligato” a prendersi, mentre bevevano qualcosa ne parco della splendida villa che il Palladino aveva acquistato in Sardegna, ricevette una proposta dal cognato.

"Lele, ascolta, hai 56 anni e da 30 sei in Polizia, hai svolto incarichi importanti e oggi sei a capo dell’antidroga, questo ti fa molto onore. Ti rendi conto però che tu e  Marisa vi state perdendo? …. Ascoltami, hai un’esperienza importante alle spalle, io ho 23 stabilimenti nel mondo e faccio componenti elettronici soggetti a brevetto e sempre a rischio spionaggio industriale. Claudio Caviggioli, nostro responsabile della sicurezza andrà in pensione a fine anno. Vorresti prendere tu il suo posto? Potresti congedarti in settembre, affiancare Claudio fino a fine anno, facendo un serio lavoro di passaggio consegne e prendere il comando della Direzione Sicurezza in gennaio.”.

La sera Lele e Marisa uscirono a cena, da soli.

“Hai parlato con mio fratello?”

 “Si”

 “Cosa ne pensi?”

 “Penso che  una persona con un minimo di cervello avrebbe dovuto accettare”

 “Ma non lo hai fatto, vero?”

 “Già!”.

Finì la discussione e finì anche il loro matrimonio.

Al rientro dalle vacanze Marisa fece le valige e se ne andò.

Ai primi di ottobre venne contattato dall’avvocato Sardella, legale della famiglia Palladino, l’oggetto della chiamata era la pratica di separazione.

“Avvocato, non ci sono problemi, prepari la carte e mi dica quando posso passare a firmare, grazie.”. Sardella abbassò la cornetta sconsolato, guardo Marisa ed il fratello “Mi ha detto di preparare le carte e che passerà a firmarle quando saranno pronte”.

Marisa scoppiò in lacrime, possibile che quel maledetto lavoro avesse reso il suo Lele così dipendente da non permettergli di capire cosa era veramente importante nella vita.

Un paio di giorni dopo venne contattato dal figlio Angelo, ventotto anni, ricercatore all’Institute of Systems and Synthetic  Biology dell’Imperial College di Londra.

“Papà domani prendo l’aereo, sarò a Torino per le nove, vieni a prendermi?”.

Il mattino seguente alle nove abbraccio con piacere il figlio, erano sei mesi che non si vedevano.

“Fammi capire, lo zio ti offre un lavoro stimolante e molto adatto alla tua indole e tu lo rifiuti. La mamma ti lascia e tu non fai assolutamente nulla, accetti la situazione senza dare la ben che minima spiegazione.”

“Cosa ti posso dire Angelo, sono uno sbirro, so fale solo lo sbirro, combatto un male radicato e tremendo e forse ormai dipendo da questo lavoro esattamente come i tossici dipendono dall’eroina”.

Furono le ultime parole che Angelo sentì da suo padre.

Telegiornale Nazionale del 14 ottobre  :

“Oggi, durante un’azione contro una banda di narcotrafficanti, ha perso la vita in un conflitto a fuoco il Commissario  Emanuele Vitrotti.  I trafficanti sono riusciti a fuggire, le indagini sono in corso.”

Suonò il telefono Una voce anonima disse “Dottore, noi torniamo, la situazione si normalizzerà a breve, la partita tossica è stata ritirata dal mercato, l’obiettivo è stato raggiunto”.

Ernesto Palladino tirò un respiro di sollievo. La copertura era al riparo, tutto proseguiva secondo quanto stabilito a Palermo in gennaio. Se quel cretino di suo cognato avesse accettato la sua proposta di lavoro non ci sarebbe stato bisogno di arrivare ad una soluzione così drastica. Pazienza, sono gli inconvenienti del mestiere e qualche spiacevole intoppo purtroppo bisogna sempre metterlo in conto.

C’erano  però delle cose che, ne lui ne gli esponenti  dell’organizzazione criminale cui era affiliato, sapevano.


Id: 3368 Data: 03/11/2016 10:18:07