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Diario di bordo 2007 - Nel parco dellarcipelago
Dal diario della traversata in Kayak dalla Corsica all'Italia Isla Negra, 07/09/2007
Gli odori di mirto e liquirizia si mescolano nell'aria, nascosti dietro quello della salsedine. I piedi sono sulla tolda della nave, il cuore è già a Montecristo. Per la prima volta, come adesso, sul quadrato si ascolta musica e tutto sembra davvero filare liscio. Il kajak segue l'Isla Negra che incrocia a tre nodi il Mar Tirreno come un cucciolo fedele segue il suo padrone. Vedo sguardi e sorrisi sereni. Sento l'atmosfera della vacanza. Dov'è finita l'adrenalina dell'avventura? Sono sicuro che è tutta ancora nelle vene delle braccia potenti del ragazzo della canoa. Il pennone di prua della nave scarabocchia il profilo dell'isola che già si staglia all'orizzonte in una sera di luglio di un giorno qualsiasi, ma che per noi resterà indimenticabile. Ad un tratto, nella compattezza dell'azzurro che ci circonda appare un puntino in avvicinamento: il gommone del guardiano dell'isola. La prova provata dell'esistenza di un mestiere del genere mi suggerisce la risposta alla domanda: <<cosa vuoi fare da grande?>>, semmai dovessi rinascere. Il guardiano saluta. Un saluto essenziale nei nostri confronti ma che diventa conversazione con il Capitano dell'Isla. I due uomini stanno scambiando il messaggio di antica solidarietà e fratellanza che contraddistingue la gente di mare. Come in codice. Come delfini. Al molo di Cala Maestra ci accoglie una piccola comunità. Vedo gente venirci incontro da un ripido sentiero che collega la spiaggia al gruppo di piccoli fabbricati costruiti a mezza costa sulla collina. E' un déjà vu: sembra di essere in un villaggio africano al sopraggiungere di stranieri. Una famiglia di tre persone, quella del guardiano, e due guardie forestali. Questi sono gli abitanti di Montecristo. Questi sono gli unici esseri umani ammessi a godere 24 ore al giorno di un grosso scoglio in mezzo al mare, né Italia né Francia, a metà tra sogno e realtà. Tutto il resto del mondo è fuori ed è altro. Quando me lo dicono mi sembra assurdo che questa gente abbia bisogno di noi per il pane, l'acqua, il sapone e le medicine. Io ho bisogno di questa pace e di questa purezza! Chi arriverà in mio soccorso quando sarò sulla terraferma? La nave resterà all'ancora solo per qualche ora. Mi viene in mente Flaiano:
<<I giorni da ricordare nella vita sono pochi, tutti gli altri fanno numero>>
Id: 674 Data: 16/07/2010 12:03:08
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Diario di Bordo 2007 - Montecristo -
Waiting Montecristo 2007/07/09 11:45 E' un altro momento buono per scrivere. Le fasi come queste possono essere definite “di transizione”, ottime da dedicare al genio ed alla creatività perchè sacrificabili alla pura astrazione. C'è stato un “prima” frenetico, dalle 3.30 alle 4.30 di stamattina, periodo coincidente con la preparazione della partenza di Mirko da Solenzara. C'è un “dopo” che ognuno di noi vive in fremente attesa: l'arrivo all'isola negata. Montecristo. Questa spedizione ha incluso l'isola nell'itinerario ma più volte gli eventi hanno messo in dubbio la possibilità di un attracco o del semplice attraversamento di un tratto di mare troppo vicino. Montecristo è un parco nazionale superprotetto, giustamente negato alla civiltà del surriscaldamento terrestre ma incomprensibilmente sottratto anche al programma di questa avventura. Nel periodo di transizione di questo viaggio, invece, mentre nessuno se lo aspettava, Montecristo ha concesso di essere ammirata. Dall'Ente parco è arrivato un fax che autorizza ad incrociare nelle sue acque territoriali. Stiamo facendo rotta verso un appuntamento ormai inaspettato con la natura. Mirko va, da tre anni a questa parte ha sempre fatto il suo dovere. Cinquantaquattro colpi di pagaia al minuto senza un lamento, con la mano alzata in segno di saluto ogniqualvolta qualcuno gli dedichi una parola di incitamento. Mi piacerebbe attraversare i suoi pensieri. Ora è nel suo elemento naturale: l'acqua. E' stretto nell'abbraccio della sua passione e confortato dalla presenza di chi gli vuole bene. Cinzia, sua sorella, è una ragazza minuta dallo sguardo dolce e sottile; accudisce tutti noi come fa una madre nei confronti degli amici più cari del proprio figlio. Prepara pranzi e merende, offre caffè e sorrisi. Ogni tanto l'ho vista lanciare sguardi carichi di orgoglio ed apprensione verso il kajak dove la sua carne vive una delle emozioni più grandi della sua vita. L'ho vista apprezzare il sacrificio e riflettere sul suo corpo ogni gesto del fratello mentre i capelli biondi al vento le frustavano la fronte. La notte è trascorsa in fretta ed il giorno è foriero di gloria per questi due ragazzi silenziosi. A venticinque miglia dall'arrivo, alla metà esatta del percorso, si prova una sensazione di perfetto equilibrio. Una dimensione da favola dove le persone giuste vincono sempre.
Id: 63 Data: 16/02/2008
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