I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Stavo pensando alla storia di un vecchio scrittore che doveva lavorare ad un suo libro e non riusciva più a trovare la giusta ispirazione.
Un giorno aveva deciso di andare a fare una passeggiata,pensando che,forse,distrarsi lo avrebbe aiutato nella stesura del suo romanzo.
mentre stava passeggiando per le strade del Centro,notò una bottega di un rigattiere.
Vi entrò e iniziò a curiosare fra la merce.Stava curiosando,quando notò una penna molto bella.Era bella,elegante,di marca.
"Ho sempre amato questo tipo di penne,"pensò fra sè.
Così decise di comprarla.
"Può darsi che la nuova penna mi sblocchi,"continuò fra sè.
Tornò a casa con la sua nuova penna.
Si mise alla scrivania e iniziò a scrivere.Sembrava che l'ispirazione gli fosse tornata.
Scriveva...scriveva...Non si fermava più.Scriveva di giorno e di notte.
A volte,era talmente preso dalla scrittura,che dimenticava persino di mangiare.
Ma più lui scriveva più si indeboliva,mentre la penna sembrava acquistare forza.
Alla fine,riuscì a scrivere il suo best seller,la sua opera più importante,ma era diventato l'ombra di sè stesso,al punto di stare per perdere la vita.
Lo scrittore capì che c'era qualcosa che non andava.Era come se la penna avesse assorbito tutte le sue energie per scrivere uno dei più bei libri degli ultimi tempi e lui fosse sparito.
L'opera non era sua,ma era frutto della perfidia della penna.
Lo scrittore non ci stava più.Non voleva perdere sè stesso pur di avere fama e successo
"Se riuscirò dovrò farlo grazie alle mie doti."
Così,prese la penna e la riportò all'antiquario,dicendo che a lui non serviva più.
Aveva imparato la lezione.
"Bisogna sempre riuscire con le proprie forze e le proprie capacità,senza servirsi di mezzi poco leciti...Quasi magici,direi..."