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Raccolta di testi in prosa di Paola Doria
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Il Sentiero

Il sentiero


In un bosco incantato, cespugli di ribes e boccioli di rose costeggiavano il sentiero sconnesso e tortuoso che portava oltre la collina dove scendeva il sole....l'ora del tramonto creava effetti di ombra e luce che bloccavano il respiro, l'aria sembrava galleggiare, profumi di ginestre, di pini e di funghi nascosti sotto il muschio inebriavano i sensi...donando a chiunque vi entrasse una sensazione di incanto...il silenzio rumoreggiava tra i tronchi di albero ed ogni passo sul sentiero scricchiolava rumoroso attirando l'attenzione di ogni più piccola creatura del bosco...
Immersi totalmente nella magia della Natura, lo sguardo correva sull'orizzonte, andando a perdersi oltre la ripidissima scogliera che cadeva a picco fra le onde schiumose dell'oceano. In lontananza, alla fine del sentiero, il rosseggiare dei tetti del villaggio e le tremule luci che, allo scomparire del sole, andavano accendendosi una dopo l'altra.
Richiamata da un verso singolare, inusuale per quello scenario, la ragazza esitò un istante e si fermò sul ciglio del sentiero guardandosi intorno. Una farfalla danzava accanto a lei, e sulla scia del rumore sentito, si incamminò sul ciglio della scogliera...la farfalla al suo fianco...gli occhi passavano dal terriccio del sentiero che si faceva sempre più sottile, al colore blu del mare alla sua destra...la brezza fresca le accarezzava il viso...Per un attimo si fermò, chiuse gli occhi ad inspirarne il pofumo...
Il sentiero, da un lato il bosco e dall'altro la scogliera, si perdeva all'infinito, ma Maggie non si chiedeva dove portasse...strani movimenti tra i cespugli e mille occhi osservavano i suoi passi incerti. Lei ignara continuò il suo camminare. Il tramonto ormai era quasi al termine e la luce creava strani giochi di ombre che donavano ai colori un aspetto nuovo.
Il sentiero si distaccò leggermente dalla scogliera e si trovò in uno spazio più ampio, il terriccio leggermente mosso dalla brezza, l'imbrunire del cielo, il suono che a cadenze si ripeteva. Si fermò ad osservare....
Voltandosi verso il tramonto vide il cielo quasi fiammeggiante. Il sole, ormai scomparso, salutava l'arrivo della notte con i suoi ultimi bagliori. Maggie decise di fermarsi un attimo. Quel cielo dai colori quasi irreali aveva riportato il suo pensiero ad una sera che sembrava ormai tanto lontana nel tempo, quando aveva scoperto che .....
-"Maggie?"- una voce esitante ma dolcissima, alle sue spalle, aveva appena pronunciato il suo nome. Una voce che Maggie conosceva benissimo. "Tommy..... sei tu?" Quasi fosse uscito dai suoi pensieri Tom avanzò lentamente verso di lei fissando lo sguardo nei suoi occhi. I due si guardarono a lungo senza riuscire a parlare. Un silenzio lunghissimo, interminabile, a tratti soffocante che trasformò l'atmosfera calda e avvolgente della sera in una notte buia e inaspettatamente fredda.
Era diverso...sembrava diverso. Guardandolo, Maggie, dopo un primo momento di emozione profonda, notò che attorno a lui si stagliava un riflesso argenteo....i fruscii nei cespugli a quel punto divennero più intensi, le parve che il bosco, il sentiero ed anche il mare brillassero in modo inusuale.
Si rese conto che riusciva a sentire quello che Tommy le stava dicendo senza che muovesse le labbra, capì che le chiedeva di restare tranquilla e calma e che probabilmente il destino l'aveva condotta lì per il giusto motivo...ma quale motivo? e perchè aveva lasciato il bar con le amiche per percorrere da sola un sentiero, che nemmeno conosceva, che non sapeva dove l'avrebbe portata. E perchè non aveva sentito tutti i bisbiglii, non aveva visto gli sguardi?
Si sentì mancare, la testa cominciò a girarle vorticosamente...
Il malessere diventava sempre più forte accompagnato da un senso di nausea. Ma non voleva mostrare la sua fragilità.... così distolse lo sguardo, si voltò e fissò una stella luminosissima comparsa sopra l'orizzonte. La brezza della notte le accarezzò i capelli e un ciuffo di riccioli scuri le cadde sugli occhi. Proprio in tempo per coprire una lacrima che stava scendendo. Si sentì avvolgere da una sensazione di calore piacevolissima. Era come se qualcuno la stesse abbracciando da dietro le spalle e un alito altrettando caldo e sensuale le sfiorò la nuca salendo sino alle tempie. Maggie inclinò la testa per godere totalmente di quella sensazione. Quell'alito caldo.....quelle labbra, le sfioravano il collo, i capelli .....ed era straordinario lasciarsi avvolgere completamente da quel calore, così confortante, così coinvolgente. Stranamente quell'abbraccio la stava aiutando a sentirsi bene, straordinariamente bene.....finalmente in pace.
Quel malessere, quella sofferenza acuta e gelida sentita sino a poco prima era scomparsa, misteriosamente annullata da quell'abbraccio avvolgente e forte, pieno di amore e di sensualità.
Con gli occhi cercò di capire che cosa Tommy avesse intenzione di fare. Ma Tommy non c'era. Non c'era proprio nessuno lì. Era sola. Completamente sola. E una luna scintillante, piena, comparsa da dietro una nube, illuminava il sentiero deserto. Maggie si guardò intorno cercando un segno della presenza di Tom.
La farfalla che, al tramonto, le era volata vicino ricomparve misteriosamente dal buio circondata da quello stesso riflesso argenteo che aveva notato attorno al suo Tommy. Le si appoggiò sulla mano e Maggie percepì di nuovo quella stessa avvolgente sensazione di calore.
...Si guardò attorno...era buio ormai e luci giocavano sul mare, il bosco invece cupo e misterioso, dava segni delicati e sussurrava parole miste a suoni...Maggie, un terribile fifona...
Dritte le spalle, le mani strette a pugno, l'incedere deciso la portarono a raggiungere il bosco....dove trovò il buio totale...sottile, lieve e silenziosa si incamminò facendo affidamento sul tatto, tastando i tronchi di albero e muovendo delicatamente i piedi negli scarponi cominciò ad addentrarsi in quello che sarebbe stato il viaggio più significativo della sua vita....
Mille pensieri le confondevano la mente, mille emozioni e troppe domande, soprattutto dopo aver incontrato Tommy...almeno quel presunto Tommy...i piedi macinavano terreno e il terreno così la catturava...
Si fermò per la stanchezza ed appoggiata ad un albero respirò chiudendo gli occhi e cercando di pensare, nessun pensiero si riusciva a stagliare nella sua mente e dopo aver ripreso fiato, ricominciò il cammino...arrivando dopo probabilmente ore, ad una costruzione metallica e lucente, brillava con la luna e sembrava luce...la paura mista alla curiosità la spinse ad avvicinarcisi ancora di più fino a riuscire a sfiorarla con i polpastrelli di una mano...calda, era calda.
Caldo non da scottare, quel caldo che sembra più una casa, un nido, una protezione...a tastoni percorse il perimetro della costruzione...a volte blu, al cielo della notte, e a volte argentea....
come l'argento della lama che tommy, che non visto l'aveva seguita, stringeva con la mano destra nella tasca dei jeans.
Maggie disorientata decise di far ritorno nel bosco...il fruscio sempre alle sue spalle, la portò ad accelerare il passo fino a rendersi conto che ciò che stava attorno non lo riconosceva...l'assenza della luce del giorno aveva sicuramente cambiato l'aspetto della foresta, o forse semplicemente il sentiero non era più lo stesso. Completamente persa, si fermò in una radura nel bosco e avvertì il rumore rapido e martellante del suo cuore che accompagnava il respiro veloce. La salivazione azzerata...la farfalla persa nella notte...Al suo fermarsi anche i fruscii alle sue spalle tacquero...
Si fece coraggio attingendo a tutto quello che di razionale poteva venirle in mente...i programmi del giorno dopo, la festa per il suo compleanno da organizzare, gli amici da invitare...gli amici...per un attimo le vennero in mente gli occhi di Tommy che per un attimo aveva cancellato dai ricordi...riprese il cammino, notando in lontananza un casolare...
Tom la seguiva da lontano, nascondendosi nel buio, ben attento a qualunque movimento di Maggie che, sempre più in preda all'ansia, era ormai vicina all'ingresso del piccolo cottage.
Stava per entrare quando un particolare richiamò la sua attenzione. Dal davanzale della finestra del primo piano, illuminato da una luce fioca, dondolava una corda nera, corta ma di un certo spessore. Si muoveva in modo strano, come se qualcuno la stesse facendo saltare e quasi accarezzando lo spettacolare rampicante fiorito che raggiungeva il tetto dell'abitazione.
Un rumore alle sue spalle la fece trasalire e improvvisamente quel senso di inquietudine si fece ancora più soffocante. Senza esitare oltre si avvicinò alla porta del casolare in cerca del campanello. Ma la porta era aperta e dava su un piccolo ingresso illuminato di riflesso da un piccolo faretto sistemato vicino alla scala di fronte, che portava al piano superiore.
"E' permesso? C'è qualcuno?" -chiese Maggie guardandosi attorno. "-Mi scuso di essere entrata di mia iniziativa -continò Maggie- ma la porta era aperta e avrei bisogno di fare una telefonata..... se foste così gentili......"- Nessuno rispose. La casa era immersa nel silenzio. Nell'aria un odore stranissimo....
Senza accorgersi che due occhi scuri la fissavano attraverso una finestra laterale, Maggie, ormai certa che a piano terra non ci fosse nessuno, decise di raggiungere il piano superiore.
La scala di legno, coperta da un'elegante guida rosso porpora, terminava in un pianerottolo, sul quale si affacciavano tre porte. Solo una era aperta. Era da lì che proveniva la luce fioca che aveva notato da fuori. A quel punto un presentimento si fece largo nei pensieri di Maggie.... la porta aperta, il silenzio, la luce, quell'odore strano e sempre più forte... Stava per voltarsi e fuggire, fuggire via il più velocemente possibile ma la porta d'ingresso si chiuse sbattendo improvvisamente e un rumore lasciò intendere che qualcuno era entrato in casa dopo di lei. Istintivamente Maggie oltrepassò la porta della camera che aveva davanti. Era una camera da letto. A terra, sopra un tappeto dai colori irriconoscibili, un corpo straziato e orrendamente mutilato, privo di mani e di testa. Impossibile capire se si trattasse di un uomo o di una donna. Qua e là brandelli di abiti, resti organici, qualcosa che sembrava una poltiglia informe e sangue.....sangue ovunque. Inorridita, reprimendo un conato di vomito, Maggie si guardò intorno in cerca di una via di fuga. L'unica possibilità era la finestra. Cercando di ignorare quel cadavere e ciò che aveva intorno, Maggie raggiunse la finestra aperta. Dietro di lei dei passi che salivano la scala. Ormai in preda al panico, con le mani gelide e la fronte sudata, fece per scavalcare il davanzale quando si rese conto che quella che aveva visto dondolare da fuori non era una corda.........
Sul davanzale, bloccata da un vaso di erbe aromatiche, profumatissime nonostante l'odore del sangue, c'era una testa...sicuramente quel capo mozzato che mancava al cadavere. E quella che dall'esterno le era sembrata una corda, altro non era se non una treccia di capelli neri che dondolavano nel vuoto.
Questa volta Maggie non riuscì a trattenersi. Vedere quel volto sfigurato e insanguinato dal quale erano stati prelevati anche gli occhi era decisamente troppo e il suo stomaco non resse oltre. Ma non c'era tempo per stare male a lungo...i passi sul ballatoio esterno alla camera indicavano che, chiunque fosse in casa, stava per raggiungerla.Scavalcò il davanzale e, ignorando anche la sensazione di vertigine, con le mani sporche di sangue si aggrappò al rampicante sperando che potesse reggere il suo peso poi, con un'agilità che non immaginava di avere, discese lungo la parete saltando i pochi metri che la separavano dal terreno. Cadde a terra pesantemente e nel rialzarsi inciampò contro qualcosa che non aveva notato quando si era avvicinata al casolare. Il colpo fu violento. Il dolore fece svenire Maggie che, tramante e sudata, cadde incosciente tra l'erba.
Si svegliò con la luce della luna che brillava nella notte e guardando in alto vide la testa mozzata appesa...riconobbe il volto, ma non riusciva a dargli un nome...spaventata, le unghie aggrappate alla terra, si alzò e guardandosi attorno cominciò a porsi domande...perchè si era allontanata dalle amiche da sola, perchè non era tornata indietro appena cominciato il crepuscolo...perchè ora era lì...le mani in tasca, le spalle dritte, si avvicinò di nuovo alla finestra del cottage...dentro la luce di un camino acceso...e sul divano tre persone a lei ben note...le sue tre amiche...vestite di nero...
Piangevano, si abbracciavano e si scambiavano "cose"...sue cose...sue di Maggie...
Le girava la testa ora...aveva un'anticamera buia e nebbiosa nella mente, i cui ricordi sembravano essere scomparsi...
Aveva organizzato una gita al cottage...al suo cottage...e quello lo era...era il suo cottage...
qualcosa era successo...e poi, inspiegabilmente si era allontanata dalle altre...e poi mille cose si accavallavano nei suoi pensieri...girandosi, rivide lui...fermo, un coltello nella mano...
Spalancò la bocca ed urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ma nessuno riuscì a sentirla. Così cominciò a battere i palmi delle mani contro il vetro della finestra nella speranza che le sue amiche potessero sentirla. Niente sembrava potesse scalfire la serata triste e amara delle ragazze.
Corse verso l'ingresso del cottage, aprì la porta facendola sbattere contro la parete laterale...ma nessuno accorse, nessuno la sentì entrare. Le scale, due a due, non scricchiolavano al suo pensiero e si chiese perchè fosse la prima volta a notarlo...raggiunse la camera che aveva oltrepassato prima...aperta, rivide il corpo a terra...il corpo senza testa...
Si fece coraggio nel guardare verso la finestra, dove intravide il volto appeso alla treccia, quel volto era il volto di qualcuno che lei conosceva bene...si girò di scatto.
La porta si aprì ed entrò Angie, una delle sue amiche, prese il cellulare dalla tasca del corpo inanimato, richiuse la porta ed uscì...come poteva non averla vista...
Cominciò ad osservare meglio la stanza in cui sembrava riconoscere oggetti e sapori noti, fino ad arrivare ad una cassettiera che attirò la sua attenzione. Fece un passo, un altro, e sempre più lentamente si avvicinò al mobile. Sollevò il viso, ed incrociò lo specchio...di fronte a lei, un viso noto. Il suo viso, quello della testa appesa...Un fulmine le attraversò la mente, si voltò di scatto guardando il volto appeso fuori e poi si rigirò a guardare lo specchio di fronte a lei...lo stesso viso...lo stesso colore...di là gli occhi chiusi, di qua gli occhi aperti.
Si svegliò con la luce della luna che brillava nella notte ... Una fitta lancinante le attraversò la testa. Un dolore che pulsava. E qualcosa di freddo le scivolò dalla fronte lungo il viso. Maggie lanciò un grido e poi si voltò di scatto e concentrò lo sguardo attorno a se'....
Un ciuffo d'erba le solleticava il viso. Mosse la mano per spostarlo dagli occhi quando sentì sulle dita qualcosa di bagnato e notò degli occhi puntati addosso a lei "Ci...ci scusi tanto signorina.... Noi, noi non l'abbiamo fatto apposta". Tre ragazzini spaventati la fissavano senza il coraggio di avvicinarsi. Vicino a lei Tommy, dall'aria preoccupata e con in mano qualcosa che sembrava un fazzoletto bagnato. "Che è successo?" chiese Maggie rendendosi conto di essere sdraiata sul bordo del sentiero che conduceva al paese. Era buio e la luna piena, straordinariamente bella, illuminava il gruppetto fermo attorno alla ragazza. Ebbe un capogiro fortissimo ma Tommy, prontamente, la invitò a restare immobile.
"Noi.... non l'abbiamo fatto apposta" ripeterono quasi in coro i ragazzini. "Su ragazzi ora andate" li invitò Tommy con voce ferma "fortunatamente non è successo nulla di grave. La prossima volta però fate più attenzione. Le conseguenze potevano essere peggiori". "Si si...ha ragione" risposero i ragazzi e scusandosi ancora si allontanarono correndo.
"Posso sapere che è successo?" chiese di nuovo Maggie. "Non ho assistito a tutta la scena" le risposte Tommy. "Avevo deciso di percorrere a piedi il sentiero per godermi l'aria della sera prima di raggiungerti alla festa del paese e quando sono arrivato qui ti ho trovata sdraiata a terra svenuta e i tre ragazzini bianchi di paura". "Mi hanno raccontato che stavano giocando a lanciare sassi verso la scogliera e non si sono resi conto che c'eri tu sul sentiero. Un sasso ti ha colpito in testa e il dolore ti ha fatto perdere i sensi. Probabilmente cadendo hai anche sbattuto su questa sporgenza. Poteva finire molto male sai Maggie?" Tommy la baciò tornando poi a bagnarle la fronte con il bagnato.
Maggie era ancora intontita dal dolore, ma riuscì a mettersi seduta. Ma allora...il casolare, l'omicidio, la testa mozzata, il sangue....era stato tutto frutto della sua immaginazione. Colpa di quel sasso che l'aveva colpita. Era stato tutto un incubo. Un terribile incubo.
"Ce la fai ad alzarti?" le chiese Tommy "cerchiamo di raggiungere il paese". "A proposito -le domandò ancora- ma come mai hai lasciato la festa e le tue amiche?" "Mah..così" rispose Maggie "avevo voglia di stare un po' da sola".
"Vieni, andiamo, appoggiati a me". Tommy l'aiutò a sollevarsi e insieme si incamminarono lungo il sentiero. Arrivati in paese raggiunsero le amiche di Maggie ancora al bar dove le aveva lasciate. La festa era ancora in pieno svolgimento e la musica si diffondeva ovunque. Ad un volume tanto alto da coprire le grida provenienti da un casolare non lontanissimo, dove un uomo -tornando a casa- aveva appena trovato il cadavere della figlia.

Alvie, Maggie, Avid
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Id: 294 Data: 12/12/2008 11:42:02