I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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A te che ami
Il sole splende all'orizzonte e s’incontra a metà cielo con la tempesta. Dove sei te potresti andare sulla spiaggia a passeggiare dove sono io serve un piumone e la cioccolata calda. Incontriamoci a metà strada, lì dove il sole splende con la pioggia che cade, lì dove possiamo passeggiare anche se fa freddo, lì dove potremmo finalmente guardarci negli occhi e i baci non saranno solo un'immagine lontana nella testa. In fondo questo è tutto quello che una persona desidera. Essere amata incondizionatamente come ama, essere protetta come protegge, sentire le parole d’amore che a sua volta sussurra nella notte. A te, che leggi tremante sperando che il dolore al cuore passi, a te che hai chiuso una storia da poco per il tuo bene e per il suo ma anche razionalmente fa male, a te che stai iniziando un amore nuovo e hai già paura di cadere e farti male ancor prima di esserti mossa. A te, vorrei dire queste parole, raccontare questa storia, farti capire che amore è amore a qualsiasi ora, di fronte a qualsiasi difficoltà e con chiunque ricambi i tuoi sentimenti. Tu che sei ferma in piedi e non sai se fare un passo verso di lui o girarti e correre il più lontano possibile, ti chiedo di stare ferma ancora un secondo, smetti di tremare, non avere paura, presto capirai e le tue gambe torneranno forti, torneranno vive e smetteranno di tremare o di essere pietra, il tuo cuore si calmerà e la testa avrà solo un pensiero “Fallo.” E tu allora fallo, buttati quando sarai sicura, corri da lui abbraccialo e bacialo che non c’è nulla di più bello di chi ama sapendo di essere sincero. Per adesso, solo un momento ancora, smuovi il corpo da quella posizione di difesa con le gambe pronte a correre lontano e le braccia pronte a coprire il tuo viso che si prepara alle lacrime codarde che scenderanno. Non fare la codarda e ascolta, ascolta chi la codardia l’ha vista in faccia, l’ha presa per mano e seguita e poi quando l’ha rivista le ha sorriso e si è allontanata. Meglio vivere con il rimorso di aver avuto un amore sbagliato che ti ha straziato il cuore ma che ti ha regalato anche tanti sorrisi e risate che con il rimpianto del “E se avessi avuto più coraggio?” Ascolta chi di coraggio ne ha sempre avuto poco, ascolta chi è scappato e non seguirne l’esempio. Alzati adesso, fai un bel respiro e pensa al coraggio che non hai, pensa alle risate che non vi farete, ai baci che non vi darete, alle mattine in cui non ti sveglierai sapendo che ti ha cercata, pensata, amata. Non andrete mai al mare insieme e se non ti piace il mare, non andrete mai neanche in campeggio. Non dormirai abbracciata a lui sotto le stelle, non lo guarderai arrabbiarsi per un nonnulla e poi calmarsi con il tuo sorriso. Non piangerai mai per lui è vero ma non correrai mai giù per le scale per andargli incontro quando verrà a trovarti. Non dovrai soffrire perché litigate ma non ti sveglierai mai alle tre del mattino con una sua chiamata in cui dice “Ti amo amore.” È fastidioso essere svegliati alle tre del mattino ma è bellissimo riaddormentarsi poco dopo con il sorriso e sognarlo. Ti sveglieresti di buon umore anche il lunedì mattina. Non sentirai mai la prima volta in cui ti chiama amore e non potrai mai raccontare a nessuno il modo in cui ti ha guardato quando dubbioso te l’ha detto e ha aspettato la tua risposta. Non potrai mai urlargli dietro che lo ami dopo un litigio furioso come un uragano, non vedrai i suoi occhi guardarti allo stesso modo in cui lo guardi tu, con il tuo stesso amore, la tua stessa fiducia. Non sentirai mai “Sei proprio bella” mentre guarda una tua foto perché siete lontani, mai le sue mani sui tuoi fianchi mentre ti bacia e abbraccia dopo una lunga assenza. Perciò ti prego, da codarda, alzati fai un respiro profondo e corri. Corri verso di lui mettigli le mani al collo, bacialo e non lasciarlo fino a quando non sarai svuotata di tutti i sentimenti che hai per lui. Non lasciarlo fino a quando non gli avrai dato tutto l’amore di cui sei capace e, solo allora, fermati, respira, ricarica e prova ad amarlo ancora come se non ci fosse un domani e come se fosse il primo giorno e se finirà non disperare è dopo aver dato tutto che si ama con ancor più cuore e anima. E tu, tu che tutto questo lo hai già vissuto, che hai sorriso ma hai anche pianto, tu che hai visto i momenti brutti superare quelli belli e invadere la vostra felicità, uccidere i sorrisi per sostituirli a tempeste di lacrime ma che ami ancora. Ami disperatamente e credi che il mondo stia per finire, stia per morire ogni parte di te, hai lo stomaco che fa male, il cuore pesante in petto, la testa che pulsa dal pianto e dalla rabbia, ma le tue mani lo cercano, cercano la sua schiena per aggrapparsi e chiedere protezione, salvezza, cercano il suo sguardo per leggerlo perché sapete entrambi che solo voi riuscite a comunicare con lo sguardo. Cerchi il mare nei suoi occhi marrone per affogare il deserto dei tuoi occhi azzurri e il suono della sua voce che la notte ti sussurrava, “Sono qui.” anche se non ti era accanto. Tu hai già corso, hai già rischiato, hai dato tutta te stessa e quando sei caduta pensando di non avere più nulla da dare ti sei di nuovo rialzata e hai dato fino all’ultima goccia della tua fiducia, del tuo amore, i tuoi sorrisi migliori e peggiori, hai dato le lacrime, quelle dolci dei giorni felici e quelle salate dei litigi. Hai dato tutte le parole dolci che avevi, tutti i “ti amo” di cui eri capace, ma hai anche urlato qualche “Ti odio”, “Non ti voglio più vedere” di cui ti sei pentita ancor prima di finire di pronunciarli. Ti sarà scappato qualche urlo disperato, come un gradino mancato quando ti sembra di cadere ma resti in piedi. Ora sei a quel punto, a quel gradino mancante, ti senti svenire e hai bisogno di sederti, di riposare, di tornare a essere consapevole di te stessa. Anche tu ti prego siediti, hai avuto coraggio, complimenti, hai lottato fino all’ultimo e hai detto addio un po’ controvoglia un po’ per il vostro bene, perché tu ragioni ancora come un voi e non accetti che ci sei solo tuo ma va bene così, che si inizi l’amore o che esso finisca, c’è un punto, sia prima dell’inizio che dopo la fine in cui due persone diventano un voi prima di rendersene davvero conto. È lì che l’amore inizia, in quel voi silenzioso, in quel noi non detto ma percepito dagli sguardi, dai sorrisi, da te che non guardi i difetti ma solo quelle splendide labbra e di lui che non guarda nulla, ma con un abbraccio vede tutto ciò che sei e tu lo sai, voi sapete. Così è anche alla fine, per un po’ rimane un noi, un voi, che tutti vedono, però nessuno guarda. Ti chiederanno di voi, perché non lo siete più e saranno dispiaciuti ma tu, saprai che non è così. C’è ancora un voi da qualche parte, in un mondo tutto vostro c’è un qualcosa che ancora vi unisce e in mezzo a ricordi, baci, sguardi, stelle, prati, risate, carezze, il suo profumo sul collo, la sua felpa troppo grande, il tuo colore di capelli che lo faceva impazzire e il sapore del tuo burro cacao ci siete ancora. Siete voi e chiunque verrà dopo o c’è stato prima, non sarà mai voi e anche se fa male ed è finito tutto, in quel mondo, un po’ vero un po’ fatto solo d’amore, ci siete, vi cercherete ancora e vi troverete. Ti dico ora, da donna che ha amato, ed è stata amata, come te, alzati. Sorridi, anche se fa male sorridere da sola, cammina anche se non ricordi più com’è camminare sola, so che ti senti più pesante del solito ma va bene, è il peso dell’amore che devi riconquistare ma non il suo, il tuo. Sei sola ora ad andare avanti ma non è una cosa brutta, ora sembri fragile e insicura ma hai amato con tutta te stessa con tutto il tuo coraggio perciò non sei debole sei solo più forte. Ascolta chi ha avuto il coraggio di rischiare, chi ha avuto il coraggio di andare avanti e ha amato fino alla pazzia e non pentirti mai. Non pentirti di ciò che ti porti addosso, cicatrici ricordi o lacrime sii fiera. Sei meravigliosa quando ami e da sola sei meravigliosa perché hai conosciuto l’amore. A entrambe, a voi che in modo diverso vivete l’amore, ascoltate chi è stato codardo e coraggioso in momenti diversi e siate fiere di voi perché sapete amare e so che fa male sta sera, so che quando qualcosa inizia o finisce fa paura perciò stringetevi a voi stesse e piangete, sfogatevi, ascoltate canzoni tristi o allegre, urlate, ballate e domani sorridete perché sorgerà un altro sole.
Id: 3162 Data: 11/03/2016 23:49:45
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Le differenze del cuore
Essere una normale ragazza di vent’anni non è facile, ma quando la vita ti dona la vista a venticinque anni, essere normali è ancor meno facile. Come lo so? Per la prima volta nella mia vita oggi vedo un foglio a quadretti, per la prima volta vedo la stilografica che muovendosi con movimenti incerti regala al foglio il suo inchiostro blu scuro. Per la prima volta non mi serve toccare il foglio per capire cosa c’è scritto e non ho bisogno di qualcuno che mi guidi nella vita quotidiana. Come sono arrivata a conquistare il senso della vista è una lunga e strana storia che mi ha portata a capire che per le gioie della vita non serviva davvero vedere ma bastava guardare con i sensi che la natura mi aveva donato. Sono nata con cinque sensi come tutti gli esseri umani, il tatto, l’olfatto, l’udito, il gusto e il famoso “sesto senso”, quello dell’istinto, del cuore, che ti dice quando amare, quando fidarti e cosa ti rende felice. L’ho sempre considerato superfluo e avrei fatto di tutto per sostituirlo alla vista ma il fato ha voluto che convivessi con il mio sesto senso e imparassi a conoscerlo e sfruttarlo come un superpotere, come fossi una “X-MAN”, per restare in tema sulla mia infanzia. Fin da piccola amavo ascoltare e toccare, oltre ad essere essenziale per me esplorare con l’udito e il tatto, era diventata quasi una dipendenza. Amavo farmi portare al parco, sentire i rumori dei bambini che giocavano, della natura che viveva, toccare gli alberi, l’erba dopo la pioggia, persino sentire l’asfalto bollente in piena estate era qualcosa di divino. Quando però arriva l’adolescenza, quello che per anni ti è sembrato bellissimo, ti appare superfluo, senti il dovere di essere uguale agli altri, ciò che ti rendeva diversa ma speciale ora ti rende diversa ma incompleta. Non ho mai avuto molti amici, però quelli che avevo li conoscevo alla perfezione. La mia migliore amica era simpatica e gentile, aveva un cuore grande e ingenuo, sempre pronta a dare consigli e consolare tutti, senza rendersi mai conto di quanto avesse bisogno di essere rassicurata e consigliata. Anche mio fratello era speciale, era un pittore e mentre percepivo il pennello imbevuto di colore sulla tela, gli chiedevo di descrivere il paesaggio pur non capendo a fondo il significato delle sue parole. Lo sentivo parlare di fiori rossi, cavalli arancioni e cieli ghiacciati ma quando toccavo la tela asciutta, sentivo solo il ruvido del foglio macchiato di qualcosa a me incomprensibile. Percepivo sentimenti, sensazioni, scoprivo l’animo umano attraverso il suono della voce, attraverso la presenza che le persone emanavano quando mi erano accanto. Più crescevo e più capivo le piccole differenze tra sentire e ascoltare, vedere e guardare ed ero sicura di poter vedere attraverso il mio sesto senso ma di non poter davvero guardare. Quando arrivò l’amore, mi travolse come una valanga, come fossi una ragazza di diciassette anni come tante e mi sentii felice a soffrire e piangere per un ragazzo come potevano fare le mie amiche. Lui era un ragazzo che credevo potesse guardare il mondo come io avevo bisogno di fare così ignorai il sesto senso, come fa ogni donna durante la propria vita quando s’innamora, e mi abbandonai a lui. Era dolce, aveva una voce calda e da essa percepivo un sorriso felice, aveva mani forti e cuore grande, così grande forse, da essere vuoto. Spesso incontriamo persone dal cuore grande ma vuoto come il diserto, dove nonostante tenti di scavare, non troverai nulla da mangiare in mezzo alle dune e per quanto tu potrai cercare in quel cuore, non troverai nessuna oasi dove riposare beato. La grandezza di un cuore vuoto è direttamente proporzionale all’ostilità che troverai abitandoci. L’amore rende ciechi anche chi non vede, l’amore rende cieco il cuore e se a guidarti è qualcuno senza patente allora non potrai che schiantarti ed io ricevetti un mattone in fronte il giorno in cui giustificò la decisione di andarsene dicendo: "Tu sei speciale ma non possiamo uscire più insieme. Non stiamo mai da soli, ma non sei tu il problema, sono io, non amo il tuo cane guida." non saprei dire se fu più forte l’istinto di scoppiare a ridere o a piangere così non feci nessuna delle due, me ne andai. Vivere significa anche capire l’importanza di chi ti è accanto e se quel qualcuno è fedele e premuroso come solo un animale sa essere, nessun essere umano varrà di più, mai. Da allora acquisii un settimo senso, il mio cane, da cui mi feci guidare anche nelle relazioni, lui sapeva prima di me se chi avevo accanto era un cuore vuoto o un cervello vuoto, perché assicuro a qualsiasi donna che anche se sembra uguale non lo è. I cervelli vuoti oltre a essere tali, non sono grandi come i cuori ma molto piccoli e non mettono insieme i pensieri prima di esternarli agli altri. Lo scoprii attraverso un’amica di cui tutti elogiavano la bellezza e l’intelligenza ma ricordate che essere intelligenti e avere cervello non è sempre sinonimo. La mia amica era molto colta ma la vita l’aveva fatta diventare altrettanto ingenua. Era una ragazza dalla sconfinata fiducia nel genere umano eppure particolarmente timida. Aveva una pelle delicata e mani callose per lo scrivere a penna eccessivo ma percepivo in lei un qualcosa di puro e forte che poteva regalare un giorno al mondo. Non capiva il bisogno essenziale del cane e consigliava spesso che mi operassi. L’idea di possedere la vista in modo artificiale non mi dispiaceva per nulla ma quanto può essere piccolo il cervello di qualcuno che non coglie il rapporto che si forma tra un cane e il suo migliore amico? Jack, era più di un cane, è più di un cane, è stato e sarà mio amico, qualcuno di cui non potrò mai fare a meno. Tra sfortunati eventi e sfortunati incontri crescevo e capivo che quella con una mancanza non ero io ma il resto del mondo che girava attorno a me senza rendersi conto di quanto fosse poco accorto alle bellezze degli altri e fin troppo ai loro difetti. Poi un giorno di due anni fa arrivò lui. Lui con cui non avevo bisogno di parlare per sapere che stava arrivando, che non avevo bisogno di toccare per sapere che era accanto a me, non avevo bisogno di chiedermi se vederlo avesse potuto cambiare le cose per capire che sì, le avrebbe cambiate ma solo in meglio. La sua ilarità, la risata calda e profonda, il calore che emanavano le sue mani e il suono assordante del suo cuore furono solo l’assaggio di una vita che avrei condiviso con lui. Lo conobbi per caso, come quando arriva la primavera, sai che deve arrivare, ti prepari ma quando ti accorgi di lei, è già da tanto che è arrivata. Non gli importava se non mi truccavo, se non sapevo cosa significasse avere i capelli marrone o non capivo la differenza tra capelli lunghi e corti, per me era solo una questione di sentire la testa più o meno leggera. A lui importava del mio sorriso che definiva “a diamante” e a me del suo che definivo “al cioccolato” per via del sapore delle sue labbra. M’innamorai di lui attraverso il mio sesto senso, che mi rivelò che ero innamorata, m’indusse a fidarmi e mi consigliò di lasciarmi andare, e farmi amare. Dopo averlo sposato decisi di aggiungere qualcosa al mio essere speciale e la medicina mi donò la vista e finalmente, concretizzai il mio istinto in immagini. Conobbi i colori, le forme e conobbi quell’aspetto di me che ignoravo ma la vista non si aggiunse al resto, si sostituì a quel dettame del cuore che fino a quel momento avevo seguito e così compresi; gli uomini non mancano di qualcosa, semplicemente ignorano ciò che possiedono affidandosi ai più ovvi e semplici dettami della vita. Preferiscono vedere con gli occhi che guardare col cuore, sentire con le orecchie che ascoltare con l’istinto.
Id: 3161 Data: 11/03/2016 23:48:26
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