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Raccolta di articoli di Maria Musik
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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- Letteratura

Confessioni di un’attempata lettrice

Una doverosa premessa che impone il rispetto per chi, a maggior titolo, ha recensito il romanzo d’esordio dello scrittore Giuliano Brenna. Non sono un critico letterario, solo una “lettrice critica”. Consideratelo un articolo su un libro che ho subito amato, dalla prima lettura.

 

Confessioni di un’attempata lettrice

 

Oggi è il 1 Maggio e ho scelto questa data per scrivere del romanzo Briscoe Hall perché, mai come in questo oscuro momento storico, voglio onorare il lavoro di Giuliano Brenna e, con lui, quello dei tanti artisti che ci propongono le loro opere fra mille difficoltà e, spesso, sforzandosi di superare il disconoscimento professionale se non umano che sperimentano quotidianamente. Lo faccio nella convinzione e constatazione che posso vivere senza andare al bar, al ristorante o in vacanza anche per un lungo periodo, posso rispettare limitazioni e distanziamento sociale per un congruo arco temporale ma soffro della mancanza del contatto con il bello in tutte le sue forme e da esso non posso distanziarmi, pena l’abbrutimento totale. Posso sopportare i capelli incolti e le mani ruvide ma non l’intorpidimento del cervello, lo svuotamento dell’anima e l’assopimento delle passioni.

 

Briscoe Hall è un romanzo che non può, a mio avviso, essere incasellato in alcun genere.

Potrebbe essere considerato “erotico” dato che, fin dall’incipit, apre e chiude sipari esplicitamente carnali benché, pur nel realismo, è evidente l’intento di restituirci queste esperienze in modo naturale eppure mai sciatto o volgare e questo proprio perché la visione della sessualità che vuole consegnare al lettore è scevra da pruderie, ammiccamenti e lo scrittore non gradisce che la si percepisca quale esercizio di trasgressione bensì come elemento fondante dell’esistenza e della crescita dell’individuo nella coscienza di appartenenza di genere che è distintiva ma, al contempo, nella sua espressione passionale e sentimentale, diviene universale e trascende la peculiarità omosessuale .

Potrebbe essere definito “storico” per l’accuratezza con cui ricostruisce l’impianto e le classi sociali, la morale bigotta tanto diffusa quanto “di facciata” e di convenienza mirata al mantenimento di uno status di supremazia di classe, i vissuti quotidiani nonché la contestualizzazione geografica e urbanistica (luoghi, strade, magioni sono accuratamente descritte e mai frutto di fantasia) tipici dell’Epoca Vittoriana.

Potrebbe essere ricondotto al filone “queer”, dato che parrebbe volerci proiettare in un mondo maschile esclusivamente omosessuale e bisessuale (più che altro per convenienza sociale) che si contrappone a rare figure femminili di scarso rilievo e, per lo più, deludenti se non odiose, fatte salve la madre del Protagonista e la signora Hollie (a proposito: non perdetela d’occhio). In realtà, questa predominanza del “maschile” è funzionale alla descrizione di un percorso esistenziale che si potrebbe definire “formativo”, un racconto della costruzione del sé attraverso l’autocoscienza con il concorso delle esperienze offerte da personaggi “chiave” che facilitano l’evoluzione del Protagonista. In quanto tale, ecco che la connotazione di genere ancora una volta non è un “territorio marcato” ma uno spazio/tempo in cui le persone possono riconoscersi, al di là dell’appartenenza o dell’orientamento sessuale.

Il romanzo ha talmente tante sfaccettature che la lista dei “potrebbe…” si allungherebbe sino a tediare chi legge. Mi fermo perché mi premeva far emergere uno dei valori aggiunti di Briscoe Hall cioè la sua potenza caleidoscopica, mai tronfia grazie all’ironia giocosa e solare che la sostiene, che rende il libro non etichettabile pur se esattamente collocato (o proprio per questo?) e senza data di scadenza. Vi troverete, infatti, una contemporaneità retaggio del passato che sopravvive sia nei luoghi comuni e nelle disparità sia nei più nobili sentimenti sia nei più naturali appetiti.

La storia è ben costruita, contestualizzata con minuzia in termini storico geografici, il linguaggio curato e i registri linguistici sempre consoni ai personaggi e alle situazioni. Scorre compostamente dosando sapientemente flussi di memoria e/o coscienza, acmi di pathos, lievi divertissement. Il sesso, anche quando più rude e “animale”, si alterna a contesti, paesaggi e situazioni che si aprono alla dimensione "anima", al sentimento. Sono questi i momenti in cui il lettore ha la sensazione che Briscoe troverà la sua congiunzione astrale eppure mai così forte e giustificata da dissipare il dubbio di doversi preparare, tristemente, a un mancato lieto fine.

Alcuni capitoli (per citarne solo alcuni II, IV, il IX che è un gioiello) sono esemplari ma non anticiperò nulla per non rovinare a quanti ancora non hanno letto il romanzo il gusto di scoprirli seguendo il flusso della narrazione e dell’atto creativo dell’autore.

In ultimo, non posso trascurare gli echi proustiani ravvisabili e nel modus operandi e nello stile scelto da Giuliano Brenna. Valore aggiunto perché Brenna non è un estimatore e cultore di Proust bensì di Proust si è nutrito: è in comunione con il sommo romanziere e vive nella “sua cattedrale”. Vedrete con i vostri occhi quanto questo sia vero e palpabile: l’autobiografismo che si cela non solo nei personaggi ma nei contesti siano essi urbani o naturali, il dialogismo e l’epistolarismo tipici della letteratura francese sin dal settecento e quest’ultimo che, nell’opera proustiana come in quella di Brenna, segna passaggi e dichiara intenti, le citazioni di autori amati (non tralasciate mai le note, durante la lettura), le descrizioni minuziose, il significato simbolico di oggetti e luoghi, il rapporto con il femminino e le figure cardine della madre e della governante e tanto ancora.

Sto tralasciando volontariamente e non per negligenza di soffermarmi su alcuni personaggi perché dovete incontrarli di persona, conoscerne i nomi, le attitudini, il ruolo. Dovete amarli o odiarli o lasciarli dove sono, fra gli ignavi.

In ultimo, un omaggio a Alessio Slonimsky che ha saputo, nelle sue splendide illustrazione, dare vita all’anima del romanzo.

Non posso fare a meno di ringraziare Giuliano Brenna che mi ha investita del mandato di prima lettrice. Un atto di fiducia non da poco. Sono grata perché questo libro mi ha destata, come la principessa delle fiabe (attenzione perché un po’ di fiaba la troverete e vi piacerà il risveglio) dal torpore in cui altre letture blasonate mi avevano relegata.


Id: 2620 Data: 06/05/2020 19:22:13

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- Politica

Giornata della Memoria

Questo non è un vero articolo ma solo una riflessione ad alta voce su un tragico "taglia e incolla".

Giornata della Memoria
(Oggi ho deciso di “dare i numeri”)

La giornata della memoria: si ricorda la morte di 6.000.000 di ebrei. Un numero agghiacciante come agghiaccianti furono i “metodi” di attuazione del genocidio.
Giusto ricordare!
Allora, uniamo ai 6.000.000 “passati per un camino”, tutti gli orrendi numeri che accompagnano la nostra generazione, una generazione che ha sentito raccontare dell’Olocausto ma assiste da anni, complice e silenziosa, ai massacri contemporanei.

Guerre (calcolo al Marzo del 2008)

Medio Oriente
1. Iraq 125.000 morti dal 2003
2. Israele-Palestina 6.000 morti dal 2000
3. Turchia (Kurdistan) 40.600 morti dal 1984

Asia
4. Afghanistan 32.000 morti dal 2001
5. Pakistan (Waziristan) 6.300 dal 2004
6. Pakistan (Balucistan) 1.000 morti dal 2004
7. Sri Lanka 72.000 morti dal 1983
8. India (Kashmir) 65.000 morti dal 1989
9. India (Naxaliti) 6.600 morti dal 1980
10. India (Nordest) 51.000 morti dal 1979
11. Birmania (Karen) 30.000 morti dal 1948
12. Thailandia 2.800 morti dal 2004
13. Filippine (Mindanao) 70.200 morti dal 1984
14. Filippine (Npa) 40.200 morti dal 1969

Africa
15. Algeria 150.300 morti dal 1992
16. Sudan (Darfur) 300.000 morti dal 2003
17. Ciad 2.000 morti dal 2005
18. Rep.Centrafricana 2.000 morti dal 2003
19. Nigeria 14.300 morti dal 1994
20. R.D.Congo (Kivu) 3.000 morti dal 2004
21. Uganda 100.000 morti dal 1987
22. Kenya 1.000 morti dal 2007
23. Somalia 6.000 morti dal 2006
24. Etiopia (Ogaden) 4.000 morti dal 1994

Europa
25. Russia (Cecenia) 240 mila morti dal 1994

America Latina
26. Colombia 300.000 morti dal 1964
Fonte http://it.peacereporter.net

TOTALE
1.669.300

AMNESTY
Rapporto Annuale 2008: fatti e cifre
Le promesse della Dichiarazione universale dei diritti umani e la loro realizzazione sul campo

Articolo 1
"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti".

Nel 2007: in Egitto, nei primi sei mesi, 250 donne sono state assassinate dal marito o da altro familiare; ogni ora sono stati commessi, in media, due stupri.

Articolo 3
"Ogni persona ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona".

Nel 2007: sono state eseguite almeno 1252 condanne a morte in 24 paesi.

Articolo 5
"Nessuna persona potrà essere sottoposta a tortura o a trattamento o a pene crudeli, inumane o degradanti".

Nel 2007: Amnesty International ha documentato casi di tortura o altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti in almeno 81 paesi.

Articolo 7
"Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a un'eguale tutela da parte della legge".

Nel 2007: Amnesty International ha evidenziato legislazioni discriminatorie contro le donne in almeno 23 paesi, contro i migranti in almeno 15 paesi e contro le minoranze in almeno 14 paesi.

Articolo 9
"Nessuna persona potrà essere arbitrariamente arrestata, detenuta o esiliata".

Nel 2007: alla fine dell'anno, almeno 600 persone erano in carcere senza accusa, processo o revisione giudiziaria nella base aerea statunitense di Bagram, in Afghanistan, e 25.000 erano quelle detenute dalla Forza multinazionale in Iraq.

Articolo 10
"Ogni persona ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, a un'equa e pubblica udienza davanti a un tribunale indipendente e imparziale".

Nel 2007: Amnesty International ha riscontrato procedimenti giudiziari iniqui in 54 paesi.

Articolo 11
"Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente".

Nel 2007: alla fine dell'anno, circa 270 delle 800 persone trasferite a Guantánamo Bay dal 2002 erano ancora detenute senza accusa né procedimento legale corretto.

Articolo 13
"Ogni persona ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato".

Nel 2007: oltre 550 postazioni militari e altri blocchi imposti da Israele hanno limitato o impedito il movimento dei palestinesi all'interno della Cisgiordania.

Articolo 18
"Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione".

Nel 2007: Amnesty International ha registrato prigionieri di coscienza in 45 paesi.

Articolo 19
"Ogni persona ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, [...] di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini".

Nel 2007: Amnesty International ha riscontrato leggi limitative della libertà d'espressione e di stampa in 77 paesi.

Articolo 20
"Ogni persona ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica".

Nel 2007: migliaia di persone sono state arrestate durante la repressione delle proteste pacifiche di Myanmar; secondo Amnesty International, alla fine dell'anno erano in carcere circa 700 prigionieri di coscienza.

Articolo 23
"Ogni persona ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro [...] e di fondare dei sindacati e di aderirvi".

Nel 2007: almeno 39 sindacalisti sono stati assassinati in Colombia; nei primi quattro mesi del 2008 i morti sono stati già 22.

Articolo 25
"Ogni persona ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia [...] La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure e assistenza".

Nel 2007: il 14 per cento della popolazione del Malawi era affetta dal virus dell'Hiv/Aids e solo il 3 per cento di essa aveva accesso a farmaci anti-retrovirali gratuiti. Un milione di bambini era stato reso orfano per cause mortali collegate all'Hiv/Aids.

Fonte http://www.amnesty.it/


FAME NEL MONDO
Rispetto al 2007, 40 milioni in più. E l'attuale crisi economica può far peggiorare la situazione
Fao: "Aumenta la fame nel mondo: quasi un miliardo senza cibo"

ROMA - La fame miete sempre più vittime: altri 40 milioni di persone si sono aggiunti quest'anno alla già lunga lista di coloro che soffrono la mancanza di cibo, principalmente a causa dell'aumento dei prezzi alimentari. Secondo le stime preliminari pubblicate oggi dalla Fao, nel mondo sono 963 milioni le persone sottonutrite, quasi un miliardo. E l'attuale crisi finanziaria ed economica - avverte l'agenzia delle Nazioni Unite - potrebbe far lievitare ulteriormente questa cifra.

Fonte www.repubblica.it/2008



Ricordare non significa nulla se è solo « dare i numeri ».
Allora cosa facciamo?

Id: 133 Data: 27/01/2009 19:12:44

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- Politica

Ahi, serva Italia...

Foto: Militanti libertari al confino a Ustica - 1927
Fonte; www.usiait.it/img/anni20/storia.htm



Razzismo e omofobia furono due delle caretteristiche di tutti i passati Regimi Europei: basti pensare alle numerose comparazioni fra le epurazioni “firmate”, nel senso letterale, da Mussolini, Hitler e Stalin.
Ci siamo scordati delle leggi razziali che permisero che l’Italia divenisse complice della Germania nell’opera di ghettizzazione e di sterminio degli ebrei e di come la cultura e la scuola fasciste occultassero, ridicolizzassero e stereotipizzasssero tutto ciò che non era nazionale?
E di come fra il ’36 ed il ‘43, senza che nessun articolo di legge, nemmeno nel Codice Rocco, perseguisse l’omosessualità come reato (doveva essere considerata da tutti una deviazione poco diffusa in un Paese maschio, virile, aggressivo e misogino) centinaia di omosessuali finirono al confino sulle Isole (nei migliori villaggi turistici a sentire il nostro Premier) od in manicomio? Oddio, quelli che rimanevano vivi dopo i pestaggi delle squadracce o i linciaggi morali e politici che li escludevano dalla vita sociale e lavorativa.
La Mussolini dice che il nonno non aveva nulla contro gli omosessuali e che da sempre la sua famiglia frequenta simpatici amici gai e gay.
Dobbiamo, per forza, averlo dimenticato, se non ci accorgiamo che oggi, qui, adesso, alle stesse discriminazioni si mette un vestitino carino per non essere cacciati dall’Europa Unita ma, alla fine, il risultato non cambia.
Mentre si propongono leggi anti omofobia, i Parlamentari quando litigano si apostrofano con “Frocio, Checca squallida”, insulto ritenuto ben più offensivo di “Traditore” o “Incapace”.
Si fa la riforma della scuola e gli stranieri li si mette nelle “classsi-ponte” dove potranno imparare la lingua ed adeguarsi ad i nostri usi e costumi. Per carità: non li bruciamo nei forni, li riprogrammiamo a partire dall’età di cinque/sei anni. La mozione, oltre che fare riferimento all’apprendimento della lingua prevede che detti alunni imparino il «rispetto di tradizioni territoriali e regionali», della «diversità morale e della cultura religiosa del Paese accogliente», il «sostegno alla vita democratica» e la «comprensione dei diritti e dei doveri». La pelle resterà diversa ma il cervello sarà made in Italy ed i vestiti made in China.
La Lega dilaga (o dilega…), sostenuta dal suo maschio (vedi sopra) “celòdurismo”, con le impronte ai rom, il permesso di soggiorno a punti (del Mulino Padano rigorosamente BIANCO), i 200 euro per il suo rinnovo, l’impedimento dei ricongiungimenti familiari.
Nel frattempo i militari presidiano le città per tutelare la nostra sicurezza e far levitare le paure e le insicurezze che ti fanno desiderare uno Stato forte, che governi con mano sicura e ci protegga dai cattivi e dai diversi. Certo, la Polizia, liberatasi dalla pressante tutela del cittadino, può inviare drappelli di Celere per evitare che studenti facinorosi picchino poveri giovanotti di destra che pacificamente si esercitano nell’uso delle spranghe. Se, poi, due quattordicenni rimangono a terra con la testa rotta, sotto gli occhi allibiti della loro insegnante, se la sono cercata: mica i poliziotti stanno lì a pettinare le bambole!
E, giustamente, il Sindaco da voce ai cittadini romani, stufi di non poter circolare liberamente per la città e chiede la Prefetto misure drastiche per tutelare la cittadinanza. Il Prefetto, intanto, fa sapere che chi continuerà ad occupare sarà arrestato.
Farà la stessa fine di quei bulletti che hanno picchiato i gay e gli africani. Ah, non li hanno ancora presi? Scusate: la notizia mi era sfuggita. Forse, perché non è stata pubblicata né diramata dalle maggiori testate e televisioni.
L’ordine va ristabilito.
Il tutto mentre la crisi economico-finanziaria avanza.
Non vi ricorda nulla? Una data? 1923?
E adesso qualcuno mi dirà che sto esagerando, che una sterzata ci voleva, che siamo in democrazia e che non mi sono evoluta: sono rimasta al ’68.
Premettendo che nel ’68 avevo otto anni, scusate, ma mi preoccupo lo stesso. Non mi andrebbe di venire licenziata (già abbiamo telefoni e PC sottocontrollo… per carità, non per altro, solo per evitare che ci si colleghi a siti pedofili o si rubi lo stipendio giocando a solitario) o di dover girare con un logo appuntato al maglioncino (si tirano tutti i fili!), magari con la sigla P.C. impressa sopra: “Poetessa comunista”.
Il che sarebbe un po’ imbarazzante: non sono né l’una né l’altra cosa!


Id: 124 Data: 01/11/2008 14:29:57

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L’incontro di Pinocchio con Saci Pererê »
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