I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
« Le nostre idee, i nostri idoli, le nostre costumanze presuntamente sante, e le nostre visioni che passano per ineffabili, mi sembravano generati senz’altro dai sussulti della macchina umana, al pari del soffio delle narici o delle parti basse, del sudore e dell’acqua salata delle lacrime, del sangue bianco dell’amore, dei liquami e degli escrementi del corpo. Mi irritava che l’uomo sprecasse così la propria sostanza in costruzioni quasi sempre nefaste, parlasse di castità prima di aver smontato la macchina del sesso, disputasse di libero arbitrio invece di soppesare le mille oscure
ragioni che ti fanno battere le ciglia se improvvisamente avvicino ai tuoi occhi un legno, o di inferno prima di aver interrogato più dappresso la morte. »
da "L'Œuvre au noir" di Marguerite Yourcenar