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mihaela
- 08/03/2012 14:23:00
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CARISSIMA LILIANA, COMPLIMENTI PER IL NUOVO TUO LIBRO "FIGURINE"! PER TE LA POESIA è COME UN SPECIALE RESPIRO. HO LETTO UNA PARTE DEL LIBRO,MI PIACE TANTO E LEGGERò LENTAMENTE, PER POTER "ASSAPORARE" CON TUTTA MIA ANIMA. SONO ORGOLIOSA CHE TI CONOSCO!
AUGURI! MIHAELA CERNITU
alfonso lentini
- 28/02/2012 18:54:00
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Cara Liliana, dolcemente crudeli, queste tue figurine! Sanguigne e lunari. Perfettamente in linea con il livello raffinato e coinvolgente della tua produzione. Alfonso
Marisa Papa Ruggiero
- 26/02/2012 21:24:00
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Cara Liliana, bello, nel suo straziante messaggio, questo tuo varcare come in punta di piedi, sipari e porte colorate per guardare, da un singolare spiraglio che è quello del tuo punto di osservazione, figurine di scena venute da chissà dove - aliene perchè tristemente ignare - a dirci cogli occhi un sorriso o una pena, ognuna improbabile, (ma a guardar bene, pericolosamente sovrapponibile a certi inquietanti stereotipi, ben camuffati, di una particolare campionatura umana...) ognuna pronta a fingere il vero come attraverso "una rifrangenza di specchi", per tentare "la mossa possibile", o limpossibile dire, che è, ancora una volta, "un parlar daltro da sé"; restando tu, invisibile a loro: sorriso che guarda, che conosce e registra, al di qua della scena, come la foto a chiusura di libro ci mostra. Un grazie sentito per questa lettura! e un cordialissimo saluto. Marisa
leopoldo attolico
- 22/02/2012 21:59:00
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Cara Liliana , ti ho sempre letta e continuo a leggerti con grande piacere , piacere di pancia e di testa ; dove la pancia interloquisce con la testa accomunate da un irrisolto provvidenziale vitale conflitto di interessi .
liliana ugolini
- 21/02/2012 06:11:00
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Cara Franca Alaimo, la ringrazio e spero di trovarla ancora daccordo quando le dico che approvo il paradosso col quale Villiers del LIsle Adam giunge alla critica e fa riflettere su quanto questo rispecchi la nostra attualità. E proprio guardando al passato che possiamo giudicare i nostri " passi avanti". Inoltre affermo che la poesia dovrebbe occuparsi di altro ( fuori da una ricerca intimistica)per una visione allargata e multimediale che tutti ci riguarda nell"Oltre infinito" (vedi Facebook).
Franca Alaimo
- 20/02/2012 22:40:00
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Gentilissima Liliana, mi spiace che la mia interpretazione sia andata fuori strada... me ne scuso. Ma Lei condivide o no il punto di vista dellautore a cui si ispira? Perché ho letto la sua nota introduttiva con attenzione e ho preso atto del senso della sua operazione. Forse il mio intervento non le è sembrato apprezzare la sua poesia? Al contrario...io lapprezzo moltissimo; la sua voce è diversa dalla mia come da altre; ma proprio questo è il bello di essere in tanti a scrivere poesia. Per esempio, uno dei miei miti è Pound, che è un autore lontanissimo dalla mia poetica. Ma io ammiro proprio le voci diverse, perché atraverso esse mi completo e si completa la visione del reale. Un inchino con in mano una rosa "irenica"....
Liliana Ugolini
- 20/02/2012 22:15:00
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Cara Franca Alaimo, è ovvio dal suo commento che non mi conosce nè tantomeno ha capito il senso delloperazione. I sei monologhi sono tratti dai " Racconti crudeli" e a " Eva futura" di Villiers De LIsle Adam e lintenzione è ricordare questo scrittore (amico di Mallarmé) che non ricalca (ed è per questo che mi piace ), gli schemi buonisti di buona parte della poesia ma che con l ironia e la dissacrazione) raggiunge in maniera innovativa,la critica dei costumi e di ciò di cui parla.
Franca Alaimo
- 20/02/2012 18:28:00
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E una poesia amara, sgorgata dalla percezione della vita come una ferita inguaribile. Un commentatore ha parlato di speranza; io davvero non riesco a coglierne nemmeno un grammo; e la storia più crudele mi sembra quella della prostituta condannata per sempre al suo ruoloben codificato; poiché per Liliana lindividuo (con la sua possibilità di catarsi e di destino metafisico) è morto per lasciare posto ad una cosa dentro una massa robotizzata e meccanica, o, se ancora lindividuo crede di esistere, è come quel professore che ha bisogno del sacrificio del cigno.Che puntuta frecciata ai poeti del bello! Ahimé! Ahimé! Liliana cara, per me, anche per menì, ex prof, poeta ancora legata al canto, ma esclusivamente al mio, lasciando in pace i cigni, compreso quello di un famosissimo e classico ballo! Ma...quando mai un poeta è un giornalista? Lo sguardo è concreto, feroce, ma la denuncia non è lo strumento di un cuore che non vorrebbe che così fosse? Liliana è "vecchia", Liliana è "saggia"; e non può uscire dal ruolo e dalla funzione della poesia, che è ormai da troppo tempo la sua veste.
liliana ugolini
- 19/02/2012 04:05:00
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Gentili Roberto R. Corsi, Adam Vaccaro, Eugenio Lucrezi, Marzia Alunni, Antonio De Marchi Gherini, si sono grata per la lettura e i commenti che esprimono pareri molto interessanti e che mi fanno riflettere ( nello specchio dellaltro da me). Grazie per avermi dedicato il vostro prezioso tempo.
Antonio De Marchi-Gherini
- 18/02/2012 22:16:00
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Istrionica,catartica, pungente. Poesia quasi fisica da corpo a cuore. Merce rara, insomma, complimenti e auguri!
marzia alunni
- 18/02/2012 18:52:00
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Libro stimolante che lautrice sa proporre con intensità di dettato e studiata eleganza della forma. Il mistero, contenuto in questo messaggio di poesia, cattura, ma, a sua volta, non si lascia rinchiudere in etichette, o poetiche. Nasce il desiderio di salire sul palcoscenico vuoto della vita e recitare i versi di Liliana al mondo! Marzia Alunni
Eugenio Lucrezi
- 17/02/2012 10:16:00
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Eugenio Lucrezi: Poesia che dice la distanza dallio lirico, che si fa teatro perché nasce nel dialogo impossibile, e nella raffigurazione antitetica semina i versi. Dallimpossibile dire allaltro da me - sembra dire Ugolini - posso compiere il passo alla poesia impassibile. Et voilà, il libro è servito. Libro bello perché pieno di speranza: Ugolini non può esimersi dal dialogo impossibile. E il suo dovere di poeta.
Adam Vaccaro
- 16/02/2012 10:55:00
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Queste poesie di Liliana mostrano quanto un robusto retroterra culturale sia fondante eppure insufficiente per dare corpo a una priopria sapienza costruttiva, che in lei sa tessere alternando il filo sottile dellironia col refe più esplicito e impietoso di colui che sa, oltre le apparenze. Ne scaturisce uno stile arduo che si muove su un crinale difficile di leggerezza e profondità, di una letteratura che non perde gli umori e fetori di quella che chiamiamo società. Ne scaturisce unimmagine che è esemplare dellIo diviso, frantumato e incapace di essere comunità, e - al tempo stesso - di ununità ricomposta, sorridente e tagliente, di chi pur sapendone tutti i limiti continua a vergare la pagina bianca, per dare vergate (im)potenti su questo suo (ultimo?) lido e scena di speranza. Adam Vaccaro
Roberto R. Corsi - logged out
- 16/02/2012 02:09:00
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Cara Liliana, una piacevolissima sorpresa notturna trovare online il tuo nuovo lavoro e il tuo inconfondibile passo (nonché la ben nota e cara "location" della foto di copertina)!! Il richiamo al connubio artistico con Vincenzo effettivamente dispone la barra del timone verso quell’oltre infinito che è anche l’oltre il finito dell’intimismo oggi prevalente (sfinente!); da "ugolinologo" avverto, nella decodifica e ricodifica dei Racconti crudeli (racconti di crudeltà - immiscibilità sociale) una componente "elegiaca" e un’urgenza del dire che terrò sotto osservazione anche nelle tue prossime prove. Ad maiora, R
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