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eBook n. 68 :: Il fior fiore del male, di Salvatore Solinas
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19/02/2011 12:00:00
Di Salvatore Solinas
puoi anche leggere:
:: Strade di città »
:: Morte di un poeta »

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# 4 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 Maria Musik - 27/02/2011 12:14:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Sarò, per questa volta, la voce isolata nel coro. In questi racconti, che più che un trittico definirei un romanzo breve dato che cambia la voce narrante ma di fatto la storia è una e, ad ogni aggiunta, acquista spessore e diverso significato, non ci vedo nè contemplazione del male in funzione preventiva nè sospensione del giudizio dell’autore. Anzi, la sento attraversata da un sarcasmo in crescendo che nel ridicolizzare, sino al paradosso finale, il Signore del Male stesso, diviene satira violacea (certo non è roba da cabaret). Eppure il titolo avrebbe dovuto "metterci in campana": <>! Non inorridite: non è che Solinas si sia permesso di scherzare sulla pedofilia, il satanismo e l’abbrutimento che attraversa le vite di tanti disperati. Ha raccontato una storia, contestualizzandola nell’eccesso, che se avesse scelto un male minore, il finale non avrebbe retto.

 luca tegoni - 21/02/2011 17:28:00 [ leggi altri commenti di luca tegoni » ]

senza morale, senza pensiero, senza memoria. Non è il male perchè non c’è bene. é l’uomo nudo astratto da sentimenti e relazioni. Potremmo essere tutti così, un po’ come le bestie. Caro Salvatore spero tu abbia voglia di approfondire l’argomento.

 Narda Fattori - 21/02/2011 09:02:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

Il male è ovunque e spesso insospettato, come in questi racconti di anime perdute che si incontrano solo per potenziare la loro volontà di incrudelire. Nessuno può credere che il male , maiuscolo o minuscolo, non esista; sappiamo che percorre da signore le vie del mondo , ma, sono convinta, che occorra contrastarlo con la sola forza che lo disarme: l’amore. Dunque, non amo questo genere di narrativa che priva di spessore psicologico i personaggi come unica difesa alla loro intromissione, e tuttavia devo convenire che si lasciano leggere seppur con l’amaro in bocca. Il merito va tutto allo scrittore che non indulge al macabro, che adotta uno stile veloce, che invita alla riflessione attraverso l’astensione del giudizio. Vedo in lontananza non Baudelaire, ma Poe.

 Loredana Savelli - 21/02/2011 08:27:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

"Se non si può vincere il male, è
necessario blandirlo, servirlo, adorarlo!" (secondo racconto)
E’ forse l’unica "spiegazione" presente in questi racconti dalla scrittura limpida e agghiacciante. Il male è lì, gratuito in tutta la sua efferatezza, si fa guardare senza alcuna copertura (come dice nella prefazione Benedetta Agostini). Reazioni? Sì: profonde, silenziose. Cosa può veramente ciascuno di noi di fronte al male? Qual è il punto esatto in cui possiamo scegliere prima di scivolare nel tunnel della totale anaffettività? Questi racconti ci "avvisano", mostrando un meccanismo facile quanto inesorabile. Allora è giusto "contemplare" il male con timore reverenziale, non sottovalutando nemmeno un sintomo.
Complimenti allo scrittore.