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eBook n. 63 :: Il Confessionale e l’Apostolato, di Liliana Ugolini
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02/01/2011 12:00:00
Di Liliana Ugolini
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# 39 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 liliana ugolini - 20/05/2011 06:51:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Gentile Giovanni Commare, grazie per avere trovato il tempo di dire un tuo pensiero sul mio testo. Ti sono grata e mi fa piacere averti incuriosito. Un caro saluto.

 Giovanni Commare - 11/05/2011 18:04:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Commare » ]

Come confessionale rimanda ai primi pruriti dell’infanzia e alla morbosa curiosità di dire e di sentire, apostolato rimanda all’evangelizzazione, alla propaganda della fede. Dal confiteor alla professione di fede. Fede è qui la poesia, vissuta con ombrosità pascoliane. Perché è nelle zone d’ombra, sfiorate e mai attraversate, forse spazi indicibili, che Liliana trova le radici del suo dire e fa teatro dei misteri. Noi ci lasciamo sedurre e cerchiamo di vedere oltre i veli.

 liliana ugolini - 11/03/2011 07:28:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Cara Monica, grazie per il tuo commento molto preciso che abbraccia molti argomenti sempre inerenti al tuo " sapere" interiore e religioso e mi ha fatto piacere l’apprezzamento. Ti sono grata e a vederci presto. Lliana

 monica ugolini - 08/03/2011 14:36:00 [ leggi altri commenti di monica ugolini » ]

Cara Liliana, è stato come incontrare tante esistenze diverse ed ognuna annuiva per dire sì,anch’io mi sono sentita così, prima abbandonata e rinnegata in silenzio, poi mai ritrovata...ma "ripescata" per parafrasare la parabola del Cristo. Una trappola senza rete fatta di regole infinite senza traguardi. Un enorme tavolo verde da poker dove non si vince e il perdono è l’escamotàge del bluff. "Io credo,io confesso,io rinuncio" ecco la trinitade simbolo della catechesi che ci istruisce. Ma nel mezzo ci siamo noi, le bambine le ragazze fili d’erba scaturiti dall’asfalto che con il nome giudizio ammanta l’esistenza di tutti, e io che ricordo i quadrati disegnati a terra e il salto con la corda che già allora ci rendeva vandali nei confronti di quell’asfalto provo un brivido dinanzi alla bellezza delle tue parole, bellezza ritrovata non ripescata attraverso il desiderio di esistere. Complimenti a presto

 liliana ugolini - 21/02/2011 04:03:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Cara Mariagrazia Carraroli, mi fa piacere avere suscitato in te, attraverso la tua attenta lettura, ricordi e somiglianze di ambienti...Molte di noi hanno avute esperienze comuni in luoghi religiosi che hanno attraversato la nostra infanzia. Rileggerle ora nel tempo queste portano al " doppio" del confessionale, quella oscura possibilità di salvazione che attraversa i dubbi della vita. Con sensibilità hai percepito il non facile ritorno e ti sono grata, insieme a Giovanna, del pregnante commento. Grazie.

 mariagrazia carraroli - 16/02/2011 15:51:00 [ leggi altri commenti di mariagrazia carraroli » ]

Cara Liliana,
entrare nel tuo "Confessionale.." mi è stato come un tuffo dentro ai tempi dell’infanzia, in quel collegio delle Suore, dove passai alcuni anni dell’asilo e delle elementari : gli anni delle Madame Doré che a ricontarne le "figlie" mi riempie di sorriso, gli anni delle scoperte e delle domande ( che avranno le Suore sotto la cuffia e il velo ? ). Erano gli anni della Prima Comunione, preceduta certo dalla Prima Confessione,e dall’impatto col mistero della voce oltre la grata, voce che ti insegnava a guardarti dentro e a ricordarti del tuo agire. Una voce autorevole, dolce, a volte o spesso severa... Tutto questo ha avuto il potere d’innescare il tuo bel poemetto venato di ricordo, di ironia, di lieve polemica, anche, contro certe forme di religiosità che purtroppo hanno segnato in negativo le coscienze, una polemica però subito celata sotto la carezza d’un verso affidato ad una sostanziale pacificazione col passato, come se, anche alcune non troppo caritatevoli applicazioni della fede da parte di ministri della Chiesa, in fondo in fondo avessero lasciato in deposito un patrimonio di valori di cui oggi ti senti portatrice. Così ho interpretato il tuo bel lavoro che ho letto con una piega sorridente delle labbra e con la tenerezza della memoria. Devo aggiungere che, ancora una volta, la parola-visione del tuo verso ha trovato la sua plusvalenza iconica nel tratto emotivamente partecipe e sognante della sorella pittrice Giovanna. A te e a lei il mio grato pensiero per questo dono.

 liliana ugolini - 11/02/2011 07:59:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Cara Daniela, un intressante e intrigante commento il tuo, che ha saputo vedere e sentire oltre lo scritto e che mi ri-conosce tanto da svelare il mio pensiero.Sappiamo delle nostre diversità convergenti che mi mancano nelle discussioni che ultimamente non facciamo più ma ti sento nella tua comprensione e intelligenza. Grazie e spero a presto. Liliana
Con l’occasione ringrazio anche Katia Moretti per il suoi commento poetico, soffuso e delicato come lei. Un abbraccio. Liliana

 Daniela Monreale - 09/02/2011 11:36:00 [ leggi altri commenti di Daniela Monreale » ]

Cara Liliana, eccomi (scusa il ritardo, ma sono stata impegnata con la tesi)! Mi piace questa simbologia affidata alla cubatura cupa e asfittica del confessionale, vero emblema di di concentrazione interiore, un "De profundis" non macabro ma anzi foriero di fughe memoriali. Dall’interno all’esterno, la tua poesia implode ed esplode in girandole e arditi scollamenti di senso,sempre contenendo la vis affabulatoria in una misurata eleganza del verso, che sprizza freschezza (a volte caustica) da tutti i pori, e stavolta anche da quei "forellini" della grata che tanto mi fanno pensare alla scena madre del film di Bergman "il settimo sigillo", in cui il Cavaliere si confessa alla Morte, senza saperlo. E in questa eco cinematografica trovo un tassello comune tra la tua ricerca poetica e la ricerca inesausta dell’uomo di un senso che dia luce alla sua esistenza. Tu però indaghi (con fine ironia!) la grata del confessionale per cercarvi un racconto che invece si rivela nell’Apostolato. Come a dire che Confessionale e Apostolato dialogano nella dialettica del dentro/fuori, della dimensione individuo/comunità, introspezione/esplicazione. E allora ecco la memoria, l’infanzia che rimescola tutto, che chiarisce e che rischiara. E penso che alla fine, al di là del tetro armadione che incombe sulla chiesa come impietoso macigno, il vasto respiro dei ricordi dia più aria al tuo sentimento poetico, e lo faccia liberamente spaziare. Sostenuto dagli incantevoli disegni di Giovanna, che fanno da partitura visiva al tuo racconto "a rebour". Conosci un pò le mie posizioni religiose. Io tifo per l’Apostolato, il Confessionale mi dà tristezza e sentore di stantio. Credo di trovarti d’accordo... !

 Katia Moretti - 27/01/2011 02:18:00 [ leggi altri commenti di Katia Moretti » ]

Nel ”gioco di simbiosi” che inumidisce la grata,

una luce soffusa trafigge l’ombra dell’incenso.

Il Verbo si fa carne sottile,

mentre il Verso ha redento il peccato.

 liliana ugolini - 23/01/2011 05:12:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Carissimi Roberto R. Corsi e Mihaela Cernitu, significative le vostre acute osservazioni e parallelismi ( quella dei Pagliacci mi mancava) e, attraverso le vostre parole, il testo si allarga e mi fa capire di più...Grazie per l’attenzione dedicatami...a presto. Liliana

 Roberto R. Corsi - 22/01/2011 10:25:00 [ leggi altri commenti di Roberto R. Corsi » ]

Cara Liliana,

ho letto con interesse la tua nuova raccolta nella quale, come alcuni che mi hanno preceduto, ritrovo la tua cifra. Convengo con Gianni Broi nell’importanza del luogo e della ricerca. E’ una raccolta giocata su un movimento binario, di respiro, dove i luoghi dell’apostolato sono iNspirazione (ma anche ispirazione) e i confessionali espiRazione (ben più che espiazione - il "merito" del morale è infatti - fortunatamente, a mio modo di vedere - sottodimensionato rispetto alla "meccanica umana").
Luoghi come trampolini allo slancio del sussurro, dello scioglimento (che ricorda il dantesco "sciogliersi dell’anima al supplizio" di fronte al Minosse infernale giudicante).
Questo movimento dialettico arriva distinto proprio nelle ultime due liriche, dove "il giungere della Voce" si trasfonde letteralmente da una nell’altre. Ma è avvertibile ovunque.

Il bello della tua poesia, certamente foriera di molte sfide al lettore, è la possibilità della rimuginazione, l’accettazione della sfida, e quindi la possibilità di impossessarsene... Ecco allora che la prima lirica, col suo Tonio, mi ha ricondotto ai "Pagliacci"... quasi a un finale alternativo al primo atto - come se lo storpio, respinto da Nedda, si vendicasse direttamente con un atto brutale, anziché macchinare la nota vendetta del secondo atto rivelando a Canio la tresca tra la donna e il suo "ganzo"...

RRC

 liliana ugolini - 22/01/2011 04:10:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Carissimi Gianni Broi e Annalisa Macchia, vi sono grata dei commenti nei quali mi sento compresa. Vi ringrazio e vi abbraccio. Liliana

 Gianni Broi - 21/01/2011 19:34:00 [ leggi altri commenti di Gianni Broi » ]

Cara Liliana, come sulla scena di un teatro s’accampa emblematico il confessionale, oggetto-guida della ricerca di senso che da sempre ti accompagna, non diverso in questa funzionalità dagli animali mitologici di Bestiario, dalle marionette dei tuoi saggi e del tuo teatro, dalle figure simboliche del tuo recente spettacolo alla Barbagianna, o dai franti echi sonori del Pellegrinaggio con eco attraverso Firenze. La griglia dei forellini filtra e media un dialogo serrato, depurato da intrusioni di un presente e di una "storia" che in nome di una "verità" conclamata ridurrebbe la materialità dell’oggetto a residuo a dimenticare. In piena luce essa ci schiude
invece la visione di un’età e di una vita che fu (ed è) ansia e bisogno, confronto necessario e conforto, restituendo all’oggetto- guida la sua piena attualità nel ricordo. Una visione che si slarga animandosi nelle dissolvenze felici di giochi voci colori della fanciullezza e dell’adolescenza delicatamente accarezzate. Insomma un’ operetta davvero riuscita anche nello stile e, figurativamente, grazie ai disegni bellissimi di Giovanna.






 Gianni Broi - 21/01/2011 19:33:00 [ leggi altri commenti di Gianni Broi » ]

Cara Liliana, come sulla scena di un teatro s’accampa emblematico il confessionale, oggetto-guida della ricerca di senso che da sempre ti accompagna, non diverso in questa funzionalità dagli animali mitologici di Bestiario, dalle marionette dei tuoi saggi e del tuo teatro, dalle figure simboliche del tuo recente spettacolo alla Barbagianna, o dai franti echi sonori del Pellegrinaggio con eco attraverso Firenze. La griglia dei forellini filtra e media un dialogo serrato, depurato da intrusioni di un presente e di una "storia" che in nome di una "verità" conclamata ridurrebbe la materialità dell’oggetto a residuo a dimenticare. In piena luce essa ci schiude
invece la visione di un’età e di una vita che fu (ed è) ansia e bisogno, confronto necessario e conforto, restituendo all’oggetto- guida la sua piena attualità nel ricordo. Una visione che si slarga animandosi nelle dissolvenze felici di giochi voci colori della fanciullezza e dell’adolescenza delicatamente accarezzate. Insomma un’ operetta davvero riuscita anche nello stile e, figurativamente, grazie ai disegni bellissimi di Giovanna.






 annalisa macchia - 21/01/2011 10:27:00 [ leggi altri commenti di annalisa macchia » ]

Si bevono come da un calice le tue poesie, cara Liliana. "Stava in disparte il confessionale con l’accesso accostato e la tendina aperta"... Un invito ad entrare in questo tuo viaggio poetico dove, non senza venature nostalgiche e sognanti,l’io bambino s’intreccia all’io adulto. Nella suggestiva cornice rievocata si percepisce, struggente, una voglia di liberatorio "abbandono all’oltre", pur nella consapevolezza che "restò sopra la grata un sangue che colava e le spine in eterno".
Belle anche le delicate immagini di Giovanna che accompagnano i testi, appena sfocate e tinte d’antico come le poesie. Complimenti e grazie a tutte e due. Affettuosamente, Annalisa

 mihaela cernitu - 21/01/2011 09:46:00 [ leggi altri commenti di mihaela cernitu » ]

La luce e l’ombra, come l’amore e l’odio, come il gioco ed il dolore sono presenti alternativamente nei testi di "Confessionale e L’Apostolato" il libro e-book di Liliana Ugolini.
La voce della poetessa è la voce della vita, va come l’acqua nel fiume, passa tranquilla o diventa forte per affrontare gli ostacoli, per arrivare alla destinazione. L’opera è piena di un lirismo vitale,sano e ben dominato nei contenuti. Le poesie sono bei disegni dell’anima, disegni esistenziali che dimostrano la forza della vita, fatta di luce ed ombra, di dolore e gioia, di mistero e fede. Trovo le opere di Liliana piene di una nuova linfa poetica.

Che bei disegni di Giovanna! Danno tanta serenità nell’anima.
Complimenti, carissime Liliana e Giovanna, per la vostra sensibilità artistica condivisa con tutti noi!

 liliana ugolini - 20/01/2011 05:43:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Sono veramente grata ad Alma Borgini ( ognuno ha il suo totomodo)a Vincenzo Lauria ( particolarmente per aver captato il senso del taciuto)a Marco Romano(per il recupero all’orgomento) a Mihaela Cernitu ( dalla quale attendo...)a Daniela Monreale ( se vorrà ancora dire...)a Kiki per le acute osservazioni) e a Leonello Rabatti ( fine indagatore)e ringrazio veramente tutti per avermi dedicato del tempo...

 KIKI Franceschi - 20/01/2011 00:01:00 [ leggi altri commenti di KIKI Franceschi » ]

carissima Lilli, ho avuto problemi con la posta e la stampante. potevo usare il pc di Micol ogni tanto. Ora tutto risolto: almeno si spera.

Grazie per ’invio del librino e.book. L’ho letto e ho rilevato in alcune poesie, specie nelle prime due, il sentimento struggente della vita che fu, il che mi ha ricordato spoon River.

C’è lo stesso struggente monito alla vita che Lee Masters ha saputo scolpire nelle sue frasi poetiche; un invito alla indagine su se stessi e sul mondo. Il confessionale è solo un mezzo simbolico per una riflessione sul sé e sul come. Le opere di Giovanna bene e con sapienza eseguite, ma trovo che sono molto diverse nello spirito dal tuo lavoro. Sono narrative mentre le tue opere sono molto simboliche e tendono all’astrazione. Affetto.

 Leonello Rabatti - 20/01/2011 00:01:00 [ leggi altri commenti di Leonello Rabatti » ]

Carissima Liliana,

la sensazione che provo spesso leggendo i tuoi testi è quella di una sorta di espansione "sinestesica", come se la tua sensibilità utilizzasse e tendesse a condensare i risultati delle percezioni sensoriali, ad intellettualizzarli, per così dire, restituendoli densi di risonanze. Una scrittura "multifocale", insomma, che richiede concentrazione e disponibilità all’ascolto, mentre conduce il lettore nelle suggestioni dei suoi labirinti.

Un caro saluto.

 Daniela Monreale - 20/01/2011 [ leggi altri commenti di Daniela Monreale » ]

COMPLIMENTI LILIANA!!!!!!!! Lo stamperò in questi giorni e lo leggerò con grande piacere!! Seguiranno mie impressioni, ma già, a una velocissima scorsa, mi sembra un’opera mooolto interessante, anche perchè tocca argomenti che mi coinvolgono da vicino!

 Mihaela Cernitu - 19/01/2011 23:59:00 [ leggi altri commenti di Mihaela Cernitu » ]

Cara Liliana, complimenti per le bellissime poesie (CONFENSIONALE E L’APOSTOLATO).

Appena adesso ho riuscito di aprire per bene e.book con tutte le tue poesie e splendidi disegni di GIOVANNA. (Io con il computer sono semianalfabeta, così ho letto una sola tua poesia "Confesionale II"). Poi ho scoperto tutto il libro. Sai che mi meraviglio: come ti vengono tutte quelle belle parole?! sei un’architetta delle immagini incredibili!

Sono orgoliosa e fortunata che vi ho conosciuto. Da settimana prossima per prossima settimana, avrò più tempo e vorrei leggere tutto e scrivere qualche commenti sulle vostre opere.

AUGURI E BUONA ISPIRAZIONE!

Un affettuoso abbraccio,

 Marco Romano - 19/01/2011 23:57:00 [ leggi altri commenti di Marco Romano » ]

Gent.ma Liliana Ugolini,
il suo e-book "Il confessionale e l’apostolato" mi è piaciuto molto, nonostante i confessionali e gli apostolati di qualunque genere mi siano molto poco famigliari; ma è forse questo il dono della vera poesia, di farci sentire con il cuore e la mente cose che sulle prime ci paiono lontane ed estranee e come per incanto ci diventano vicine e famigliari come se le avessimo sempre conosciute. Tra le poesie che preferisco citerei "L’aiuola rialzata e le panchine", "L’edificio", "La libreria", "Le bambine".
Cordialissimi saluti.

 Vincenzo Lauria - 19/01/2011 21:55:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Lauria » ]

Ci si sorprende a trattenere il respiro nel leggere questa raccolta.
L’inquietudine che trasuda ad ogni verso ti avvolge lasciando affiorare verità quasi sussurrate non per compiacenza quanto per una ricercata armonia col bisbiglio che si addice alla colpevole complicità di un confessionale.
Ad un’attenta lettura un filo di voce ti raggiunge alle spalle, il suo tono sommesso amplifica le violenze che racconta, l’ugola vibra di dogmi instillati (“il ridetto dire”), di “consapevolezze dominanti sulle mani giunte delle bambine”, di perversioni inespresse o perpetrate: “un ricamo sgualcito (odor di incenso)”.
L’orrore umano, liquido, come in bilico tra i “forellini” di quelli grate, sta nella ”omertà”, nel silenzio di colpe che si specchiano, nei pentimenti recitati quanto nelle virtù millantate.
Non a caso la raccolta si dipana in un altalenarsi tra dodici confessionali (forse le “stazioni” di un’ideale via crucis) e altrettanti luoghi dell’infanzia, tra i sottili ricatti consumati dietro una tenda e l’innocenza quasi sacrificale di un “bianco cotonino”.
L’essenza di questa insolita e intensa raccolta sta nella cura millimetrica sin nei minimi particolari di questi quadri di altari e contraltari, sta nello spirito umanamente acuto di Liliana, nella sua precisione scientifica nell’usare la lama del dire con l’equilibrio proprio della naturale eleganza.

 Alma Borgini - 17/01/2011 19:17:00 [ leggi altri commenti di Alma Borgini » ]

Cara Liliana,
è difficile per me analizzare una tua poesia, così diversa dal mio modo di scrivere.Vorrei che tu mi spiegassi la tua poetica e da quale lavoro nasca,di riduzione della struttura sintattica, della metafora complessiva della nostra realtà espressa attraverso ulteriori metafore.Mi ricorda- e infatti ho parlato di riduzione- il processo che hanno compiuto sulla forma Burri o Fontana,però forse cado in contraddizione perché qui un contenuto c’è,tanto più amaro quanto più spersonalizzato. Si sente l’esperienza teatrale nella suggestione evocata dalle immagini.Mi richiama "Todo mado"di Sciascia.Sei brava!

 liliana ugolini - 17/01/2011 06:57:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Ringrazio ancora Narda Fattori che ha riproposto il suo commento, Marco Giampieri, Antonio Spagnuolo, Mariella Bettarini per le loro " centrate" parole. Sono grata dell’attenzione.

 Mariella Bettarini - 16/01/2011 17:56:00 [ leggi altri commenti di Mariella Bettarini » ]

Carissima Liliana, ho letto con interesse il tuo e-book, dove ritrovo la tua consueta voce poetica, qua rivolta a dolenti problematiche interiori, in anni colpevolizzanti e carichi di tristezze e paure. Un (ahimé) ben dolente "teatro", cui fa da contraltare l’aperto di luoghi contigui, la natura, i libri (però spesso proibiti anch’essi...) e la rara presenza umana, ora lievemente lieta, ora più misteriosa ed "allusiva" (vedi il testo sul teatro).
Belli, vivi i disegni di Giovanna.
Grazie di questo dono di parole e figure, e un affettuoso augurio e saluto da Mariella

 Narda Fattori - 16/01/2011 12:57:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

L’opera è tutta incentrata sui "Confessionali", luoghi deputati all’ ascolto delle miserie dell’uomo che raccolgono, senza scosse o mutamenti, e che ad esse rispondono con esili preghiere immutate nel tempo, nenie che nè consolano nè redimono.Vibra qualcosa che è più alto e che s’innalza, quasi irraggiungibile ma sempre presente come tensione.
La voce collocata in contrappunto è quella della vita che scorre e muta anche là dove sembra che nulla sia mai mutato.
Si collocono , le due voci, in direzione contraria e pare che non si incontrino mai. Fra un "Confessionale" e l’altrom poche poesie quasi ad evitare una possibile frizione fra due realtà difformi.
La vita ha lasciato indietro tanti e sotto le capriate della cattedrale si presentano figure quasi scarnite eppure gravide di ferite che chi è oltre la grata non sa , non riesce, a sanare. Ora.
E’ poesia di un lirismo contenuto e ben dominato nella sua metrica e nei suoi contenuti.

 Antonio Spagnuolo - 16/01/2011 10:50:00 [ leggi altri commenti di Antonio Spagnuolo » ]

La delicatezza da un lato e la sobrietà luminosa dall’altro sono i filtri magici attraverso i quali lo stupore dell’ascolto riesce a fecondare il rapimento del richiamo. Liliana accoglie l’ansia del dono per luccicare nei versi, che salgono, mirabilmente musicali, al centro dell’imprendibile. Un battito di trasparenze nel ritmo delle illusioni.
Antonio Spagnuolo (http://poetrydream.splinder.com)

 Marco Giampieri - 11/01/2011 15:39:00 [ leggi altri commenti di Marco Giampieri » ]

Non voglio avventurarmi su terreni che non mi si addicono: dico solo brava Liliana e le mie suggestioni. Quello che mi ha colpito di più leggendo quest’opera (dico "opera" e non poesie intenzionalmente) è la sensazione che le parole abbiano lo stesso ruolo della luce a teatro, che non è quello di illuminare la scena ma di tagliarla e rimontarla insieme ai corpi ed agli oggetti. A volte la cadenza musicale di Pascoli, altre la potenza ossessiva di Kantor. Complimenti ancora.

 liliana ugolini - 11/01/2011 06:56:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Ringrazio Eugenio Nastasi per il commento sul testo e per l’ attenta lettura. Condivido le percezioni approfondite e sono grata delle realistiche osservazioni, pur utilmente astratte, in consonanza.
Un grazie per l’attenzione anche a Antonio De Marchi Gherini che ha espresso il suo pensiero in densità.

 Antonio De Marchi-Gherini - 09/01/2011 01:37:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Bella raccolta, fascinosa, intrigante con quel retrogusto dell’Italia
rurale e molto cristiana fondamentalista dei tempi andati.

 Eugenio Nastasi - 08/01/2011 21:11:00 [ leggi altri commenti di Eugenio Nastasi » ]

In un calibratissimo incedere,il testo "Il Confessionale e l’Apostolato" di Liliana Ugolini, corredato da una indovinata e lucida prefazione di Alfonso Lentini e da alcune riuscite prove pittoriche di Giovanna Ugolini, offre al lettore attento impressioni, ricordi, immagini e abbandoni non puramente vocali, ma di segrete meditazioni, come a dire d’istinto e riflessione. In tutto lo scorrere della raccolta vi è poi una velocità analogica, una prontezza di scansione immaginosa che fanno pensare alle migliori letture; e più ancora a una tempra di scavo, d’indagine della condizione umana che s’incasella in un vero e proprio "dato di coscienza", se è vero che "...Era l’uscita/la difficile sorte del raccolto".
Tanto per continuare nel vivo delle citazioni, in "Confessionale III", Confessionale VI", "Confessionale X", dove "L’enigma è/nella ripetizione dell’insaturo/in consapevolezze dominanti/sulle mani giunte delle bambine" pare scorgere un puzzle di recuperi memoriali e di flash ancora vividi ricostruiti di sana pianta, senza sostegno che non sia quello, cocentissimo, della propria solitudine e della propria volontà di comunione. Il tutto in un discorso di continuo tentato e ripreso (bellissimo e illuminante l’esergo di Ducros), discorso che pur nel ricorso talora barocco a espressioni caparbiamente cesellate al bulino, vuol essere il disegno stesso dell’anima, tra "Confessionale" e "Apostolato", tra riposi di rare certezze e grovigli esistenziali ("Le bambine", "La stanza del teatro", "Le mani") per additarci o rammemorarci che la funzione più disarmante della poesia è la ricerca e l’invenzione dell’anima che non è possibile raggiungere e/o scalfire senza subire l’urto impalpabile tra "ciò che dura e ciò che passa". Sicuramente gli echi di questo riuscito lavoro propagheranno in noi la voglia di avventurarci ancora nella lettura e, perchè no, nel bosco di ulteriori interpretazioni.

 Liliana Ugolini - 04/01/2011 18:06:00 [ leggi altri commenti di Liliana Ugolini » ]

Ringrazio con riconoscenza per l’attenzione all’e.book anche a nome di mia sorella. Sono state tutte interessanti le osservazioni molto arricchenti per me, dove mi sono riconosciuta e, nello stesso tempo, sorpresa. Gratissima per i colti approfondimenti, ringrazio Guglielmo Peralta, Loredana Savelli, Narda Fattori, Franca Alaimo, Mazzarello, per il lavoro sul testo. Un grazie particolare a Maria Pagnini che mi ha fatto sorridere trovando giusta la sua osservazione sul curriculum che, la Redazione può testimoniare, volevo cambiare con uno più succinto. Un abbraccio a tutti con un augurio sentito per un Buon Anno Nuovo e oltre...

 Guglielmo Peralta - 04/01/2011 15:51:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Un libro sui generis, particolare e, per certe “ombre” inquietanti, Kierkegaardiano. Il dettato poetico è sul filo dei ricordi che rinnovano sentimenti contrastanti, vissuti nell’alternanza tra fede da confessionale e sentimento o, meglio, spirito apostolico trasmesso, instillato, attraverso luoghi, icone, simboli, canti, nenie, penitenze, questue, “frullo di silenzi/ nel ritiro centellinato da vene di pensieri”. Tra “il confessionale e l’Apostolato”, tra il “luogo/d’incontro al buio”, che offre “omertà” e protezione, e l’arioso luogo edificante, il cammino, ovvero, la ricerca di contatto con la divinità è fondata, nella coscienza rinvigorita dalla memoria, sul ‘timore e tremore’, cioè sull’ “ansia di un dono” (il timore), che tra i sette doni dello Spirito Santo è quello che infonde nell’uomo rispetto e riverenza filiale verso Dio, e sull’angoscia, che è la condizione umana proprio di chi, peccando, la sperimenta nell’attesa del pentimento e nella possibilità della ricaduta. All’ombra del confessionale, dove le parole sono “pezzi di voce” che sembrano cadere nel vuoto, e “le domande possenti salgono/ in cieli oscuri di dettami”, si oppongono il desiderio della luce e la trasparenza del linguaggio per sciogliere gli enigmi nell’ascolto, per contemplare nella croce “quanto umano in essa della storia consueta”, per fare della parola il “viatico”, la consolazione, il cammino verso quel “luogo senza luogo da cui sorge la poesia”, solo a partire dal quale la parola, al di là di ogni indeterminazione, può essere voce piena, “giudizio vasto”, risposta esatta a ogni domanda…ad ogni angoscia. E dunque, via verità vita: l’apostolo per eccellenza!

 maria pagnini - 04/01/2011 15:16:00 [ leggi altri commenti di maria pagnini » ]

Buona idea questa di "uscire" su internet.
Ho ritrovato il tuo sguardo, questa volta felicemente rivolto al sacro.
Devo dirti che hai un curruculum da messa cantata.
Perdio, ottimo lavoro, anche quello di Giovanna.

 Loredana Savelli - 03/01/2011 14:55:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Rimango stupita di quanta libertà possa scaturire dalla meditazione davanti ad un "oggetto" (il confessionale), sia pure fortemente carico di memoria, simbolo del confine tra parola e ascolto, transito ideale dal male al bene.
Ad una prima lettura, il libro mi è sembrato un flusso di ricordi, come davanti ad un album di fotografie: spazi ed elementi architettonici che sembrano (ed effettivamente sono) portatori di mistero, da cui germinano impressioni, scoperte, in cui si muovono personaggi con storie particolari, luoghi del cuore dove si sono consumano (o si sono consumate) esperienze altamente formative.
Eppure non manca al lettore la percezione del notevole controllo dell’Autrice sulla struttura generale del libro e sul linguaggio, conciso, in alcuni momenti contratto. Il flusso dei ricordi è incasellato in una impalcatura solida come l’edificio-chiesa.

Significativa la poesia "L’edificio":

Le fondamenta sono le intenzioni
le occasioni della volontà. Le pareti
i punti della scuola ali di cuciture
l’intento del proficuo lavoro a liberarsi.
Il tetto l’affermarsi d’un disegno (l’asilo dell’esilio).
La propensione ai fatti sul marciapiede di cotto
l’ininterrotto porgersi all’andare.

Vengono in mente le stupende abbazie dell’Italia centrale, Camaldoli, Cassino, Casamari e tanti altri luoghi mistici della nostra storia.
Grazie per questa condivisione.
Molto illuminante la prefazione e bellissimi i disegni.


 Narda Fattori - 03/01/2011 10:22:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

L’opera è tutta incentrata sui "Confessionali", luoghi deputati alla raccolta delle miserie dell’uomo che raccolgono, senza scosse o mutamenti, e che ad esse rispondono con esili preghiere immutate nel tempo, nenie che nè consolano nè redimono.
La voce collocata in contrappunto è quella della vita che scorre e muta anche là dove sembra che nulla sia mai mutato.
Si collocono , le due voci, in direzione contraria e pare che non si incontrino mai. Fra un "Confessionale" e l’altro poche poesie quasi ad evitare una possibile frizione fra due realtà difformi.
La vita ha lasciato indietro tanti e sotto le capriate della cattedrale si presentano figure quasi scarnire eppure gravide di ferite che chi è oltre la grata non sa , non riesce a sanare.
E’ una poesia di un lirismo contenuto e ben dominato nella sua metrica e nei suoi contenuti.

 Franca Alaimo - 02/01/2011 17:03:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Un libro di poesie costruito in modo impeccabile, ed alimentato da quel salto bambine-signorine che divide l’innocenza ( la luce, l’aperto, il gioco ) e l’ombra ( il chiuso, il confessionale, il peccato, il dolore): l’una e l’altra alternativamente dette nei testi. Come benissimo scrive il prefatore A. Lentini, questa bipolarità coincide con la condizione umana, tanto è vero che gli oggetti liturgici nominati finiscono con l’assumere un senso simbolico che oltrepassa luoghi e circostanze e,oltre che il difficile ed adulto esistere, a me sembrano rievocare lo stesso atto scritturale, poiché, altrimenti, non si spiegherebbe quell’esergo che definisce la poesia come ciò che sta tra "la cosa nominabile e l’assenza, tra una cosa e un’altra; tra una cosa e nulla che si soffia e si possa dire". L’interstizio qui è rappresentato dalla grata del confessionale con i suoi forellini minuti (che appena filtrano la voce) e che separa un chi nascosto e "la carne del sommerso", come dire che la confessione e poi la richiesta di perdono/equilibrio ( o "l’ansia di un dono"), come scrive Liliana Ugolini, sono ciò che caratterizza quel movimento delle mani che scrivono (in "Le mani", appunto) protendendosi "da ogni quotidiano" per "giungere alla Voce".
E come ognuno al confessionale racconta la sua ansia di ritorno all’origine dell’infanzia, così ogni poeta cerca, attraverso la parola, che rispetto all’enigma è un bisbiglio appena sussurrato, di scavalcare il dicibile, e, benché sappia che esso resta tale e la soluzione può essere soltanto il silenzio, si ostina a confessare il suo "peccato", che lo distoglie per sempre dalla possibile purezza.

 mazzarello - 02/01/2011 14:33:00 [ leggi altri commenti di mazzarello » ]

Guido Gustavo Gozzano: io qui t’invoco, ispiratore d’arie grigiastre con profumi d’incenso. Antichità permeata di narrativa estinta, se mai vi fu ora non è più la trasgressione in penombra. Mala tempora currunt: ad Alessandria, l’apostolato sul sagrato è annientato dalla bomba che Zeno Cosini avrebbe messo al centro della terra. Spero di avere trasmesso tutta la mia stima all’Autrice, che deve averne viste ante e ce ne riporta da quel mondo che pure fu nostro e del quale tanta difficoltà abbiamo a riconoscere l’esistenza. Lo stile poetico è tanto bello da fare sorvolare sui vari secoli trascorsi dalla Riforma e che non hanno prodotto quello che dobbiamo continuare ad aspettare.