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eBook n. 53 :: Haisan sotto gli alberi, di Fabio Pasquarella
LaRecherche.it [Poesia]

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Data di pubblicazione:
25/09/2010 12:00:00
Di Fabio Pasquarella
puoi anche leggere:
:: Il sasso e la rana »
:: Girotondo »

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Notizie sull'eBook
Recensione di Roberto R. Corsi: Leggi »

# 10 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 Giorgio Mancinelli - 30/11/2010 09:09:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Mancinelli » ]

Haisan sotto gli alberi. di Fabio pasquarella E-book edit. larecherche.it

Haisan, Haisan, ti ho letto e riletto più volte, per capire se sei rimasto sotto gli alberi o se hai rincorso le nuvole. Per sapere come ci si sente a guardarle andar via e noi restare fermi coi piedi sulla terra, anche se ci è dato camminare, correre. Dimmi come si fa a volare, perché tu sai volare Haisan, è il tuo segreto, e alto pure, fin sopra gli alberi. Però, c’è sempre un però che si domandano gli altri, e io me lo sono chiesto, ed è questo: però, in tutto quello spazio bianco del foglio dove trascrivi ogni tuo haiku, in mezzo a quel tuo “verso e converso” di foglia che osservi da sotto gli alberi, dov’è che finisce il tuo amore e inizia il tuo tabù, che non arriva a conoscere la felicità? No, non rispondere Haisan, non è richiesto, lo hai già fatto tra le righe dei tuoi versi asciutti, senza aggettivazioni, che hanno per fronzoli i rami, le foglie dei tuoi amati alberi: “so da molto il tuo nome ma non posso chiamarti felicità”, “mi scorri tra le dita, come sabbia ridi, mio deserto, mio tutto”, “quante vite di fieno raccolte in balle, fitte arse...”, e senza accorgertene hai dato la risposta più vera che potessi dare, racchiusa in quel filo di speranza che per fortuna non hai abbandonato: “allora vedrai domani, domani inizierà di nuovo l’eternità”. Complimenti Fabio, scrivi ancora i tuoi haiku, che il cuore della giovinezza ha tutto il diritto di meravigliarsi del creato, e non tenere conto “dell’ape che ronza nel tuo giardino”, continua pure “a rubare l’ombra d’ogni cosa” come fa “il sole di mezzogiorno”, anche quello è un dono della vita.

 Antonio De Marchi-Gherini - 28/10/2010 19:48:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Scrittura franta. Procede per folgorazioni, un po’ come il mio e.book l’Altro. Corporea ed eterica ad un tempo. Una poesia che richiede attenzione e pausa lunga di riflessione per carpirne tutte le possibili declinazioni.
C’è l’andatura limpida e lunare della poesia orientale; un buon lavoro ,insomma, auguri...

 Roberto R. Corsi - 17/10/2010 02:13:00 [ leggi altri commenti di Roberto R. Corsi » ]

Fin dalla prima lettura questa raccolta mi ha convinto molto. Come è stato evidenziato da altri commentatori, la sintesi del verso non strangola ma anzi esalta la felicità espressiva. Pur per fotogrammi, l disegno complessivo mi appare molto coerente, e ho voluto cimentarmici più diffusamente qui:
http://robertocorsi.wordpress.com/2010/10/17/pasquarella/

Al di là delle mie personali e opinabili considerazioni, rimane anche a me una profonda sensazione di particolare felicità negli esiti.

 Narda Fattori - 05/10/2010 16:10:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

La poesia breve corre il rischio di essere epigrammatica e sapienziale, ovvero rischia il suicidio. Occorre molta maestria per gestire in pochi versi un mondo di visioni, di emozioni, di ricordi.
Fabio è molto bravo; non cede mai al didascalico, al sentimentale, scende sempre all’essenza ( la farfalla che muore sul fiore dice che cosa è la farfalla e che cosa la differenzia dal fiore). Erroneamente si crede che occorra avere grandi conoscenze metriche semantiche; la poesia può essere semplice, accessibile ad ogni lettore, prenderlo per mano e portarlo davanti allo schermo che focalizza un istante, un fotogramma di mondo. La poesia di Pascarella è piana, chiara, semplice e mai semplicistica, essenziale e visionaria. concreta e fiabesca.
Ne leggo tanta e posso dirti , Fabio, che in te ho incontrato un poeta e non succede molto spesso.

 Tiziana Colusso - 03/10/2010 19:06:00 [ leggi altri commenti di Tiziana Colusso » ]

la sintetica perfezione formale ed emotiva di questo brano mi ha commossa, il tema è così delicato da far tremare la penna a molti autori...

Dinnanzi la tomba di mio padre
il profumo di una rosa stordisce
al di là del muro
nel limpido giorno che muove
le montagne intatte

 Anna Guzzi - 30/09/2010 21:10:00 [ leggi altri commenti di Anna Guzzi » ]

Versi suggestivi e sintetici. Complimenti sia all’autore sia al fotografo che ha saputo cogliere la magia del bosco.

 Loredana Savelli - 25/09/2010 14:52:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Alta qualità in questi haiku che mi sembra abbiano incorporato l’autentico spirito giapponese, aggiungendovi quel tanto di disincanto, ironia, incertezza esistenziale che dobbiamo alla nostra cultura occidentale, senza perdere innocenza ed essenzialità.
Gli haisan vanno letti lentamente, uno al giorno, direi.
Non ho resistito alla tentazione di leggerli d’un fiato.
Ne ripropongo uno:

"Pungono di ricordi
questi aghi luminosi
quando non sono più
fili d’erba al sole".

Lo trovo di una coerenza impeccabile.
Aghi luminosi, come ricordi stagliati per sempre sullo sfondo del tempo, forse ingrato, ma che non vuole ingannarci.
Mi è sembrata un lezione di coraggio.

Complimenti all’autore. Li rileggerò senz’altro.

 Franco Fabiano - 25/09/2010 14:15:00 [ leggi altri commenti di Franco Fabiano » ]

Scrivere cosa abbiano suscitato in me le poesie di Fabio Pasquarella in poche righe non è semplice: egli ha un’abilità nella costruzione del verso, talvolta ridotto solo all’essenziale - scarne righe che s’alternano al bianco della pagina - eppure non diviene mai sterile, banale.
Dai componimenti percepisco un sentimento di tristezza, forse celato, come spesso lo sono i timori che proviamo, ciascuno a proprio modo nella vita.
Gli haiku hanno tali caratteristiche, essendo tuttavia "piccoli microcosmi del cuore, del pensiero, dell’animo di un’indole meditativa...".
Quanto mi hanno trasmesso di prezioso è il dono di "una malinconica leggerezza dello spirito...".

 Domenico Alvino - 25/09/2010 12:20:00 [ leggi altri commenti di Domenico Alvino » ]

La nitidezza elocutiva ha come effetto operazionale uno schiarimento dello sguardo, con le cose che s’illimpidiscono nel mondo e col mondo. Ma i brani (o Haisan?) che mostrano sicura potenzialità tecnematica e un sensibile effetto operazionale sono poco più di una decina e si trovano alle pagg. 15, 18, 19, 21, 23, 32, 44, 46, 47, 57, 63. Nei restanti, la poesia non trova stimoli sufficienti né riceve direttive abbastanza chiare e pertanto se ne resta lì da canto incerta e inoperosa.
Domenico Alvino

 Mazzarello - 25/09/2010 10:10:00 [ leggi altri commenti di Mazzarello » ]

L’Autore ha il pregio della chiarezza e la dote dell’onestà. La poesia svela questi aspetti che sarebbero comunque rivelati in forma privata. La pubblicità consente di ricevere l’incoraggiamento per una maggiore sicurezza di sè. Manco da Roma da un pezzo e non conosco Trastevere: prendere un gelato sarebbe piacevole. Mi accontento di leggere il XIV canto del Purgatorio dove, a proposito di fiumi, Dante scrive di ascoltare da Guido Onesti (un giudice!): ’<<Se ben lo ’ntendimento tuo accarno/ con lo ’ntelletto>> allora mi rispuose/ quei che dicea pria, <<tu parli d’Arno>>.