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eBook n. 200 :: I cento martiri di Salamina, di Cristina Vidal Sparagana
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11/05/2016 12:00:00

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# 10 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 Paolo Carlucci - 10/07/2016 10:39:00 [ leggi altri commenti di Paolo Carlucci » ]

Intensa come sempre la poesia di Cristina Sparagana, anche in questo testo si ritrova della sua cifra stilistica una mirata scelta di effetti sonori e visivi della parola. I cento martiri di Salamina si configura quindi subito forte per pathos e volontà di intessere nella coralità del canto la storia antica e l’angoscia universale per ogni guerra, che lascia strisce di memoria. Il linguaggio è amorosamente duro proprio perché punge la spina del ricordo di affetti travolti dal male della guerra, la linea classica tragica dei greci rinasce qui moderna, anche con ampi squarci sul mare della psiche cui ella dà forza spesso anche una materialità linguistica sanguigna,con valenze ancestrali. Opera altamente drammatica, I cento martiri di Salamina, potrebbero ben rappresentare anche in chiave didattica un utile approccio di meditazione sulla poesia, come pure sulla necessità di sapere, aprirsi alla volontà di rivisitare in modo critico ed originale momenti della storia di ogni tempo, ma specie antica, premessa lontana mitica e sacra di un farsi di Ade e di melos dell’ Europa.

 Alberto Toni - 04/07/2016 19:05:00 [ leggi altri commenti di Alberto Toni » ]

Nei versi di Cristina la battaglia è epica e umana, il racconto si fa testimonianza e presenza. La cadenza, che richiama la "Giovanna d’Arco" della Spaziani (l’endecasillabo della tradizione), ci mette di fronte al destino di tante vite. Come oggi. Perché non c’è tempo e i morti sono sempre morti. È il classico che diventa contemporaneo, il lutto suggerisce l’altro lutto. Si parla, si racconta, in un vortice che sorprende.

 Tiziana Marini - 30/05/2016 23:07:00 [ leggi altri commenti di Tiziana Marini » ]

Cristina Vidal Sparagana si conferma con ’’I cento martiri di Salamina un’autrice importante ed originale. In quest’opera, i cento soldati che trovarono la morte nella battaglia navale di Salamina non sono piu’ un insieme indistinto, anonimo, cosi’ come ce li ha tramandati la storia, ma acquistano, grazie ad un verso elegante, incisivo e musicale, la forza necessaria a raccontarsi e a trasformarsi, ognuno, in un vero e proprio protagonista quasi come in una nuova ’’Antologia di Spoon River’’ pur nella diversita’ delle due opere. La Sparagana, maestra di sintesi, riesce con pochi tratti a rendere vive le anime e le voci di questi piccoli grandi eroi che ci giungono dagli angoli piu’ lontani della storia e a renderle, chiare, forti e immortali in una dimensione completamente interiorizzata e atemporale che ci affascina e ci commuove, soprattutto grazie alla forza e alla profonda immediatezza dei versi che da un lato esaltano gli aspetti piu’ semplici, umani e quotidiani delle vicende narrate e dall’altro evidenziano e sottolineano il ripetersi inesorabile di queste vicende nella storia, fin quasi a sovrapporre naufragi passati e presenti. ’’I cento martiri di Salamina’’ e’ dunque un’ opera interessante e originale per forma, contenuto e agganci con le problematiche dell’attualita’ e l’Autrice e’ senza dubbio una delle piu’ belle voci della poesia contemporanea.

 Anita Napolitano - 30/05/2016 08:36:00 [ leggi altri commenti di Anita Napolitano » ]

In questa ultima produzione l’ autrice si distacca dallo stile onirico che da sempre l’ ha contraddistinta. II suo travolgente poetare ci traghetta in un mondo ultrasensibile. Le sue scelte lessicali sono sempre ricercate, auliche eleganti anche quando ci narra dei cento martiri di Salamina. Gli urlai: Coraggio! prendimi la mano! E il suo gelido volto fu sommerso al di là del mio pugno, oltre le nocche allacciate dal brivido, poi, lento mi guardò, diede un balzo, si riprese, s’avvinghiò alle mia dita, spinse il piede nella buia fiancata, gridò a lungo e ricadde tre volte. La sua fronte mi sorrise sgomenta, fiduciosa, ma la spuma lo colse, alta, furiosa […] Ora nuota nei valichi del’onda. Oh, potessi ascoltare tra i frangenti la campana di bronzo del mio agnello come fosse legato a questo prato di lenzuola e di tenebre! Ma nulla s’ode quaggiù dove persino il grido tace fra bolle di dolore, e il suono si scolora in un buio verde-mare. Dite, sta bene? Seguita a brucare le sue foglie di cavolo e di verza? L’ empatia subentrata con ogni singolo soldato diventa la nostra e ad attraversarci per tutta la lettura è il pathos. Un libro riuscitissimo che parte dal mondo Epico per avvicinarci alla realtà quotidiana. La scelta dell’ autrice è coraggiosa, la sua spiccata sensibilità la spinge a denunciare la nefandezza umana, l’ impotenza. La sua è un’ operazione mirata, facendo rivivere ogni singolo soldato attraverso la narrazione induce il lettore non a soffrire nell’ intimo del proprio animo. E’ più nobile per la scrittrice imbracciare le armi e combattere contro il mare delle afflizioni, quel mare a volte crudele che miete vittime innocenti.Ti ammiro Cristina Sparagana!

 Eugenio Nastasi - 14/05/2016 11:23:00 [ leggi altri commenti di Eugenio Nastasi » ]

Ammirevole il confronto con l’epica e con la struttura poematica classica.Rilevante la capacità della Sparagana di dar vita ai cento giovani soldati con poche stoccate verbali:un segno di sicurezza lessicale da non sottovalutare.

 Franca Alaimo - 13/05/2016 23:16:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

L’autrice si china su ognuno dei morti di Salamina e raccoglie la loro testimonianza con un gesto di grande pietas, che salva la singolarità di ciascuno di contro all’anonimia di un numero tramandato dai manuali storici. Di ciascun morto udiamo così le diverse morti, ma, soprattutto, le diverse personalità e gli affetti e i rimpianti. Ognuno, infatti, porta con sé un’immagine di donna: la sposa, la madre; oppure il ricordo dei propri figli o il tenero legame con qualche animale, con la casa, con la propria terra. Vili o coraggiosi, forti o fragili che siano, ognuno ha una voce che si distingue dalle altre. Questa sensibile, curata, armoniosa poesia porta evidente il marchio della classicità sia nella scelta del genere che nell’attenzione con cui sono scelti i nomi e rievocati luoghi ed oggetti e tradizioni dell’età classica greca. Molto sciolto l’endecasillabo, fluida la musicalità creata dalle rime frequenti, perfette o no. Durante la lettura, ho anche pensato ai tantissimi extracomunitari morti nelle acque del nostro Mediterraneo, perché ancora oggi di guerra si parla, sia pure in termini diversi. E non credo che l’autrice non abbia pensato anche a loro, mentre componeva questi versi, come a sottolineare che la storia non cambia, che la morte è sempre un evento "assurdo" che ci separa, che toglie, che non è quasi mai desiderata, specie quando ancora il tempo da vivere potrebbe essere tanto. Per ultimo vorrei sottolineare la tenerezza di questa poesia, così rara ormai, come se delle tenerezza ci si debba vergognare. Non conoscevo questa autrice e sono contenta di averla scoperta. (Mi scuso per gli eventuali refusi, se ce ne dovessero essere).

 Luciano Nanni - 13/05/2016 21:26:00 [ leggi altri commenti di Luciano Nanni » ]

Anziché riferirsi a un ‘calco’ classico quest’opera è piuttosto da considerarsi una creazione originale che tiene conto dell’attualità: la versificazione in endecasillabi punta al contenuto ma nello stesso tempo procede con naturalezza e ci riporta l’amore per l’eleganza della scrittura e il suo rigore tecnico.

 Francesco Dalessandro - 13/05/2016 14:18:00 [ leggi altri commenti di Francesco Dalessandro » ]

Affascinante. Grazie

 Salvatore Martino - 13/05/2016 12:32:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Martino » ]

Ad una prima velocissima lettura il testo mi appare notevolissimo per invenzione tematica e di linguaggio. Immagini emeozionanti e un ritmo di battaglia incalzante. Devo assolutamente approfondire la lettura di questo poema epico, così lontano dalla maniera poetica che avvelena la poesia di oggi in Italia.Salvatore martino

 Gian Piero Stefanoni - 12/05/2016 19:03:00 [ leggi altri commenti di Gian Piero Stefanoni » ]


Carissima.. Leggerò volentieri, sarà al solito un bel viaggio. Ti abbraccio molto forte.