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Biografia di Salvatore Zeno [ sito web ]

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Sono nato a Napoli nel 1982. Due cose, su tutte, hanno modellato la mia anima fin da bambino: il mare e la mia famiglia. Quando avevo quattro anni ci trasferimmo in Calabria per seguire mio padre, che di lavoro faceva il pescatore. Vivevamo a Vibo Valentia Marina in una casa a due passi dal porto, a due passi dalla spiaggia: una biforcazione naturale che per quindici anni ha guidato me e i miei fratelli verso la scoperta e l’amore viscerale che cresceva sempre più nei confronti del mare, tant’è che oggi non riesco a vivere più di un mese lontano dal sapore della salsedine.

Quando lasciammo quel posto, nel 2001, ricordo che piansi per la prima volta. Certo, avevo pianto anche prima, ma la ricordo come la prima volta in cui le lacrime erano un misto di malinconia e rispetto per un amico che sai non ti lascerà mai. Fu il mio modo di salutarlo.

Nel 2002, dopo la delusione all’Accademia Aeronautica, inizio i miei studi in Relazioni Pubbliche e Pubblicità a Milano, ma questo non basta. Così, ottenuta la laurea triennale, passo a studiare Economia ottenendo la laurea magistrale. Ma anche questo non basta. C’è che ho sempre scritto, è l’unica cosa che ho sempre fatto e sentito uscire in maniera naturale da me. Da cinque anni a questa parte ho spontaneamente iniziato a collezionare tutto ciò che ho messo su carta dall’età di nove anni, continuando a dar vita a qualcosa di nuovo, perché la volontà è quella di vivere della mia passione. A questa, associo gli studi di recitazione ormai da quattro anni. Trovo quest’arte un posto quasi segreto e accessibile all’essere umano attraverso un lungo percorso conoscitivo, di se stessi quanto degli altri allo stesso tempo. E mi ha fatto anche avvicinare alla scrittura per immagini per il cinema e a quella dei movimenti sul palco.

Non affronto la vita privata in dettaglio, perché potrebbe stimolare poco la curiosità. Mi limito ad esprimere una perenne difficoltà nel trovare l’amore, quello vero e che ti stende in un colpo. Ma ho pazienza, e sebbene è capitato che le mie muse siano state quelle che mi hanno fatto soffrire, non smetto di pensare che la cosa più bella e migliore al mondo siano le donne.

Da qualche mese ho perso il lavoro, come a tanti è capitato. Ciò non voglio però diventi scusa per scivolare ancora più giù. Va bene, la crisi è quella che è: è dura e può far tanto male. Ma voglio pensare che un periodo storico come il nostro possa essere un’occasione da cui estrarre ancor più forte lo spirito dell’uomo. Nel mio caso, lo spirito di un paroliere della vita e con la vita.


 

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