Maria Spanu, nata a Bacau (RO) il 04.10.1993, arriva a Roma nel 2003, dove frequenta l a scuola media G. Perazzi e successivamente l’istituto tecnico Gaetano Martino.
Si appassiona alla letteratura, in particolare alla poesia, ed all’età di 17 anni inizia a scrivere componimenti.
Nel suo stile utilizza metafore sugli elementi naturali descrivendo stati d’animo con veri e propri flussi di coscienza, la sua poetica ricalca i suoi stati d’animo e non di rado si fonde a veri e propri flashback della sua vita.
L’utilizzo delle rime non è mai fine a sè stesso, ed anzi la rima, in alcuni casi anche l’assonanza, viene utilizzata al solo fine di dare una musicalità all’opera, che và letta come una messa a nudo del proprio intimo più profondo senza la pretesa di risultare comprensibile agli altri.
Nelle opere di questa giovane autrice emerge l’assoluto bisogno di certezze, la necessità di mettere su carta le proprie insicurezze alla ricerca di risposte, nel tentativo di trovare dei processi logici che giustifichino i continui cambiamenti, l’essere tutti inesorabilmente preda degli eventi di un mondo che, proprio come le forze della natura, prosegue il suo cammino trascinandoci come foglie.
Non c’è mai nella stesura dei testi una descrizione della realtà dettata dall’esperienza, così come può accadere leggendo autori arcinoti come Neruda, che descrive spesso l’andamento dei processi umani interiori (“Amare è così breve, dimenticare è così lungo”), piuttosto le immagini confuse di un animo sognatore, da ricomporre come un puzzle per il lettore più attento.
Il fine della poesia di questa autrice è talmente intimo e personale che ogni sua composizione è ad oggi ancora inedito.
Un motivo in più, forse, per porre attenzione alle sue parole, perché in esse non vi è nulla di ricercato, nulla di filtrato: ogni verso è una scoperta di un lato dell’animo della scrittrice, o meglio della persona che si cela dietro la scrittrice, senza nessuna pretesa d’essere compreso.
Ogni riga ci catapulta nel mondo interiore di Maria direttamente dai suoi occhi, non resta che lasciarci trasportare.