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Biografia di Marco Bruni [ sito web ]

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L’arte è una perla che restituisce bellezza a chi la usa

La mia passione per l’arte, deriva da un’ossessione che dura tutta la vita. Infatti fin da quando ero bambino ho sempre cercato di creare attraverso la lettura e lo studio, opere personali in grado di rappresentare qualcosa di nuovo e comune interesse. Penso che creare arte poetica, musicale, pittorica, sia un modo per entrare non solo in contatto, ma dentro le società, i loro problemi, i loro costumi, completandole e migliorandole. Il semplice atto di produrre arte condivisa possa essere qualcosa di utile socialmente e bello da usufruire e questo mi provoca una gioia e una soddisfazione senza uguali.

Ho fatto studi di conservatorio a Firenze e successivamente l’esame di compositore melodista trascrittore presso la sede SIAE di Firenze., ho suonato nelle sedi istituzionali più importanti e in vari teatri italiani. . Sono un pittore astrattista la Artexpò Gallery mi ha attribuito il conferimento Europeo per le arti visive e sempre per le arti visive ho ricevuto la Palma d’oro alla biennale internazionale di Cannes, ho esposto a Budapest, Firenze, Genova nel gennaio 2021 h ricevuto l’oscar dell’arte.

Sono un poeta che ha ricevuto moltissimi premi in Italia e all’estero  fra i quali il premio Giovanni Paolo II° , il premio alla carriera consegnatomi dalla poetessa Tina Piccolo il premio  Ambasciatore del sorriso a Napoli  sono stato riconosciuto alfiere dell’arte e della poesia presso l’Accademia dei Bronzi di Catanzar; ho pubblicato cinque volumi quattro di poesia, uno di narrativa. Per le mie attività ho ricevuto Laurea Honoris causa in Arte Musica Spettacolo.

Sono un poeta del Realismo Terminale creato da Guido Oldani; Il realismo Terminale è una forma letteraria nuova, ben definita e strutturata e si basa sul principio della similitudine rovesciata ovvero in base al concetto (verità) che in questa realtà il ruolo della natura è ridotto ai minimi termini essendo essa superata e surclassata dal ruolo degli oggetti, milioni di oggetti, che hanno assunto il ruolo principale sempre più predominante. La poetica del realismo terminale è la porta che proietta la poesia in una nuova più affascinante e vera dimensione della percezione della realtà di oggi in tutto il pianeta.

Da il Realismo Terminale di Guido Oldani Mursia Editore un passo che mi è sembrato significativo

“Si capisce bene allora come la metropoli non esista più, sostituita come è stata da una piastra abitativa, farcita di milioni di uomini, divenuta continentale. La campagna è un’eccezione mentale alla città o a quel che essa è diventata. Anche il poeta metropolitano non ha più senso, quello che è cambiato è l’unità di misura nello sproporzionamento. Il poeta è ora, nel realismo terminale, un ago nel pagliaio, uno zero rispetto all’infinito. Egli è stato bruscamente licenziato a causa della ristrutturazione aziendale, che ha trasformato le metropoli, che ancora nutrivano qualche speranza urbanistica, in “pandemie abitative”. Il poeta è divenuto conseguentemente “le bon à tout a faire”,idoneo ad affrontare il bricolage del realismo termnale.

Niente a che vedere dunque con la vita di periferia, di un’epoca che oramai non è più certamente quella attuale. Tanto meno, nulla da condividere con la provincia e con la sua dialettica rispetto alla metropoli”.


 

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