Mi chiamo Alessio Caldini dal 27 settembre di trentasei anni fa. Ossia da troppo tempo per non sapere quanto una pseudo-biografia come questa possa annoiare chi deve leggerla per ricordarsi di chi scrive e del motivo per il quale costui non ha un biglietto da visita. Di ciò che avanza, vediamo, che c'è di interessante? Studi classici iniziati in prima media con Euripide e volontariamente interrotti - con l'avallo del medesimo - alla vigilia della discussione della tesi di laurea? Penso di no, non interessa neanche me. Quasi quattro anni passati in una casa editrice che ha poi chiuso i battenti e mi ha liquidato con un bel calcio nel culo perché ero senza contratto? Vabbè, diciamo che almeno è vita vissuta. Che per altri due anni ho cogestito una micro produzione cinematografica che ha portato uno dei miei lavori al Sundance Film Festival e nelle scuole spagnole attraverso il Ministerio de Educaciòn? Decisamente autocelebrativo ma inconfutabile. Forse che contemporaneamente ho lavorato come scaricatore, cuoco, steward da fiera, videogiornalista, insegnante di biliardo, storico dell'araldica, ghostwriter e svuotacessi. Già più appetitoso, soprattutto le esperienze dietro ai fornelli e sul panno verde. Ma probabilmente quel che più può interessare, considerato il contesto in cui siamo, è che da scrivente - "scrittore" è solo chi con la scrittura ci campa -, tanto con la prosa (letteraria e cinematografica) quanto con la poesia, ho attirato l'attenzione di tutti tranne che di editori e produttori. Se perciò ce ne sono tra voi che leggete, reco in dote quattro romanzi e una silloge poetica inediti, una raccolta di racconti in composizione, alcune sceneggiature per lungometraggi e svariati soggetti originali e trattamenti cinematografici.