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al testo proposto da Alessandra Ponticelli Conti
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Panorami grandissimi a perdita d'occhio si stendono, s'aprono nuovi orizzonti, si squarciano gole. Noi non sappiamo parlare. Dove siamo andati a cadere? Nel centro alluvionale della terra? L'occhio vacua da orizzonte a orizzonte e si spaura. Per questo siamo nati: per vedere nuovo profondissimo orizzonte, perché la nostra generazione non vada dispersa fra acini, fondi nebulosi, mostri furiosi, i cavalloni del mare. Lottiamo sottoterra e percepiamo.
Tratta da: Poco suono (1933-1935)
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