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Lettera a un italiano

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Caro italiano,

ti scrivo da amico sconosciuto, da fratello antropico e da connazionale solidale.

Sei soltanto uno degli oltre 60 milioni d'abitanti, stranieri compresi, della penisola distesa nel Mare Nostrum. Ma anche se sei anonimo, sei unico e importante. L'Italia è fondata pure su di te.

Sei fortunato a far parte del Bel Paese, di cui dovresti essere più fiero. Ne hai festeggiato il 150° anniversario dell'unità non tanti anni fa, anche se è ancora una nazione ben lungi dalla reale unificazione.

Certo che le cose non vanno bene al presente, come nel resto del vecchio continente, per non dire nel mondo intero. L'attuale crisi socio-politico-economica serpeggia e avvelena più o meno tutti. Ma questa crisi materiale non è che la conseguenza di una crisi spirituale. La perdita dei valori morali causa la forte svalutazione dell'individuo, della famiglia, della società. Spirito e materia sono interagenti, anima e corpo s'influenzano a vicenda. Quindi la vera causa della crisi contemporanea è la perdita di Dio. E senza Dio la vita perde senso e valore. Perde la luce.

Pure il Paese del Sole è stato oscurato da una eclissi, ma non ti abbattere e non avere paura del futuro. La storia d'Italia, recente e remota, dimostra che nel tuo DNA hai molte qualità. Hai le capacità per costruire una nazione moderna, ricca spiritualmente e progredita materialmente, unita in maniera concreta da nord a sud pure per mezzo dei treni ad alta velocità e del ponte sullo Stretto di Messina.

Animo, italiano, stringi la cinghia e i denti, vai avanti e ce la farai.

 

P.S.

Ma solo se ritrovi la strada giusta!

 

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