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al testo di Amina Narimi
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Orfana e dolce tutta la sua pena La punta del giorno che ferisce Quella che di notte canta dall’Epistola. Una donna muta il Proprio Tratto d’ogni sera Nella parte densa più interna e cara
Dove crescendo si diventa piccoli Riposa il cuore nel graduale Giardino fraterno di passi amati Poi si allontana poco a poco Dove il visibile non splende nel guardabile
Nella luce severa del mattino Che ogni cosa invita a ripartire Tendo le braccia come entrare in acqua Per andare là- dove non c’è- nell’ortensia blu E gli occhi neri nell’orecchio a dire:
Non innaffiare con tanto caldo i fiori Riversa amore con l’appello della sera Chiudi gli scuri, ora, e tieni il fresco in casa
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