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al testo di Amina Narimi
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È una lama sottile Che penetra il fianco Mentre respiriamo -Un attimo di quiete-
Non togliere ai piedi i tamburi le fanfare nei passi di cucire monete d’oro tra i capelli non finire di fare l’arpa nelle vertebre sulla via trovi frammenti di canti all'indietro, fino alla palude che tiene bassa l’erba- dove un uomo disegna l’impronta della voce che manca- C’è tutto nell’acqua un sesso aperto che ascolta- l’aria il tessuto la tregua che filtra la supplica- superando il pensare dove tiene in segreto la luce invernale - c’è un fuoco laggiù di ottanta Mondi dentro un mortaio una pista di scambio
a pungere il cuore tra i rami di Telajen. Per non tradire le cose chiudi gli occhi anche Tu . vieni nell’acqua -come un bambino immaginato nella luce invisibile porta tra le mani una piccola rana sulle zampe pogggiando le dita nell’ombra - trascorri un linguaggio che dura alla bocca che Tocca l’acuto della verbena la carne, seconda vista più tenera di una sorella. Talvolta
quando i frutti del buio fanno radici nei fianchi e le radici non muoiono in fiore
l’interno si fa involucro e pelle Piu di un luogo d’amore di quello non c’è punto: dove le immagini preesistono sottili porziuncole sdraiate come un 8 alla fine del respiro, sulla vetta dell’acqua
Mentre il sangue in fondo al bosco tace -il dolore delle foglie la bianchezza del cielo il nudo d’acqua della martora che indugia sul passo dei cervi- nel paradiso delle voci ai ripostigli c’è la Pasqua delle querce, la licura sulle pietre il trillo del tekiah intorno ai salici ciechi lo sfinimento delle corse dove ci sa felici al tempio la candelora sulla Pieve la confessione del laghetto nella rosa
-dentro la costola del cuore tra i muscoli preghiere tra le mani piccoli pastori- lo stesso tempo. C’è
la stessa montagna fuori dagli occhi dipinto un vascello che va con la grazia di un fiore s’incammina confondendo ciò che accade con chi potrebbe ancora accadere sotto la superficie della forma . Cresce un altro sangue a convocare l’inaudito dove scende un fiume così potente da generare luce che si frange morbida nel dono di una terra. sprofonda come un mantra
rimane tra fratelli d'acqua
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