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L’imperturbabile lettore dal Panama bianco / 2

di Giorgio Mancinelli (Biografia)

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Pubblicato il 09/09/2017 03:48:35

L’imperturbabile Lettore dal Panama Bianco / 2

Immaginate, una giornata assolata e ben ventilata sul finire di Agosto; il mare calmo con le bandierine sull’asta che sventolano gaie; la lunga fila degli aquiloni colorati che si lasciano guidare dal tiepido vento; la piacevolezza tiepida della sabbia ondulata sotto i piedi; qualcuno di là dagli scogli ha avvistato alcuni delfini che giocano allegri …

..e uno,
pensa l’imperturbabile Lettore dal Panama bianco all’arrivo del pallone colorato che rotola sulla spiaggia fino ai suoi piedi, mentre seduto sulla sedia da regista osserva la linea azzurra dell’orizzonte confondersi tra il mare agitato e il cielo rannuvolato; non sia mai gli arrivi sul giornale che tiene spiegato tra le mani, allora sì che potrebbe anche incaz.., cioè turbare la sua inalterabile quietezza. Del resto ‘sono ragazzi’, si dice, rammentandosi che quand’era giovane anche lui ne aveva combinate di cavolate senza far caso se avrebbe infastidito il prossimo; non fosse mai che qualcuno glielo avesse fatto notare, allora sì che si sarebbe infuriato rivendicando una ragione che non c’era. In fondo anch’io sono stato ragazzo, pensa, anche se a guardarlo adesso proprio non si direbbe.

..e due,
si dice il Lettore nel frattempo che il ragazzo torna per la seconda volta a recuperare il pallone finito accanto alla sua sedia sollevando un po’ di sabbia; non sia mai gli s’infili nelle scarpe bianche e gialle che porta rigorosamente allacciate. Che vuole che sia, esclama sorridente il signore con gli occhiali da sotto l’ombrellone accanto, ‘sono ragazzi!’. Mi scusi, sono forse i suoi ragazzi? Ma no, che centra. No, sa perché glielo chiedo? Non lo immagino neppure, ma mi dica. No, perché magari potrebbe dirgli di andare a giocare un poco più in là. Là dove, mi scusi. Magari sull’arenile anziché in mezzo agli ombrelloni; non sia mai gli arrivi una pallonata proprio sugli occhiali? Che puntualmente arriva. Hei, hei.. la prossima volta che arriva fin qui quel pallone ve lo buco! Visto? Ma scusi, lei è proprio un menagramo. No, solo uno previdente.

..e tre,
adesso ci si mette anche il vento che levatosi improvviso con una sferzata sposta la traiettoria del pallone che sbatte contro l’ombrellone, facendo cadere quanto vi era appeso in testa all’anziano enigmista incartapecorito dal sole che s’alza indispettito e incomincia a inveire in una lingua impossibile contro i ragazzi che si guardano facendo finta di niente; non sia mai gli scombinino le caselle del cruciverba cui lavora da giorni senza venirne a capo. Sì, perché non avendolo mai sentito esprimersi in una sola frase in italiano, in molti si chiedono se la Settimana Enigmistica stampi una copia in dialetto solo per lui. Non sia mai vi scappi lo sguardo sulla pagina che ha di fronte, potreste accorgervi che al posto del cruciverba, tra cancellature e ripensamenti, quella sembra più una battaglia navale.

..e quattro,
ebbene la giornata sembra aggiustarsi per il meglio, il sole anche per oggi ha trovato degli spazi di blu ed ora splende che è una meraviglia, commenta il Lettore dal Panama bianco, con la signora gonfia-triplopancia appena giunta sulla spiaggia che adesso gli siede accanto. Scusi ha detto qualcosa? In verità commentavo il tempo. Ah, mi era sembrato avesse detto qualcosa, perché sa con questo vento io non sento molto bene. Come ha detto scusi? No, l’avvertivo di fare attenzione alle pallonate! Spiritoso! No, dicevo così per dire; non fosse mai che se ne avesse a male, pensa. Detto fatto il pallone arriva rotolando dolcemente sulla sabbia verso i suoi piedini-pagnottoni. Allorché lei, con la sua grazia di ninfa trasbordante, si piega in due mostrando due chiappe da mongolfiera raccoglie il pallone con nonchalanche e lo restituisce al mittente, solo che nello slancio le esce un seno dal costume. Non sia mai che nel restituirlo lo scambi con il pallone, allora sì che i ragazzi vedrebbero arrivarsi addosso una ‘bomba’ rigonfia di dubbia consistenza.

..e cinque,
non c’è cosa peggiore di un dialogo fra sordi, o meglio, fra chi non sente e chi fa finta di non sentire. Mi scusi avrebbe da accendere? – chiede un signore attempato al Lettore dal Panama bianco intento a leggere il libro che ha portato con sé. Spiacente non fumo. No, perché sa, mi piace gustarmi una sigaretta all’aria aperta. Magari controvento in modo da mandarmi tutto il fumo addosso, è così? Beh, non pensavo di importunarla più di tanto. Prego, non c’è di che, basta andare in riva la mare, di certo là non può dare fastidio a nessuno. Allora vado! Nel frattempo gli squilla il telefonino nello zainetto da mare. Ma porca miseria, proprio adesso! – impreca l’uomo. Lasci almeno che questo lo dica io. Cosa? Lasci perdere, piuttosto risponda; non sia mai me lo lascia squillare all’infinito nella sua borsa. Pronto, ah sei tu, ciao! Ma non ti preoccupare, puoi parlare tranquillo … come hai detto … ripeti che qui non prende bene … come dice … nel mentre che la voce rimbalza da un ombrellone all’altro al pari del pallone lanciato dai ragazzi. Sì, rimango ancora qualche giorno … come dici arrivi … devi scusarmi non ti sento … ah sei già in partenza. Mi scusi perché urla in questo modo, noi tutti qui attorno ci sentiamo benissimo! Tanto più che sta arrivando, sarebbe meglio che gli andasse incontro, non trova? – lo interrompe infastidito il Lettore dal Panama bianco. Beh deve sapere che è ancora molto lontano!

..e sei,
ehi voi, con quel pallone, come ve lo devo dire che non si gioca sulla spiaggia, tantomeno in mezzo agli ombrelloni! – grida la signora dall’aria scontrosa contro i ragazzi che distrattamente si sono spinti al di là dello spazio loro consentito, e cioè nullo. Vede, mi scusi tanto se la disturbo, perché non dice a quei mascalzoni di smettere di giocare alla palla? In verità gli è già stato detto dal bagnino. Ah sì, e non hanno smesso, e lei se ne sta lì con le mani in mano beatamente a leggere il giornale senza fare niente? – la signora inveisce contro il Lettore dal Panama bianco; non sia mai che una pallonata gli scombini le estension dei capelli che si è appena fatta fare appositamente prima di scendere in spiaggia. Quando paff, neppure a dirlo, il pallone arriva puntuale a scombinarle la chioma. Accidenti a voi! Spiacente madame, avrebbe dovuto saperlo che non siamo a Cortina, non le pare? C’è qualcos’altro che possa fare per lei? Sì, risponde la donna, sparire immediatamente dalla mia vista.

.. e sette,
Emma, Emmaaa, Eemmmaaa!, chiama in crescendo il paparino all’ombra del suo ombrellone sito nella fila retrostante quello dell’imperturbabile ‘lettore dal panama bianco’, sì da farlo saltare sulla sdraio dove si è appisolato per un istante. Abbia pazienza, le pare questo il modo di gridare, da spaventare tutti quanti nel giro di un km? Veramente sto chiamando la mia bambina. Perché è un po’ sorda? Ma no. E allora, dove la cerca, è lì sotto l’ombrellone con lei. Mettiamoci d’accordo, o Emma è sorda, o lei è cieco. Nessuna delle due cose. Vogliamo dire che è scemo? Ma no, comprenda, sono al mare con la mia bamina e voglio che si diverta. Sì certo per la bambina, ma tutti noi che gli stiamo attorno ci divertiamo molto meno. Magari senza esagerare, porti la bambina in riva al mare e la faccia giocare con le onde. In quanto a lei, si rilassi un poco, le farebbe bene, in fondo tutti quelli che stanno qui attorno sembra non abbiano avuto problemi a fare una figlia, o pensa che la sua sia l’unica, si è guardato attorno quanti bambini ci sono? Mamma, mammaaa, mammmaaa!, chiama a squarciagola Emma stressata da suo padre, dopo una infinità di volte che la ‘mamma’ non le risponde. Signora la prego, risponda a quella povera bambina, chiede il ‘lettore dal panama bianco’ con sguardo laconico, impensierito della piega amara che va prendendo la giornata.
Emma, Emmaaa, Eemmmaaa!!!! Mamma, mammaaa, mammmaaa!!!!!!

E dire che l’estate (per fortuna) sta finendo, pensa l’imperturbabile Lettore dal panama bianco, con l’arrivo dell’inverno in città arriva solitamente il Circo, con i suoi giocoglieri, gli acrobati, i saltimbanchi, cavalli, gli elefanti, i leoni, i clown … Quale miglior circo di questo? … pensa il Lettore dal Panama Bianco. Beh, in quanto ai clown se ne sono visti tanti quest’anno, e dei tipi più svariati, più o meno, tutti mascherati.

Beh, allora arrivederci, dice la grassona sudaticcia spalmata sotto l’ombrellone accanto. Dunque ci vedremo qui un altro anno! Si può ben sperare che ne vedremo ancora delle belle!

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