Pubblicato il 08/03/2015 15:51:38
Esplode la sala mentre entro. E' come se il dj si fosse coordinato telepaticamente con la folla, come se mi ritrovassi al centro di mille sguardi inquisitori ed un vero e proprio Josef K.... Tutti a me per un istante e poi di nuovo ad implodere ed esplodere ; una vera e propria cascata di persone che sul fiume quasi si fermano . Il loro movimento è minimamente percettibile prima di riprendere vita e scatenarsi come una cascata. Perfino le luci mi guardano , mi segnano e mi accecano. Miliardi di persone in milioni di pensieri ed è tutto qui ciò che già mi basta ; renderizzare nella mia testa l'andirivieni di vite e decisioni che viaggiano alla velocità del suono della musica. Ed è in quel momento che realizzo l'apoteosi del mio sfogo riflessivo. Vedo le persone che si muovono e vivono e abitano questo pianeta e penso che loro possano in qualche modo stuzzicarmi, tenermi attento e sveglio, vivo ! Con uno sguardo puoi raccontare una vita, in una vita non puoi dare che uno sguardo.
Sono alla fermata della metro di sinistra, quella più affollata. Delle mie ispirazioni infatti, è proprio la folla la più auspicabile perdita di attenzione che si fa dolcemente strada dalle mie pupille al mio cervelletto. Gente. Gente che passa, che sale le scale, che si ferma ai distributori, che prende la metro. Gente con il cellulare, che parla di rialzo a Piazza Affari, che ascolta musiche che ispirano loro sentimenti e visioni ; gente che va e che viene. Gente che non conosco. Le guardo negli occhi , studio il loro comportamento , mi pongo delle domande e cerco di rispondermi osservandone i dettagli con pazienza. Loro talvolta ricambiano gli sguardi cercando di capire a loro volta tutto di me; forse è questa l'interazione umana più significativa. Non saprò mai chi sono quelle persone ma in quel secondo è come se stessimo parlando, con vorace voglia di conoscere e senza umani , egoistici interessi. Allora se non sono umani, non siamo umani per quel secondo in cui gli sguardi prendono a sedersi sfacciati e senza chiedere venia ad un caldo, piccolo e accogliente bar , situato all'angolo di una strada di una metropoli gigante in cui il tutto e il niente si mescolano nel succedere.
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