:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
Attenzione, dal 18 al 29 luglio 2024 è prevista una prima parte di lavori di manutenzione sul sito LaRecherche.it pertanto non sarà possibile, in tale periodo, registrarsi o autenticarsi, non sarà possibile pubblicare, commentare o gestire i propri testi in nessuna forma ma sarà possibile solo la consultazione/lettura del sito ed eventualmente la eliminazione dell'utenza di chi ne farà richiesta. Una seconda parte è prevista dopo la metà di agosto, le date saranno comunicate. Ci scusiamo per l'eventuale disagio. Ovviamente se riusciremo ad accorciare i tempi lo comunicheremo.
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 24/04/2017 12:00:00
Pagina aperta 1516 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Fri Jul 12 02:07:00 UTC+0200 2024

Il coraggio della parola

di Daniela Monreale (Biografia/notizie)

« indietro | versione per la stampa | invia ad un amico »
Invita un utente registrato a leggere la poesia della settimana »
# 2 commenti a questo testo: Leggi | Commenta questo testo »


 

*

 

Troviamoci a Dachau, a Srebenica,

allo schiudersi del sole

nel pozzo nero di Hiroshima,

e proviamo a muovere un fonema,

un birillo che sfidi non si sa che cosa,

dal momento che la cenere ha guastato

il sapore degli esseri viventi,

delle case e degli alberi,

e nella tomba rimane solo il gesto

di chi voleva l’amore del mondo

fino a morirne in solitudine rappresa,

fino all’ultimo avamposto di Masada,

dove il deserto e il cielo fecero a pugni,

quell’anno e quell’istante ancora

in cui non sappiamo la tragica

disconnessione dalla Bellezza,

quella catastrofe che di umana

stupidità si nutre

e giorno dopo giorno

ci appartiene.

 

 

 

*

 

Nel computo del maledetto caso

che frana sui volti

lasciati a mendicare,

io vado avanti

per folgorazioni

e non per equazioni,

serbo in grembo i dolori dell’uomo,

dell’animale e dell’erba solitaria,

come pasta di miele

per il mio bisogno

di ridere

senza ragione.

 

Intanto colleziono scarti e ribelli baci,

se non di labbra di contiguità

che mi fanno rivedere

la grana splendida del mondo,

la sua rara apparizione

quando la vita

si fa piccola nell’angolo

acutissimo di sguardi.

 

 

*

 

Sentire il bosco tra le dita,

schiuderlo al gioco, questo il mistero

che la vita incenerita strappa alla misura

e ritesse come un’armonia perduta

nel chiarore delle piccole cose.

 

Ecco la parafrasi della gioia:

un fresco precipitare,

una nenia di domande

nel grembo avaro delle risposte.

Quasi verrebbe voglia

di lasciare tutto al caso,

eppure nel campo disossato

si fa spazio una parvenza di foglie,

un verde interstizio tra le zolle malate.

 

Indole ancora pura del ricominciare,

che tra i pollici coglie la fierezza del seme,

la sua infanzia testarda nel voler crescere

in mezzo al niente.

Un diadema di rose

saranno le sillabe restituite, quelle che

sbocciano oltre la bocca serrata

dalla dimenticanza, dalla sterpaglia

del non dire mai che sei accanto

ad ogni fragile creatura, e così

poter mirare, vedere finalmente,

essere veramente un punto del destino

che osa pronunciarla, la parola.

 

 

[ Poesie seconde classificate alla III edizione (2017) del Premio Letterario Il Giardino di Babuk - Proust en Italie | scarica gratuitamente l'e-book del Premio: www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=217 ]

 


# 2 commenti a questo testo: Leggi | Commenta questo testo »