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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 14/12/2015 12:00:00
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Leggi una donna

di Lorena Turri (Biografia/notizie)

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UN RIFUGIO SOLTANTO

 

Natale viene sempre silenzioso

e nulla chiede, d’umiltà è avvolto.

Per la sua sposa con le doglie in volto,

solo un rifugio, domandò lo sposo.

 

Un rifugio soltanto! Ma non oso

oggi chiederlo a un mondo capovolto,

che ogni santità al Natale ha tolto.

Una casa d’amore è un sogno eroso.

 

Accese mille luci artificiali,

dispersa in anni luce è la cometa

e nel frastuono, muta è la preghiera.

 

Manca il rifugio, in questa lunga sera,

l’abbraccio caldo e quella giusta meta

che alla festa vitale dia i natali.

 

 

NOI CHE SPARGIAMO SALE

 

Noi che spargiamo sale, lo rubiamo

di notte al mare, complice la Luna.

Chi sparge fuoco sulla terra, invece,

s’affida al vento e ai tronchi dell’arsura.

 

Noi che spargiamo sale, disciogliamo

i silenzi dei ghiacci siderali.

Chi sparge fuoco sopra i campi, invece,

ammutolisce il grano e le ginestre.

 

Noi che spargiamo sale, concimiamo

il Cielo perché gemmi nuove stelle,

drappi ardenti di luce a soffocare

il fuoco ostile d’ogni incomprensione.

 

 

QUELLO CHE DELL’ULIVO NON SAI

 

Ad ogni mio risveglio

ritorno sola al giorno

e torna il mio pensiero sempre a te.

Da molto tempo ormai, forse non sai,

che come un vecchio ulivo in mezzo al campo,

nel freddo dell’inverno e senza luna

a illuminare notti solitarie,

vegeto, in una tregua triste e inutile.

Con l’illusione l’anima rabbercio,

cucita nel ricordo

degli attimi rubati al quotidiano

vissuti intensamente,

ma sempre torno sola. Sconsolata,

nella freddezza d’ogni disamore.

 

Forse non sai

che anche un ulivo muore.

 

 

FINO ALLO SCHIOCCO DELL’USCIO

 

Dimenticare,

farebbe bene adesso.

 

E poi chiudersi in bagno,

lavarsi i piedi

o pettinarsi,

per sciogliere ogni nodo.

 

Imparare a infischiarsene

dell’insistenza che bussa alla porta,

di quella voce

che il mio nome non vuole pronunciare.

 

Con uno scroscio d’acqua

sfidare l’arroganza del suo tono

e dallo specchio svelare soltanto

un bel sorriso.

 

Farebbe bene, adesso,

poter sentire

i passi rassegnati allontanarsi,

fino allo schiocco dell’uscio, ed infine,

con un giro di chiave,

affacciarsi a una nuova prospettiva.

 

 

[ Da Leggi una donna, Lorena Turri, Kairòs Edizioni ]

 

 


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