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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 02/02/2015 12:00:00
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Assenti ingiustificati

di Simone Di Biasio

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Institutio oratoria

 

Continuano a produrre frutti

le terre dei ricordi di mio nonno,

coltivate a semi di parole bionde.

Dopo ottant’anni,

cataratte prevedibili

udito fallibile

tachicardie maldestre

rimane un impareggiabile aedo.

Costruisce i suoi discorsi

con la forza ondosa d’un ordigno:

si parte dal nucleo,

ci si allarga agli atomi particolari,

infine si ripete per fissare.

La sua didascalia

vale quanto un’ “institutio oratoria”

perciò mi viene da piangere

su questa maniacale cura del linguaggio,

mi commuove questa pretesa del nome accanto all’apposizione,

questa potenza della parola sull’ignoranza che è

non-ancora-conoscenza.

Se mi chiede:

«Cosa farai da grande?»

poi ribatte, candido: «Ed è cosa buona?»

e mi basta per opporre il bene al meglio.

 

 

 

I padroni del mondo

 

“Hu-Jintao e Obama

i padroni del mondo”.

Si incontreranno a Washington,

USA-CINA dopo quarant’anni

resiste ancora l’asse:

“la banca cinese ha 2850 miliardi

nelle sue casse” – leggo.

Non si frantuma a dispetto dei titoli

il mio pezzo di cronaca:

sono mio nonno e mia nonna

i padroni del mondo,

da 59 anni maestri nella diplomazia

ad incontrarsi in cucina,

covo caldo di decisioni glaciali,

e nella credenza stipate ancora

due o tre saggezze da investire.

“Il dollaro è al tramonto”,

i miei nonni conservano la filigrana.

 

 

 

Confine

 

Giungo ai cancelli

che fingono di limitare

e ringhiano cani dagli abiti scuri

contro l’ombra che mi segue. Entrare

dentro la tua villa

è un lusso che vorrei concedermi

almeno ad ogni festività potresti invitarmi,

potresti – ecco – ammonire quei cani,

accarezzandoli dir loro:

“È mio fratello, dovreste riconoscerlo”

e invece capisco sei tu a non vedermi

neanche dalle impronte digitali

che ti ho lasciato sui capelli castani.

Allora lasciami entrare,

mi tolgo le scarpe prima di salire,

prepariamo insieme la cena

e vicini sediamo a tavola:

versami del vino,

nonno ti diceva che aiuta a diventare donna.

 

 

[ Da Assenti ingiustificati, Simone Di Biasio, Edilet ]

 

 


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