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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 07/10/2013 12:00:00
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Fuorivia

di Luigi Manzi (Biografia/notizie)

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L’astro

 

La gelida galassia rimescola il pulviscolo;

tracimano le stelle,

sostano sulle cimase.

 

Nel portico l’avvinazzato

ride a viso aperto; smarrisce lo sguardo

nel profondo azzurro.

 

Con il braccio sollevato e l’indice

sospeso, si sorregge

a un invisibile astro.

 

 

Nell’aria

 

Nell’aria, nell’acqua; ovunque.

Nella rapida fiamma del fulmine; nel vuoto

che segue lo schianto; nel pieno

che vi risorge; nel fermaglio morbido

che ti avvolge l’inguine;

nel mollusco viola che chiude la polpa;

nell’arco languido della tua plica; o nel gioiello

che circonda il lobo. Ovunque

io traccio un segno dove tu sei,

pure sottratta al peso, a ogni orpello:

inutile per chi ti osserva

e non confonde con l’angelo.

 

 

Il naufrago

 

Maremoto degli astri

sopra la gola del porto

 

(dentro plaghe desolate

l’occhio raduna i punti scintillanti

in forme e figure).

 

Con la nuca nel gorgo – il naufrago

capovolto,

annega

nel cielo stellato.

 

 

Il disperso

 

Là dove il folgore scarlatto

fluttua intorno ai nuvoli verdissimi

la zattera notturna lotta con le onde.

 

Torna il disperso. Lo accoglie la città

dai ponti incandescenti. Le strie di fluoro

rimescolano i fanali nel turchino.

 

Spalanca le imposte

l’ultimo postribolo, e agli incroci

fanno ressa i vincitori; i sopravvissuti

invocano pietà dei ginocchi.

 

Nell’antro

si preparano all’assalto

i resti d’un esercito

distrutto.

 

 

[ Poesie tratte da Fuorivia, Edizioni Ensemble ]

 

 

 


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