disegno delle mani
non è che non ti veda
non ti ricordi intera
Ma di che pasta mi chiedo le tue mani
che sono ancora qui un punto-nave
infallibile - un punto vivo
le tue mani che sembrano
venire dai mondi perduti delle veglie, del grano...
Ma dimmelo tu se non è strano
ch'io tema proprio quando
delle tue mani posso accertare il disegno
la presa sicura - proprio quando mi pare
che tu mi muoia intera in fondo a un bacio
da quel buio difeso
da quel buio difeso che al vento
non risponde né al tocco della grandine
ora potresti assumere una forma da chiamare
quando cedono i nodi che reggono i giorni.
Così a volte m'impunto a parlare con te
che puoi essere adesso quella pietra, quel tronco,
dentro quei filamenti di radici che cercano
la carne, l'acqua degli occhi. O dentro l'erba.
O diffuso in un fiore, se proprio
voglio usarti gentilezza
staffetta
quando mancavi all’aria della casa
e a me pargolo insonne dicevano
che era per futili impegni fuori piazza
dove il buttare stravolto degli ulivi
tocca le case, le vite tremanti al chiuso –
io non sapevo che già molto lontano
guidavi messaggi, uomini
fino al cuore della rivolta,
e ti aspettavo credulo finché non mi prendeva
un sonno duro – e oltre i vetri pioveva,
si metteva spesso un vento che era
lungo fiele nei pensieri di chi ti sapeva
come dentro a un mare – ora che il cuore è stretto
per tanta memoria dissolta, che morta
è la pietà
[ Tratte da Piccolo cabotaggio, ConTatto edizioni, 2004 ]
Ottobre
Si cambiano le vesti e i pensieri.
Di sera si chiudono le porte.
Si batte il cerchio e la botte.
Si taglia la quercia per i primi freddi.
Si trovano nastri e fazzoletti
dietro le siepi
e a terra gusci
di cicale morte.
[ Tratta da Le trombe di carta, ConTatto edizioni, 2004 ]