Klara Rubino
- 25/10/2018 11:22:00
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Quando stimi un poeta, come io stimo te, la stima è fiducia. Per questo mi sono andata a documentare sul tuo operato. Grazie, ti dico, perché ho scoperto che... lo riporto da qui http://www.nonquidsedquomodo.altervista.org/dizionarietto/metrica/43-sonetto
... Per quanto riguarda il modello originario, l’opinione più diffusa fa derivare il sonetto dalla stanza di canzone provenzale, in particolare da una cobla esparsa (stanza isolata): ... inoltre ... In età moderna il sonetto, come tutte le altre forme poetiche, ha subito molte interferenze e variazioni: D’Annunzio scrive pseudo-sonetti di quattordici endecasillabi senza alcuna rima, benché con suddivisioni tipografiche per quartine e terzine; lo adottano per corroderlo dall’interno i crepuscolari Corazzini, Gozzano, Govoni; poi Saba, con sostanziali variazioni, ad es. su schema ABBC, CDDA, EFF, GGE; e ancora Luzi, Caproni, ecc., a volte con rispetto formale dei puri stacchi tipografici; Montale riprende liberamente, ma senza spaziature strofiche, il sonetto shakespeariano: tendenzialmente tre quartine su rime diverse (spesso sostituite da assonanze) alternate, più un distico baciato (ABAB, CDCD, EFEF, GG).
Molte forme diverse derivano dalla forma base:
questa tua proposta ha un endecasillabo finale in più che rima col penultimo verso.
Lodo e apprezzo la tua capacità di scherzare attraverso le parole, padroneggiando con tanta naturalezza la musicalità, che non ho mai contato le tue sillabe, né verificato gli accenti. a priori mi va bene così! Questo risultato è il massimo auspicabile per il mio punto di vista.
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