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Commenti al testo di Amina Narimi
Pi di una sera

Sei nella sezione Commenti
 

 Lesca - 27/03/2014 08:52:00 [ leggi altri commenti di Lesca » ]

Lami, o L’ami, o l’amo, presentami il tuo Doppio ignorante, che io gli presento il mio... urka, ma sono uguali, identici come gocce d’acqua, gemellini!
E smettila di giocare a carte con te stesso, che mi diventi schizofrenico

 qssp - 27/03/2014 06:12:00 [ leggi altri commenti di qssp » ]

Ritorno al Tuo commento...e cresce ogni volta l’ammirazione. Sei un fiume luminoso di cultura, pensiero e ruminazione continua della Sapienza oltre che altissimo Verso della vita. Tu sei.
Con ammiratissima ammirazione

 quattrostraccisullapelle - 26/03/2014 22:20:00 [ leggi altri commenti di quattrostraccisullapelle » ]

Amina, quale ricchezza di pensiero e conoscenza, quale passione e amore per l’uomo e per Dio. Sei una meraviglia nella meraviglia, qualcosa già si intuiva, ma quando apri la tua bocca riempi di stupore chi ti legge, sia se in versi, sia nei commenti, sia ora in teologia, malgrado io sia troppo piccolo per comprenderti fino in fondo.
MiaInsuperabilePoetessa

 Lami - 26/03/2014 21:59:00 [ leggi altri commenti di Lami » ]

Il vento se lo porti via il profumo e quella che io ho acceso sia una pira.
Che dio o nessuno ci possa leggere la poesiola della mia esistenza come al lume di una candela.

 amina - 26/03/2014 21:47:00 [ leggi altri commenti di amina » ]

Lò io dico a Lami che tanto gli attimi si moltiplicano e non si dividono come le cartacce su quel monte analogo e quando avrà finito di bruciare ci saranno tanti di quegli attimi...

Grazie Lami di quest’attimo di profumo abbandonato

 Lami - 26/03/2014 21:28:00 [ leggi altri commenti di Lami » ]

Sì, sì, Luigi Valli nei pascoli della Minerva Oscura, Remo Fasani e il fior Fiore dei continiani, Guénon e Antoine Fabre d’Olivet, e i sufi e i Veda alla congiunzione dei due oceani, sì, Pitagora e la Tradizione ri-velata … sì, ricordo quel giorno della partita a scacchi tridimensionali col mio Doppio ignorante. Vinse lui perché (m’)abbandonò su un mucchio di cartacce. Mentre le vado bruciando a una a una per scaldarmi, ogni tanto sento un intenso profumo di poesia. Ma è un attimo. Solo un attimo. Tanti cari saluti.

 Lorenzo - 26/03/2014 21:21:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo » ]

Gioia, e non amore, perché si può amare il dolore, lo ripeto. Qui nel mondo lo si stra-ama, il dolore. Si ama l’egoismo, si ama la violenza, si ama il potere, si ama essere meglio degli altri, si ama avere più degli altri, anche più cultura degli altri, si ama persino scrivere poesie più belle degli altri etc. Vanità è dolore, e parte tutto dalle aspettative dei genitori, sociali o familiari. Invece, gioioso amore, sì, non afflitto amore, men che meno penoso amore. Gioioso gioioso amore.
In realtà dio Dio o oddio!, giusto per celebrare L’Amleto delL’Arbalète, che altrimenti inizia, giustamente, a perseguitarci...
dicevo, quella cosa là, o Quella Cosa Là, senza voler offendere nessuno, che tanto quella cosa là non è così sciocca da offendersi per niente, solo la nostra orgogliosa stupidità si offende...
quella cosa là non è altro che la misura della nostra distanza da noi stessi.

 amina.narimi - 26/03/2014 20:51:00 [ leggi altri commenti di amina.narimi » ]

È così difficile dire dell’immersione cui si tende nel mistero di Dio, caro Lorenzo,
si resta muti…nel dire l’ineffabile che ci rapisce nella mente, per quanto generosi si sia
se non bisbigliando che è una culla, un nuovo inizio restando nella carne, figli.
quante volte si desidera vedere quell’immagine riflessa ( l’amore negli altri) che in Francesco trasformò l’amante nell’Immagine stessa dell’amato? Come non sentirsi tutti fratelli e sorelle muti come Tommaso d’Aquino che per la visione sperimentò il silenzio?
È un silenzio “minore” il nostro, quotidiano, che fa preghiere con le mani

Quel divino che dicono gli antichi e gli orientali, quel Dio ebraico cristiano ed islamico se è considerato pienezza e tutto insieme, noi allora di quale consistenza?
L’intuizione cristiana è forse questa? Che non vi sia concorrenza tra noi e Dio
ma Libertà d’amore. Gesù lo dice con la sua carne, è altro da Dio: come se il punto d’arrivo del cammino dell’uomo verso Dio raggiunto in Gesù- entrando “nel seno del padre”nella contemplazione della trinità dell’Amore- fosse il nostro momento di partenza verso l’umanità che l’uomo contiene per l’avvenire. ( un discorso certamente laico : “Non torna a religione pur quelli che a Santo Benedetto, a Santo Augustino, a Santo Francesco e a Santo Domenico si fa d’abito e di vita simile, ma eziandio a buona e vera religione si può tornare in matrimonio stando, ché Dio no volse religioso di noi se non lo cuore” (Conv. IV, 28).
Questo forse l’umanesimo di Dante..? la fede che matura poco a poco attraversando mille volti, le trasformazioni, lungo i secoli fino al medioevo di Francesco e Tommaso e Domenico e tanti altri? L’uomo al centro “libero” nella sua ricerca giù per quegli abissi e su per purgatori fino al cielo? Come Beatrice gli spiega :
«Lo maggior don che Dio per sua
larghezza fesse creando, ed a la sua bontate
più conformato, e quel ch’è più apprezza,
fu della volontà la libertate;
di che le creature intelligenti,
e tutte e sole, fuoro e son dotate».
Libertà dell’amore e nell’amore, sigillo ultimo, da Dio e verso Dio
-Ribaltando Aristotele e il suo motore immobile-
Quella particella, quell’onda imprendibile potrebbero essere un Dio ( o come lo vuoi chiamare) che ha proiettato fuori da sé liberamente questi frutti per amore e dove l’uomo per libera scelta è chiamato a tornare?
Fissando gli occhi in quel Dio che Cristo ha rivelato, la Trinità, l’Amante e l’Amato e il loro reciproco Amore contempla in uno il Figlio del suo colore stesso, fondendo il desiderio e la visione. Immagine irresolvibile- come la quadratura del cerchio, dirà.
Trinità forse reale alterità, il padre e il figlio “ E’ bene che l’altro sia” vivere l’altro essendo sé e viceversa
E l’incarnazione reca dipinta la nostra effige, così il figlio e noi uomini siamo Uno per colore e non Tre, dunque distinti, ma non separati, Lui increato e noi creati..allora quel Dio è un VeroUomo e noi, uomini, VeriFigliodiDio ( o come lo vuoi chiamare)
Sì si perde davvero la Parola nel Verbo si estingue per pace, non per sottrarsi ai drammi quotidiani ma per rilasciare amore in ogni avvenimento ogni scelta divina perché umana.
Se spingessimo in fondo il nostro sguardo e più ancora nel segreto della nostra effige sfigurata al culmine scopriremmo, credo, la gioia, ed ogni giorno, qui, adesso

 Lorenzo - 26/03/2014 18:31:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo » ]

Vedo che di Dante non interessa niente a nessuno, ed è anche giusto, visto che ha scopiazzato da tutti senza nemmeno ringraziare, dal volo di Maometto ai poemi persiani fino a questa cosa di dio (o Dio, oddio!) preso papale papale dai Veda, che erano arrivati fino a noi già millecinquecento anni fa e passa, almeno a brandelli... no, scherzo, povero Dante, poveri dantisti... ci ha i suoi meriti pure Dante, e noi chi siamo, qui sulla stessa barcaccia, umilissimi rematori... magari qualcuno risponde, aspettiamo, provochiamo, chessò, scusa Amina

 Lorenzo Mullon - 25/03/2014 18:34:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Basta astrazioni, cara Amina, sì, per carità, teniamoci sulle ginocchia, questa creatura ha il nostro volto, che altro significano i versi di Dante?

dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che ’l mio viso in lei tutto era messo

Ormai aspetto una risposta da tempo
ma va deserta, magari invece è la volta buona
...sì? Mi è sembrato di udire qualcosa... no-o?

 quattorstraccisullapelle - 25/03/2014 14:54:00 [ leggi altri commenti di quattorstraccisullapelle » ]

Perdonami, se prima di ogni parola di commento, ti offro per ora soltanto una devota lettura, con la commozione negli occhi perché sempre ogni tua parola mi commuove, sì pregne di vita e di sapienza, di gioia e di dolore, di luce e di canto, di tutto quello che un cielo terso può riflettere dentro la tua anima e la tua cultura tradurre in parole e il tuo talento in versi.

MiaInsuperabilePoetessa