Anna Guzzi
- 28/06/2009 14:57:00
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Unintervista dai contenuti molto seri e interessanti. Mi preme molto il discorso sulla separazione settoriale che sarebbe stata prodotta dalla modernità e sullincapacità di molti editori di costruire un discorso culturale complesso. A tal proposito, è da poco terminato il convegno padovano della MOD (Società per lo studio della modernità letteraria) che ha avuto come oggetto proprio il problema del mercato letterario. Anche io, come giovane studiosa, ho dovuto affrontare un percorso non facile per la pubblicazione di una monografia scientifica, quindi capisco bene le parole di Mario Fresa sulla difficoltà di far circolare i testi poetici presso un pubblico abituato magari alla cattiva tv. Speriamo, come insegnanti, di riuscire a trasmettere ai nostri ragazzi lamore per la lettura, anche se, talora, ciò comporta, almeno allinizio, un po di fatica.
A presto
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Dalila Curiazi
- 27/06/2009 21:13:00
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Vi è una seria riflessione alla base di tale intervista, sia da parte di chi la propone sia da parte del Poeta. Ho apprezzato, in particolare, la scelta di aprire alla "lirica", in unepoca in cui i poeti (quelli veri, non i montaliani "laureati" o gli accademici che compongono a tavolino, o per fare sensazione)sono sempre meno, perchè alieni dalla massificazioe e solitari rispetto alla generale omologazione; ma ho apprezzato ancora di più i contenuti dellintervista, le parole pacate ma critiche (nella accezione etimologica della parola) di Mario Fresa. Auspico anchio davvero la fine di una (pseudo) cultura parcellizzata, e di un linguaggio vero dei sentimenti. Grazie.
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