Gragnola, stemperata subitanea
la milleflua reminiscenza,
smilza della tua leziosa tenerezza
sul negletto trabucco d'amore,
dove la dolce luce di rugiada
sulle nostre radici intrecciate
nei germogli di predilezione,
di quel tempo, ormai sfumato,
nella brezza della tradigione,
rifulge ancora, ancora, seppur solo,
per un duttile battito d'ali
in quel abtorto batticuore,
fragoroso nella sua danza,
bruciando ogni unguento di gioia
sul mio cuore arso dal freddo
dalla tua acre carenza,
nella solitudine che echeggia
tra ombre asciutte accusatorie,
a farmi male, scivolando flemmatico
nelle onde del cosmo senza meta,
senza àncora che mi leghi a te.
Gragnola, oberata di melanconia
la milleflua reminiscenza,
sul mare crespo che carezza
la percezione dell'istante,
che elude l'alea di soffrire,
la galaverna della tua assenza
nelle mie rarefatte stagioni del cuore.
Laura Lapietra ©
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