Non si entra nei luoghi segnati con filo spinato
seppure invisibile
nonostante la rettitudine dei pensieri
lo sguardo fermo come un lago
il canto la voce emozione ch’esplode.
Sono stanze nude anonime senza specchi
hanno dentro l’acre odore del fumo
d’un fuoco di rami secchi che presto brucia
e ragnatele più tenaci di trappole
per animali selvatici.
Non si entra dove i posti sono tatuati
dove ci si riconosce caparbi perseveranti
cattivi
La stessa beffa sulle labbra
stesso smalto stesso alfabeto
stesse sagome
stesse mosse in un gioco truccato
stesso sudore sotto le maschere
Non hanno un nome quei luoghi…
non sono stanze, non ci sono quadri ai muri
né cornici né spazi da disegnare
Non hanno soffitto né pavimento
sono luoghi oscuri sono abissi
sono meandri che uccidono
visioni di mani prestate ad un groviglio di nodi.
Sono vuoti blindati, sono sette.
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