C’è chi arriva e fa un gran fracasso,
con l’aria da re, altero e impettito,
parla di sé, ed è sempre più grasso,
come se il mondo l’avesse rapito.
Racconta storie di terre amene,
d’avventure epiche e gesta gloriose,
chi ascolta, povero, pian si trattiene,
tra il fascino ridicolo delle pose.
“Ho scalato monti, domato il mare!”
così si vanta, col petto rigonfio,
ma il vero eroe non ha da parlare,
di sé tace, nell’ombra cammina, tronfio.
Eppur, eccolo, tra un bicchiere e l’altro,
col sorriso furbetto e l’occhio strano,
lo smargiasso vive per un sol teatro:
la folla che applaude ogni gesto insano.
Quando va via, resta solo il silenzio,
quello che vale più d’ogni vanità,
e ci si chiede, con un po’ di dissenso:
“Ma senza di lui, non era meglio già?”
N.d.A.:
In napoletano, lo smargiasso è chi si vanta di capacità e imprese poco credibili: spaccone, gradasso.
Ricordi scolastici inerenti a un compagno di banco.
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