Lui aveva perso qualche diottria
valutando gli occhi sui quali metteva
mano a turno. “Ma questo non serve,”
dicevano,“tanto crolliamo alla distanza
come convenuto.” Lei, invece, si era alzata:
“Idiota… Secondo te perché le statue
non hanno i denti?” Mormorò col busto
intrappolato in un niente si mostra per niente
quindi il tronco non è necessariamente di legno.
Poi, versa le labbra nel caffé, sicché si sente solo
quel che tira su dalle pieghe il contorno del corpo.
Aveva aggiustato il letto piegando a fisarmonica
coperta e lenzuolo, in modo che ai lati
si formassero due genziane per quella finta
freschezza che corrobora la vista; e riteneva
che lo scuotimento dato dovesse essere multiplo
per rendere più complessa la ritenzione
degli acari in odore di sè. Questo pensa lui
è il riflesso della grazia: l’amore scoperto
non sa scrollarsi gli occhi di dosso e crede
chissà che. Pensò che spesso per l’amo c’è
desiderio quanto esca, valga per il bacio
come per chi ha bocca.
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