Dove c’era quel palazzone paglierino
con modanature caserecce e inserti
indaco più volte che finestre, a stento
si mantengono le rovine costruite
dalle bombe. Un bersaglio a mira
dei droni. L’aria unge l’acciaio
per reggere il colpo. L’aria si sporca
senza volerlo: i corpi volanti adesso
sono artifici macchinosi e letali,
scopiazzano gli ingegneri demolitori,
ma con assoluta perizia strumentale
eseguono l’ordine di devastazione.
Oggi è il quattromiliardesimo giorno
che viene à la Terre comme à la Guerre.
Nei parlamenti lo sparato è d’obbligo
ma la morte non è in discussione:
aumenta il prodotto interno lordo
di sangue: un rifiuto dei viventi, pare.
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