Credo di aver consumato settantamila pasti
da un giorno all’altro. (Importa la distanza
tra questi due?) Tutto sommato, sarei venuto
anche per meno. Ne ha tratto energia
la bettolina rossa nel mar del torace.
Ha avuto porti e scali a sazietà - con le loro femmine:
porte e scale per isolarsi dal grezzo con una prece
densa, corporativa del pane e dei pesci.
Ci furono naufraghi? No, nessuno. Nessuna
notizia fa più scalpore. In me, d’altronde
l’oceano prende il sangue come concorrente
ma solo una piccola parte lo contiene. Quella
delle scialuppe che usano i temi, o la ciglia
che ha tagliato le orde con la polena al vento.
Vedo il cielo più qui che lassù, e il leviatano
come ci numera sotto i boccoli e le insegne.
Sono un uomo a sbafo, sono stato a sbafo di persona.
Ho messo la prua tra seni e baie, e balie
mi hanno morso perchè le mordevo.
Ho consumato i denti ma non li cambierei
per questo. Incisivi fino ad un cento punto,
poi hanno perso giudizio con gusto, e uso
le labbra quando bacio il pane che addora ‘e muffa.
Così non temo la prossima cenere confuso
nel legno spoglio perché amo il fumo
e quell’ultima voluta che mi spira.
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