Pubblicato il 14/09/2012 00:05:37
La politica estera degli Stati Uniti d’America dal secondo dopoguerra ha avuto come cardine principale la ricostruzione dell’Europa (inizialmente solo quella Occidentale) e del Giappone attribuendo loro il ruolo di futuri partners commerciali e baluardo contro l’espansione del “comunismo”. Proprio con il fine di ricostruire queste aree gli Stati Uniti hanno visto favorevolmente (hanno permesso) la formazione di organizzazioni regionali come la Comunità Europea per il Carbone e l’Acciaio, l’Associazione Europea di Libero Scambio, il Mercato Comune Europeo per arrivare sino alla nascita dell’Unione Europea.
A metà degli anni sessanta divenne evidente che i settori più dinamici e “lungimiranti” del capitalismo statunitense, europeo occidentale e giapponese erano sempre più intrecciati tra di loro ed avevano sempre più una connotazione internazionale. Il vecchio sogno dei capitalisti di una comunità mondiale del capitale sembrava prossimo a realizzarsi, almeno per una piccola comunità di banche e di imprese transnazionali. Questa dinamica, questa tendenza, venne infatti subito notata dai banchieri d’affari statunitensi e mondiali, primo tra tutti David Rockefeller. Rockefeller sostenne in quegli anni che gli interessi del genere umano vengono meglio serviti in termini economici laddove le forze del mercato libero hanno la possibilità di trascendere i confini nazionali. Furono i fautori di questa politica economica aperta, internazionale, a condurre il gioco negli Stati Uniti. Per esempio dal 1947 al 1967 sei consecutivi negoziati GATT abbassarono le tariffe sull’import USA in Europa e Giappone. Certo gli Stati Uniti sono sempre stati divisi tra un’anima internazionalista ed una protezionista che guardava più al mercato interno e chiedeva all’Amministrazione di turno l’applicazione di dazi sulle esportazioni dell’Europa e del Giappone verso gli USA. Negli anni 60 il mercato interno USA cresceva e dunque gli internazionalisti avevano la meglio, ma ad un certo punto qualcosa si ruppe. All’inizio degli anni 70 ci fu la prima crisi economica mondiale del dopoguerra. Nell’agosto del 1971 il presidente Nixon varò la Nuova Politica Economica. Il mondo finanziario così com’era stato sino ad allora, non fu più lo stesso. Nixon cancellò con un colpo di spugna gli accordi di Bretton Woods del 1944 proclamando la non convertibilità in oro del dollaro. Questa misura voleva svalutare la moneta statunitense e favorire di conseguenza le esportazioni USA nei mercati europei e giapponesi che negli anni sessanta erano molto cresciuti. Inoltre vennero applicati dazi unilaterali sulle importazioni negli Stati Uniti, violando quelli che erano gli accordi GATT appena conclusi. Se questa politica era sostenuta dal versante protezionista dei capitalisti americani, era vista come il fumo negli occhi dagli internazionalisti che ritenevano che questa politica danneggiasse in ultima analisi il Paese. In effetti le divisioni tra le nazioni capitalistiche industriali costituivano una minaccia per quei player multinazionali (finanziari, società commerciali, banche) i cui interessi erano strettamente connessi al libero scambio e ai liberi investimenti con meccanismi flessibili di circolazione della moneta.
Fu per “sostenere” queste idee che nel 1973 David Rockefeller, con alcuni “amici”, creò un’organizzazione che doveva servire a salvaguardare gli interessi sovranazionali: la Commissione Trilaterale. Il prossimo anno questo organismo, che esiste tutt’ora, compirà quarant’anni. I membri e i consiglieri più stretti che hanno fatto parte della Commissione a partire dalla sua fondazione (luglio 1973) fino ad oggi comprendono i rappresentati di banche, società multinazionali, società di informazione e organizzazioni internazionali. E’ possibile collegarsi al sito istituzionale della Commissione (http://www.trilateral.org/) per farsi un’idea dell’attività che porta avanti questa organizzazione e delle persone che attualmente ne fanno parte. Ad oggi gli italiani presenti risultano 18, tra cui John Elkann, Presidente di Fiat spa, Maurizio Sella, Presidente del Gruppo Banca Sella, Marco Tronchetti Provera, Franco Venturini, editorialista del Corriere della Sera, Enrico Letta, deputato e Vice Presidente del Partito Democratico , solo per citarne alcuni. Il 16 novembre 2011 Mario Monti si dimise dalla Commissione dopo essere stato scelto dal Presidente Napolitano quale successore di Berlusconi alla guida del Governo italiano.
Nel luglio 2013 la Commissione Trilaterale festeggerà i suoi primi quarant’anni di vita e di azione ai massimi livelli del potere finanziario, economico e politico internazionale. E per come sono andate le cose sino ad ora, sembra proprio che l’azione svolta sia stata efficace. L’interconnessione del mondo contemporaneo, in tutti i settori, è forse andata oltre l’immaginazione dei primi membri della Trilaterale. Ma gli interessi del genere umano, come li definiva Rockefeller, oggi, sono tutelati più e meglio di quarant’anni fa?
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