"Non è quello che vedi, ma quello che non vedi"
È sul sentiero più bello, quello che imbocchi così, perchè lì vicino c'era posteggio.
E' proprio alla fine di quel sentiero, dopo aver attraversato i boschi
tra luci e ombre, scorci d'azzurro e di sole
e dopo aver pensato più volte di tornare indietro.
È proprio lì, dove il sentiero si ferma a un cancello
che sulla destra appare,
come un inguine di roccia immerso nelle nebbie
e l'acqua cola lungo i fianchi
fino alla pozza ai suoi piedi.
E ci sono spazi immensi di buio,
tra il gomito di un ramo e il fianco della montagna
o sotto gli archi di un ponte indorato dal sole
ma di più è al punto d'incontro tra le nebbie
quella vaporosa, che sale lungo i fianchi
e quella dorata, che scende dall' alto e dai monti.
Lì c'è un foro di buio, invitante,
coperto da una grata finissima.
-perchè molti provando a entrare hanno perso il senno-
Dentro è il mistero
fuori l'acqua sgorga a tratti, intermittente,
come spasmi dell'anima della montagna che gode.
Ma dentro è lo splendore del mistero.
Se entri in quel pozzo di buio vedi la montagna stessa specchiarsi nel lago.
Con i suoi stessi occhi vedi, appoggiato al suo corpo.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Franco Bonvini, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.