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Il ponte per una rinascita

di Rita Mura
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Pubblicato il 20/10/2024 13:41:51

Una luna suggellata nel manto stellare sembrava quasi ascoltare quel vociare allegro tra Marcos e Sue. Timida, nel suo luminoso ed imperfetto manto, con la sua sfera ancora non completamente creata, rifletteva un lieve chiarore nello specchio marino dormiente. Le onde trascinate a riva con il loro spumeggiante moto, ridestavano il silenzio notturno di una natura prossima al suo riposo. La bellezza di quel quadro naturale era la quotidianità in quei luoghi e i bambini nelle ore successive alla cena, erano soliti salutarsi in spiaggia, scherzando e correndo nella spensieratezza della loro età.

Marcos e Sue si conoscevano dalla nascita, le loro famiglie nonostante tradizioni e culture diverse, si erano ritrovate a Songkhla per motivi lavorativi. Immigrati in quell’isola, avevano trovato un conforto reciproco nell’amicizia, un pensiero unico e constante le univa nella lontananza dalle famiglie di origine. Giovani e pronti ad una nuova vita, il destino aveva voluto che le madri di entrambe le famiglie aspettassero un figlio nello stesso periodo. Fu così che consolidando la conoscenza e supportandosi giorno dopo giorno, la condivisione di felicità e avvenimenti, furono vissuti assieme portando i due bambini a vivere in costante vicinanza.

Le case a ridosso del mare ponevano libertà e sicurezza nello svago dei due bambini. Una statua prossima ad un manto erboso creato al termine della sabbiosa spiaggia, sembrava quasi controllare e proteggere quel correre spensierato. I bambini si fermavano ad osservarla, incuteva curiosità e gioco. Tutti conoscevano la leggenda del gatto e del topo e visto il successo turistico che aveva riportato, si era ricreata una rappresentazione proprio a ridosso delle due isole visibilmente vicine che riportavano i nomi di questi famigerati animali.

Marcos e Sue erano avidi di ascolto e ogni volta che gli anziani del posto raccontavano la leggenda, si ponevano al loro cospetto e chini in ascolto fantasticavano sul ritrovare un giorno tali situazioni da rivivere in loro presenza. Nonostante fossero cresciuti sul mare, avevano sempre temuto di allontanarsi durante i giochi in riva e in acqua e questo a seguito degli avvertimenti posti dai popoli circostanti. Esisteva sempre un limite da non oltrepassare e la leggenda in parte nascondeva insegnamenti ed avvertimenti. Rivolta a tutti in maniera fantasiosa, poneva attenzione sul pericolo del mare e delle correnti. Così i due bambini che conoscevano la storia, a volte scherzavano su questi animali dormienti che si osservavano eternamente trasformati in queste due isole. Avrebbero voluto destare l’incantesimo, “così lo chiamavano”  e si incontravano giorno dopo giorno sperando di ritrovare nell’ascolto dei racconti, il modo di aiutare il risveglio dei loro due fantasiosi amici.

Marcos proveniva da una famiglia messicana e fu lì, che un giorno di ottobre, arrivarono i nonni in visita. Durante una cena in una normale giornata in famiglia, i nonni cercarono di ravvivare i due bambini, assonnati e annoiati da una giornata in casa. Vista la loro passione per gli animali domestici, decisero di raccontare una tradizione presente nel loro paese in alcuni giorni a ridosso della fine di ottobre. Proprio in quei giorni era possibile creare un ponte di incontro tra animali domestici ed umani ponendo degli altarini e fotografie che potessero indirizzare il percorso di ritorno. Fu così che i due bambini sorpresi si guardarono e capirono che avevano finalmente trovato il modo di far rivivere i loro amici e trovare il modo per suggellare quell’incantesimo. Dovevano farli ritornare e farsi raccontare esattamente il modo per scongiurare quell’eternità di infermità e prigione terrena.

Marcos e Sue decisero di creare un altarino a ridosso della statua che già rappresentava l’immagine del gatto e del topo e attesero l’istante indicato dai nonni. Non erano soliti alzare la testa nell’osservazione del cielo o della luna ma quel giorno sapevano che qualcosa doveva accadere e provenire dall’alto. Rimasero col il naso all’insù talmente tanto che alla fine stremati si addormentarono. La mattina si risvegliarono e niente era mutato, la statua era ancora lì e così anche le due isole. Sconfortati e tristi si alzarono e con la testa china iniziarono a tirare grossi calci a quella sabbia inconsapevoli di non essere riusciti a salvare i due amici.

Arrivati a casa si fermarono attoniti, due cuccioli correvano verso di loro allegri e spensierati. Non erano il gatto con il topo ma due piccoli labrador color arancio che stravolsero e mutarono il loro mondo per tutta l’adolescenza, pronti ad una visione adulta e reale. Solo nella crescita capirono che a volte nonostante si possa avere una sfera magica o la possibilità di magia, le nostre forze possono mancare e tutto può mutare. Ci sono circostanze che possono portarci ad affondare su acque a noi poco conosciute, nonostante sconfitte, delusioni e tristezze, succede sempre un qualcosa che porterà sempre un sorriso, diverso da quello che avevamo sempre immaginato ma comunque sempre lui come passato e presente tra ciò che è stato e ciò che ci verrà offerto.

 


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