Perso di vista,
oltre il filare d' alberi in fondo alla pista.
Mai perderlo di vista
non sai cosa fare se lo perdi di vista
anche se lo senti ancora cantare,
che un motore a ventisettemila giri canta.
Sposti un po' il pollice sinistro a destra
il destro un pò' verso te alzando anche la radio inutilmente,
calcoli mezzo giro
vedendolo a memoria
poi molli i comandi e aspetti lo schianto e il silenzio del motore.
Invece eccolo.
Spunta dalle cime, un piccolo aeroplanino in balsa
pelle bianca, lucida e plastica, ali rosse brillanti al sole
(mai usare il bianco nuvola per le ali nè l' azzurro cielo)
che ondeggiano assieme al pollice, a salutare.
Sul castello un supertigre,
dieci cc che se ne fregano della gravità,
però lo metti al minimo, visto che è andata bene
e inizi la planata verso la pista erbosa appena rasata.
Il motore tossisce appena appena
solo l' aria sul profilo tiene su l' aereo
mancano ancora pochi metri, le ruote già pronte
ma in fondo perchè atterrare?
c'è ancora miscela,
riporti su il gas e il motore torna a cantare ancora,
muso al cielo l' aeroplanino risale verso il sole.
Era solo una finta.
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