Sul mento la barba, a darci retta
sventola di qua e di là, bandiera
di cui andar fieri tra le teste intorno
tutte sorrette da sorriso a pilastro
appoggiato disgusto al tetto, nel vederselo
sfilare prepotente sotto il naso che si è
in fila alla cassa, così basso e tozzo
lui, come solo una tinozza rollante
che del maglio tema il cozzo. Dunque
meglio far finta di niente: lui lo sa
che manco lo si vede, se non ha almeno
rubato qualcosa, ci conta. Ancor più
chè riccia la barba inanellantesi
rossiccia fin sul petto, cadente grappolo
di peli da faccia di melone, così
incede miracolo nell'apparire irrilevante
e restarci, dedicandosi alle bottiglie:
quella dal genio sfrattato; quella
che non s'è ancora scolato; oppure
l'altra dal messaggio mai giunto
perchè non c'è spiaggia nei paraggi.
Annottante
barcolla come lui
soltanto il filo d'aqua dalla fontana
tuffandosi nella notte
a picco.
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