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Testimonianza

di Fabio Lupis
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Pubblicato il 04/12/2017 16:11:43

I.

Di questa mia battaglia

Non ho mai capito il perché

“Sono un Poeta”

Mi dissi

La mia natura è grandiosa

E delicata

Il cuore mio è come un muro di crepe

Che pure un soffio di vento può scuotere

L’anima mia è come una lente

Vasta e rotonda

Che tutto quanto deforma e riflette

E sarà sempre così, mi dicevo

Tutto quanto,

ogni cosa

affascinante e incomprensibile

meravigliosa e grottesca

“Sono un Poeta”

Mi dicevo

Senza capire nulle delle mie parole

Provando invano a dare un senso

A questo senso di cruda guerra

La mia battaglia divenne un massacro

La mia ricerca mutilazione

Finché il bisogno di sentire il mio sangue

Esplose

E mi trovai sventrato a terra

                    Sconfitto.

Senza nemmeno una parola

Per spiegare.

 

II.

Eppure è vero,

Sono un Poeta.

Ogni mio istinto risponde

A questa causa

Non ho bisogno di capire,

di integrarmi

di accumulare competenze e numeri

per dimostrare il mio valore sociale

Io sono un Poeta

E  il mio dovere è la testimonianza

La mia natura è delicata

Per camminare fra le trame del  tempo

Le mie paure sono vaste ed ardenti

Per prevedere i biechi orrori dei miei simili

la grandezza delle loro opere

Ogni cosa in me s’infiamma

Alla ricerca della battaglia

Ed assieme si ritira

Desiderosa di pace e riposo

Perché è così che agisce l’uomo:

lotta e riposa

ed è di ciò che devo scrivere

 

Io sono un poeta

Il mio corpo rifugge ogni catena

Il mio spirito

  Gli stretti limiti del sangue

Non ho né crediti, né lascito

Perché  i miei versi sono il mio lascito

Le mie impressioni i miei crediti

Non ho bisogno di una patria, di una casa

Di un lignaggio

Perché le mie parole sono il mio lignaggio.

 

III. Sono un Poeta

Nessuno può usarmi

Se non il canto dei fiumi e del vento

Se non lo sguardo di chi è solo ed oppresso

Di chi è schiacciato dalla morsa del mondo

E della concretezza

Di chi è vessato da un potere

Da un governo

Da una morale

Dal suo lavoro

Dalla sua famiglia

Per chi è frustato dagli “sbrigati”

Dai “Forza”

Dagli “Svegliati”

Per chi rifugge ogni forma di addomesticamento

Per chi ha bisogno di canzoni

Nuove, sempre

 

“Andate, mie canzoni, dai solitari e dagli insoddisfatti,
Andate anche da chi ha i nervi a pezzi, dagli schiavi delle convenzioni,
Portate loro il mio disprezzo per i loro oppressori.
Andate come un’onda d’acqua fresca,
portate loro il mio disprezzo per gli oppressori.”

 

Per chi cerca, e non si è mai accontentato

Per chi è privato dell’aria

Dalle pretese meschine di chi gli è attorno

Per chi è debole

E non si adegua ad essere forte

Per chi è indifeso

Ed ha intenzione di restare tale

Sì, eccomi

Sono un Poeta

Non ho bisogno di diplomi e di curricula

Non ho bisogno di adattarmi

I versi dei poemi sono il mio lignaggio

Siano loro a decidere il mio posto.


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