C’è un dio che l’ha ordinato
uno dei tanti che arma la mano
di assassini spietati?
Siamo stati creati
o siamo solo in movimento
tra galassie e buchi neri
filamenti di tempo e cemento
embrioni di eternità
solo intravista, veri
testimoni del male
che percorre l’universo?
Non c’è soccorso
o concorso di colpa
se sono queste le radici
se il peccato originale
è nell’assenza di senso
di questo vagare informale
tra deserti, nebbie e alveari
sulle sponde di flussi stellari.
La risposta non è il vento
a soffiarla, non c’è, punto.
C’è questo abbozzo di tragedia
un finale che è inizio
il moto circolare del pensiero
in mare aperto e l’indizio
lo squarcio inatteso che è speranza.
Gli spari, poi, un’altra mattanza.
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