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’Sacro niente’ un libro di Giovanni Bitetto - Voland 2023

Argomento: Libri

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 20/07/2023 05:53:26

“Sacro niente” un libro di Giovanni Bitetto – Voland 2023

 

Leggere, studiare, apprendere, ricordare, forse pregare, tutto non sarà servito a niente se ci si perde fra le linee del "sacro" trasferito nel quotidiano chiacchiericcio popolare. Eppure è ciò che dà senso alla profonda intuizione prevalente che noi tutti abbiamo dell’al di là, la cui ‘assenza in presenza’ umanamente sentita dall’autore scandaglia nel profondo degli animi alla ricerca di qualcosa che ancora non sa. Qualcosa che sente aggirarsi nel vuoto assolato del suo meridione, e che tenta di afferrare con le proprie mani e stringerla nei propri pugni serrati, per non lasciarsi sfuggire l’attimo ‘illuminato’ in cui guardare negli occhi la conclusione della propria missione terrena, nel bene e nel male che lo incoglie. Si è qui alla presenza che avvolge il “sacrum facere” della ritualistica divinatoria in cui ciò che si delinea come inesprimibile, assume sembianza oggettiva in una forma, in un luogo, in una figurazione umana.

Quand’anche la si voglia d’appartenenza allo ‘spirito’ è pur ad esso che riconduce ogni aspettativa, ogni celato desiderio. Sì che ogni accadimento, ogni ‘presenza in assenza’ dall’esito problematico, rivela una deliberata quanto idilliaca auto-costrizione, individuale e sovrumana, perché onnipresente e ineludibile, lontana nello spazio e nel tempo ancorché umani, ancor più vicina e costante nello “spazio e nel tempo" del sacro.

“Aspetti della prassi ritualistica divinatoria – scrive la studiosa Claudia Santi in “Sacra facere” (Bulzoni Edit. 2008) - oltrepassa il livello dello scetticismo pregiudiziale nel suo svolgimento storico-culturale, al fine di rilevare gli elementi di continuità e di cambiamento prodottisi all'interno del sistema di divinazione nel corso di millenni di storia”. Dacché il continuo ristrutturarsi all’interno delle sollecitazioni salvifico-religiose del substrato popolare, al tempo stesso tangibile e immateriale, come qualcosa d’invisibile che non riusciamo a percepire e che pure gioca un ruolo importante sulla psiche, al pari di altre sequenze naturali che segnano lo sviluppo degli avvenimenti sociali e comunitari delle attività umane.

Come il flusso e riflusso delle maree, il “sacro” è qui pressoché svelato, nella trama capziosa di questo libro, quale modello ricorrente e simbolico di armonizzazione nel rincorrersi degli eventi; quale contributo alla determinazione temporale dell’immagine naturalistica di riferimento con una certa dose di ovvietà, come se fosse parte del grande contesto dei fenomeni naturali “non umani” e quindi delle successioni di specifici avvenimenti extraumani. In entrambi i casi il “sacro” assume qui  l’equivalenza di un fatto naturale ‘oggettivo’, che esiste indipendentemente dalla volontà umana, e nell’altro, come idea ‘soggettiva’ riposta in una volontà suprema indefinibile.

Tuttavia le due teorie, per quanto non contrapposte nel libro, si affermano entro uno stesso ‘sacro niente’ che si ripete costante come punto ‘universale’ d’inizio, dal quale “indagare a fondo pulsioni e sentimenti, nell'eterno tentativo di dare un senso all'esistenza” (G. Bitetto). Onde ogni singolo individuo: un padre, un figlio, un'amante, un autista, un barbiere, si presenta completamente solo, “soggetto davanti all’oggetto” offrendosi alla conoscenza o, forse, all’indecidibile, di cui non può stabilire la verità o la falsità. È così per tutte le cose di questo mondo, ma non per il “sacro niente”. 

In cui - scrive ancora l'autore: “Tutte le cose giungono al termine, almeno nelle forme note. Si esaurirà anche la mia osservazione, perché persino le possibilità dell’animo umano non sono infinite. E non può che concludersi anche il tempo delle nostre discussioni, ciò che lui ha da chiedere. Si stancherà di me, prosciugherà le mie risposte, penserà di aver capito. Sento che questo momento arriverà presto e forse, ancor più, che debba essere io a scrivere la parola fine” (G. Bitetto).

 

Location:

In un meridione dimenticato da tutti ma non da Dio, la morte, il lutto e l'amore si intrecciano ai piedi di un blocco di marmo: una statua di Padre Pio si fa portavoce delle esistenze di uomini e donne comuni, personaggi ordinari eppure universali, confessano al santo i propri tormenti, le sofferenze, ma anche i peccati e le abiezioni, che non assolve, non giudica, può solo ascoltare le storie che gli vengono affidate e restituirne ogni singolo dettaglio.

 

L’autore:

Giovanni Bitetto (Terlizzi, 1992) vive e lavora a Milano. Ha scritto di letteratura e società per varie testate online. E' editor della rivista culturale Nea Magazine. Ha esordito nel 2019 con “Scavare” (Italosvevo) che gli è valso il Premio POP della Fondazione Mondadori. “Sacro niente” è il suo secondo romanzo.


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