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Lupen the Cat / 9 -Mesdames et Monsieur le jeux san faut.

Argomento: Animali

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 30/11/2022 18:17:42

LUPEN THE CAT / 9 … Mesdames et Monsieur le jeux san faut.

 

«Miiaaoo, Miiaaoo, e poi Miiaaoo! Hei, hei ragazzi l’allegria è di dovere, divertiamoci a più non posso» – esclama Lupen eccitato al massimo per avere organizzato la festa più pazza che si sia mai stata finora ‘in casa mia’, sì che i vicini, curiosi e invidiosi, si sono chiesti che cosa stesse accadendo…

«Che quel George sia letteralmente impazzito?»

«È assurdo, non è cosa da farsi in questo modo, le pare?»

«Avrebbe dovuto avvisare non vi pare?»

«Adesso mi sente, chiamo subito l’Amministratore o chiama lei?» - chiede l’imbecille dell’ultimo piano alla vicina della porta accanto.

«Mah, veramente si dovrebbe chiamare la Polizia o che so i Pompieri, che ne dice?»

«Non esageriamo, solo per un po’ di schiamazzi da scapoli?»

«Ma andiamo, per una volta si può anche lasciar correre, in fondo è pur sempre una persona così rispettabile, no?»

«Sì ma quando si esagera troppo, e qui mi pare proprio che si stia esagerando, vorrei vedere lei al posto mio, e poi stare a sentire tutti i suoi rimbrotti, non è forse così?»

«Eccone un altro, c’è qualcun altro che non ama la musica?» - s’intromette il giovane Punk coi capelli colorati a raggera che abita al terzo piano.

«Ma non dica fesserie, lei che ne può sapere, c’è musica e musica, e poi che musica è?»

«Rap and scratching è ovvio, non sente il graffio dell’unghia sul vinile, vede che neppure la conosce?»

«Povero lei, immagino non sia mai andato a un concerto?»

«Vuole che gli faccia un elenco, vediamo un po’, lei ha mai preso parte a un rave party, o che so a un concerto degli Hendrix Revolution, o dei Rolling Stone, per non dire dei Santana, o dei Pink Floyd, beh io sì, lei conosce i Queen?» 

«Ma che razza di musica è questa, vuole mettere L’Orchestra Sinfonica di ...?» - sta per concludere ‘sua altitudine’ dell’ultimo piano, quando suonano i citofoni di tutti gli appartamenti, lasciando tutti ammutoliti…

«Miiiaaaaooo!”, si può sapere quando la smettiamo con tutti questi strilli da beccacce condominiali? O devo chiamare le forze dell’ordine per disturbo della quiete pubblica?» - grida Lupen fuori di sé.

Allorché si sentono alcune porte che si chiudono sbattendo, l’ascensore che si mette in moto per riportare gli inquilini ai loro ‘ipocriti’ piani d’appartenenza. Solo il giovane tatuato col ciuffo a raggera prende il coraggio e bussa alla porta, che si apre ed è subito ammesso a partecipare alla festa, accolto da un’infinità di Miao, Miao- Miao! Miaaaoo!...

«Che bello, cos’è un party in costume da gatti? Accipicchia complimenti, e che musica?»

«Miaone! Ti piace?» - l’accoglie Belle ovviamente la gatta più bella, addobbata con una calzamaglia tigrata e una collanina di perline niente male al collo.

«Chi mai l’avrebbe detto che in questo palazzo ci fosse qualcuno cui piace la musica seria!»

«Miao, dai non scherziamo, non hai ancora ascoltato il meglio, che ne dici dei Led Zeppelin, ti va?»

«E i Kiss?» - gli domanda Graf, l’eccezionale DJ della serata.

«Miiaaoooo, no, ti prego Graf, i Kiss no, mi mettono terrore, poi finisce che me li sogno di notte!»

«Miao, di notte hai detto? Ma quando mai se la notte randagiamo sempre insieme e non ti ho mai sentito dire una baggianata simile.»

«Miao, è vero, sì ma quando tu non ci sei e mi lasci sola?»

«Miiaaoo! Tu devi essere Ralph quello del terzo piano, è così? Ti ho riconosciuto dai Tattoo. Vieni accomodati, bevi qualcosa, serviti pure » - lo accoglie Lupen manifestando da subito una certa simpatia.»

«Beh, ragazzi, io veramente, non vorrei disturbare … Sì, grazie.»

«Miiaaoo, non dirmi che sei a disagio, ma dai, spero non sia la prima volta che t’imbuchi in un qualche festa, pensa che noi lo facciamo regolarmente» - lo accompagna Lupen al centro della pista dove gli altri stanno ballando.

«Mi-mi-mi-ao, e tu da che sei mascherato?» - gli chiede Fremens strofinandoglisi addosso tutta tremante per l’eccitazione del nuovo arrivato.

«Da divinità egizia, non riconosci i miei tatuaggi? Ecco vedi, questa è una piramide, e quest’altro è Nefer…»

«Mi-mi-miao, Nefertiti o Nefertari? Bè non importa, quanto vorrei essere per te una delle due, o magari entrambe, che ne dici facciamo coppia?»

«Hei ragazzi, è giunta l’ora di festeggiare alla grande, si mangia e si beve a volontà!» - annuncia Lupen.

«Miao, miaooo, e poi miiiaaaooo! Dicci, che ci hai preparato?»

«Miiaaoo! Abbiamo qui a disposizione un’ampia scelta, ce n’è per tutti i gusti, un’intera dispensa, vediamo un po’, c’è qui del tonno, quest’altro è salmone, e poi sardine, sgombri, vitello tonné, insalata russa, aspettavamo giusto qualcuno che ci aprisse le scatolette, hei Ralph è il tuo turno, datti da fare» - lo sollecita Lupen.

«Miaaaohorror! Hei, ma questa non è affatto di tonno e basta, c’è dell’insalata russa, puah! Non posso mangiarla, la maionese mi si attacca al palato» - si lamenta Giò, che sta per giovedì, in quanto essendo al servizio di una casa per bene riesce a scappare solo un giorno alla settimana.

«Beh devo dire che il tuo padrone ha riempito per bene la dispensa, c’è anche qualcosa per me» - aggiunge Ralph agguantando una fetta di prosciutto.

«Miiaaoo! Hei Ralph, mi stai simpatico ma non tirare in ballo il mio ‘inquilino’, qui il ‘padrone’ sono io e basta, ci siamo intesi?»

«Ma certo, ciò non toglie che rimane una persona squisita, che ti lascia fare quello che vuoi e che riempie la dispensa di tante cose buone, non sai da quant’è che non assaggiavo una fetta di prosciutto…»

«Miiaaoo! Beh, puoi sempre venire a passare la notte con tutti noi, non sai quante cose buone gettano via le persone di questo quartiere. Ma tu come abiti qui?»

«Sono ospite, si fa per dire, di quel brontolone del terzo piano, qualunque cosa faccio non gli va mai bene niente, e dire che gli tengo a bada la casa come fosse la mia, ma non ne vuol sapere di darmi qualcosa di buono da mangiare. Tiene la dispensa piena di scatolette di cibo per …»

«Miiaaoo! Non dirmi che ti tratta come un cane. Ma tu non sei un cane, non è così?»

«Anzi il suo cane al mio confronto è trattato come un principe, pensa che dorme nella suo letto, mentr’io dormo nella sua cuccia.»

«Miiaaoo, dici davvero? Miiaaoo, Miiaaoo! Hei ragazzi, voglio la vostra attenzione, abbiamo una missione da fare, quando il nostro amico Ralph aprirà la porta di casa sua, no, o meglio del suo crumiro, noi faremo  un’invasione di campo che neppure durante la rivoluzione francese si è mai vista, e gli stracciamo tutto quello che capita a tira, d’accordo?»

«Evviva! Miao evviva! Slurp evviva! Miao d’accordo! Ma adesso godiamoci la festa. Che ne dici Ralph?»

«Dico proprio di sì, miao e poi miao!»

 

La musica ad altissimo volume m’accoglie fin sul portone dell’edificio, il frastuono creato dal batterista Robert Watts mi distrae momentaneamente che stavo salendo i gradini di casa e non quelli del Palasport per il concerto rock dei Rolling Stones, e man mano che salgo le due rampe di scale resto basito dall’inserimento folgorante della chitarra elettrica di Keith Richards, per non dire della vertigine che mi procurano gli altri componenti il gruppo, quando mi vengono incontro i coinquilini atterriti che, con sguardi increduli sembrano basiti nel vedermi arrivare in quel momento…

«Ma scusi non è lei che sta…?»

«Immagino che lei non ne sappia niente?»

«E neppure abbia niente da ridire del fatto che…?»

«Buonasera, ma perché che succede?"

«Ah certo, il signorino è anche sordo adesso, ma non sente…?»

«Che a qualcuno piacciono i Rolling è davvero apprezzabile … personalmente non ci trovo niente da ridire , anzi…»

«Signor George è qui, per fortuna è tornato…» - mi viene incontro la dirimpettaia frastornata con cocci di piatti e vetri di bicchieri rotti tra le mani.

«Nerina che mai succede, sono forse entrati i ladri in casa?» - chiedo da sembrare uno sprovveduto che vive altrove.

«Ma come non sente anche lei, c’è in corso un terremoto che sconquassa tutta la casa, guardi qui si sta rompendo ogni cosa. Guardi che viene dal suo appartamento.»

«Ma come, se io sono qui! Aspetti un momento, intende forse la musica?» «E che altro?»

Nel frattempo che mi accingo ad aprire la porta d’entrata ho gli sguardi addosso di tutti gli inquilini che lasciati i loro appartamenti adesso occupano la rampa di scala che sale al piano di sopra per assistere alla mia entrata, quasi si fosse allo svelamento di un folle arcano. Allorché la musica tace una ridda di gatti multicolori fuggono via passandomi tra le gambe, su per il corpo, che quasi mi scaraventano in terra, e in un battibaleno spariscono come per la vista di un bau-bau.

Faccio i primi passi in casa quando mi trovo davanti Lupen ritto sulle zampe posteriori e una zampa piegata sul fianco, una mezza sigaretta accesa infilata in bocca, che mi chiede …

«Miiaaoo George, che ci fai tu qui, non dovevi essere a Birmingham per alcuni giorni?»

«Ho perso la coincidenza da Londra così la conferenza era bella e andata, quindi ho deciso di tornare, perché, non potevo?»

«Miiaaoo! E no George, non dovevi, non ci si comporta così, potevi almeno avvertire!»

«Chi mai avrei dovuto chiamare la Protezione Animali, per avvisare che stavo rientrando in casa mia, oppure?»

«Miiaaoo, no, saresti dovuto tornare quando si era stabilito! Vedi George è una questione di rispetto della parola data. “È una questione metodologica che si basa sul riconoscimento dell’uguaglianza, sul consenso individuale alla reciproca fiducia e all’equilibrio sociale. Così è, nel dibattito su quelli che si definiscono ‘valori morali’ e se questi sono relativi o assoluti, beh, la risposta di gran lunga più motivata è che sono relativi”, non ti pare?»

«Mi pare, mi pare, mi stai dicendo che durante la mia  assenza tu abbia ingoiato il libro di Maurizio Ferraris (1) per intero, mi chiedo solo come hai fatto?»

«Forse, ma dimmi che ci fai ancora lì impalato, accomodati!»

«Posso? No sai perché, se sua maestà me dà il permesso vorrei …» - ma non finisco di dire quando, entrato in salotto, inciampo in mezzo alle cianfrusaglie a non finire, scatolette aperte e svuotate del loro contenuto, piume e merletti, bottigline di birra poggiate qua e là, cappellini e girandole come a Carnevale, incontro lo sguardo del giovane tatuato col ciuffo a raggera che mi sorride…

«Ciao, io sono Ralph», dice mentre fa il gesto di stringermi la mano, ma non sa quale darmi.

«Gulp! Mi accorgo così che è umano e come tutti ha solo due mani, cui una tiene un mezzo bicchiere di birra, nell’altra un sandwich col prosciutto, quindi sono io che mi presento a lui.»

«Ciao, io sono George.»

«Sei anche tu un invitato o sei semplicemente un intrufolato come me?” «Sono …. un intrufolato», rispondo accogliendo lo sguardo furibondo oso di Lupen ancora con in testa la coroncina di sghimbescio.

«No, perché vedi George, vorrei rispondere a quanto stavate dicendo prima a proposito del rispetto, che “Se molti sono i modi ragionevoli in cui tutti gli esseri possono organizzare la loro vita, resta che ce ne sono alcuni che sono sicuramente inaccettabili.”(2) E che in questo gli esseri umani non sono da meno.»

«Aspetta Ralph, fammi prendere fiato. Quindi stando a quel che tu dici, che “senso del proprio agire’ nell’ambito delle proprie scelte, il rispetto non può essere solo individuale ma riguarda la società nella sua percezione globale o comunque comunitaria, che va esaminata nel suo insieme, animali compresi?»

«Miiaaoo, George, non tutti gli animali, in special modo i gatti.»

«No, perché vedi George… “un’analisi approfondita diviene quanto mai necessaria se si vogliono individuare gli strumenti di una possibile ricognizione del ‘rispetto’ in seno all’etica morale e l’intrinseca criticità di merito che l’accompagna. Acciò, e nel migliore dei casi, è necessario tornare al passato e rileggere il cartesiano “Discorso del metodo” (3), lo strumento per eccellenza che più ci aiuta a comprendere i termini e i limiti, pur nella logica della scoperta scientifica, vuoi filosofica che sociologica, del pensiero libero concettuale, ancora oggi considerato un caposaldo della liberalità civile.”»

«Gulp Ralph, stai studiando sociologia o ché? Perché vedi quello da te citato è un testo tra i “..più rivoluzionari su cui meditare, in quanto il suo autore aveva perfettamente compreso che le vere rivoluzioni cominciano nel proprio intimo e non nel cambiamento delle cose, ma nella riforma di se stessi” (3).»

«No, sì, George, è solo una ‘questione di metodo’ dunque, la cui applicazione restituisce al ‘rispetto’ una sua posizione prioritaria all’interno delle ‘virtù etico-morali’, qui individuata in tre passaggi essenziali che ben definiscono la relativa prova scientifica: ‘Metodo del riconoscimento dell’uguaglianza’, ‘Metodo del rispetto civile’, ‘Metodo del consenso basato sulla fiducia e la temperanza’.»

«Cioè tu dici…»

«Non dici, ma tu m’insegni, George perché Ralph sembra saperne molto più di te, impara!», m’ingiunge Lupen sollevando le ciglia.

«No, si, George, sono questi i “Segni di una erosione che non ha risparmiata questa società da risentimenti diffusi e punti di criticità, sia per i suoi aspetti discordanti, per quanto inevitabili, che ne hanno limitato il ‘riconoscimento’ configurato all’interno di una specifica ‘tipologia virtuosa’; sia in ambito famigliare che educazionale, formativa ecc., che da sempre veicolano le cosiddette ‘differenze di genere’.»

«Miiaaoo, George, dacché se ne ricava che anche il genere ‘gatto’ va rispettato, è così Ralph?»

«Beh, non c’è che dire, sembra che ve la intendiate bene voi due, ma vi eravate accordati prima, è così Lupen? Ma adesso che risponderò all’amministratore quando mi dirà che non vuole ‘gatti’ nel condominio? Chi ripagherà i danni alla vicina, immagino debba farlo io, ma io so già come fare con te Lupen, altro che sardine e salmone, starai a ‘pane e acqua’ fino a quando non avrai ripagato il tutto."

«Miiaaoo, Miiaaoo George, se fossi in te non me ne darei per vinto.»

«È un’ulteriore minaccia Lupen? Soprattutto mi chiedo chi rimetterà a posto la casa dopo il casino che avete combinato?»

«Si, no, George, se è per questo ci sono qua io, in modo che m’impegno a tenerti a posto la casa per 15 Euro l’ora, con rispetto parlando, se sei d’accordo, ovviamente la sovrattassa mi serve per pagarmi l’università.»

«Beh, parliamone», quasi quasi mi conviene accettare, dico tra me. «Infine avrò trovato qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere.»

«Allora George?»

«Be, non tutto quel ch’è male argomentato, al fine non è detto che non possa avere una risoluzione al bene. Allora Okay Ralph, ma devi tenere a bada anche quel gattaccio di Lupen.»

«Miiiiaaaaaooo!»

 

Ps: In conclusione il dibattito è ancora aperto, una risposta alla domanda su “che cos’è il rispetto?”, è tuttavia possibile: cos’e se non un principio etico che ci restituisce la libertà di scegliere (libero arbitrio). Cos’altro, se non quella virtù morale che più d’ogni altra rende ‘umani’ anche i gatti?

 

Note: (1)Maurizio Ferraris, ‘Introduzione’ a “Morale” ed a “Uguaglianza” in Le domande della Filosofia - Gruppo Edit. L’Espresso 2012 ,

(2)René Descartes, “Discorso del metodo”, RCS Libri 2010

(3)Giovanni Reale, ‘Prefazione’ a “Discorso del metodo”, op.cit.


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